Viaggio in Dalmazia/Del Contado di Sibenico, o Sebenico/1. Del Territorio, e della Città di Sibenico

1. Del Territorio, e della Città di Sibenico

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1. Del Territorio, e della Città di Sibenico
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§. 1. Del Territorio, e della Città di Sibenico.

Fra le Provincie tutte della Dalmazia da me visitate, la più atta a tenere molto tempo occupato un Osservatore si è certamente il Territorio di Sibenico, che stendesi lungo il mare per trenta buone miglia, penetrando oltre venti in alcun luogo fra terra, ed abbraccia intorno a settanta fra Isole, e scoglietti minori. La varietà degli oggetti, l’amenità delle situazioni, la buona sorte d’avervi incontrato egregj Ospiti, e un ristretto numero di cortesi, ed attivi Amici, fra’ quali a cagion d’onore mi giova nominare la Famiglia del Conte Francesco Draganich Veranzio, coltissima, ed ospitalissima, e ’l Conte Giacinto Soppe Papali, di soavissimi costumi, e di cognizioni al viaggiatore utilissime fornito, m’avrebbe determinato a fissare colà per qualche mese il mio soggiorno, facendo quella colta Città centro delle mie escursioni marine, o montane pe’ vicini luoghi. Ma il giusto timore d’essere sindacato, timore cui ben giustificò in parte l’esito della mia spedizione, mi trasse a forza da que’ contorni, e mi costrinse a contentarmi d’aver incominciato parecchie osservazioni senza quasi condurne a perfezione veruna; verità, che non iscandalezzerà punto Voi, nè qualunque altro abituato ad osservare, e che sa per conseguenza quanto tempo esigano le più minute ricerche per esser ben eseguite, ed a compito stato ridotte.

La Città di Sibenico, quarantacinque miglia a dritta linea lontana da Zara, non vanta origine illustre. Coloro, che la vollero nata dalle rovine di Sicum, stabilimento Romano, dove Claudio mandò una Colonia [p. 135 modifica]di veterani1, ebbero così deboli ragioni per istabilire questa opinione, ch’ella cadde da per se sola. La Tavola Peutingeriana non mette in Dalmazia altro nome di luogo simile a Sicum, se non se Siclis; e questo fra Traù e Salona. Nessun vestigio d’Antichità rimota qualifica Sibenico; non residui di mura, non petrame di lavoro Romano. Una sola Iscrizione vi si vede incassata nelle mura della Città presso alla Porta, che conduce al Molo; e questa vi fu portata da quella parte interna del Territorio, che chiamasi il Campo di sopra, dove probabilmente sorse ne’ tempi antichi Tariona. Il Lucio vuole, che Sibenico sia stato fabbricato da’ Croati ne’ tempi della decadenza dell’Impero, e Giambatista Giustiniano, che fiorì un secolo prima, nella sua Relazione ms. della Dalmazia dice, che questa Città “fu fabbricata da Malandrini, o Euscocchi che vogliamo dire, i quali avanti l’edificazione di essa solevano abitare sopra uno scoglio alto, dove ora è fabbricato il Castello, dal quale come vedevano qualche navilio discendevano dal monte; e con le barche, le quali stavano ascose appiè dello scoglio, intorno a cui erano folti boschi, andavano a depredar detti navilj; col tempo incominciarono a drizzare alcune casette, attorniate di certe bacchette chiamate Sibice, dal cui nome fu nominata la Città Sibinico. Questa Città a poco a poco incominciò ad aumentarsi dalle adunazioni di questi ladroni. Si crede poi, che ruinata, e distrutta l’antichissima Città di Scardona nel tempo delle antiche [p. 136 modifica]guerre, molti di quegli abitanti si riducessero a Sibinico, di modo che se ben allora non avea nome di Città, col tempo l’acquistò, e si governò molti anni senza esser sottoposta ad altri Principi che agli abitanti di se medesima. Ma non durò questa libertà; imperciocchè il Re d’Ungheria, che allora signoreggiava la Dalmazia, incominciò a tiranneggiarla, dalla qual tirannide volendosi liberare i Sibenzani non potendo più sopportare le insolenze degli Ungheri usate contro le mogli, e contro le figliuole, e nelle proprie facoltà, deliberarono di sottoporsi alla Signoria, come a Principe giusto, del MCCCCXII a’ dodeci del mese di Luglio, essendo Principe il Serenissimo Michele Steno, di felice memoria.“

Qualunque sia stato veramente il principio di questa Città, o simile a quello di Roma, o da una serie di piccoli accrescimenti prodotto, ella è la meglio, e più teatralmente situata, che v’abbia in Dalmazia, e dopo Zara la meglio fabbricata, e popolata di nobili famiglie, tanto lontane dalle barbare maniere degli antichi pirati, quanto le case loro lo sono dalle meschine Sibice. Il Castello eretto sul monte, che la copre, potè preservarla dai replicati sforzi de’ Turchi; e per difenderla dalla parte del mare, v’à dinanzi all’angusto canale, che introduce nel porto, un altro Forte, bell’opera del Sammicheli, che vi à messo una porta molto simile a quella sua celebre di Verona. Fra le fabbriche di Sibenico merita d’essere osservato il Duomo, quantunque sia di tempi barbari, per la magnificenza del fabbricato, e molto più pel suo tetto composto di gran tavole di marmo connesse insieme: lavoro ardito quanto qualunque altro analogo di tempi Romani. In questa Città fiorirono nel XVI secolo le Lettere, e le Arti più che in qualunque altra della [p. 137 modifica]Dalmazia. Vi si vede in più d’una fabbrica buon gusto d’Architettura, e vi nacquero molti Uomini degni di particolare menzione.

  1. Plin. I. III. C. XXII. Tragurium Civium Romanorum marmore notum; Sicum, in quem locum divus Claudius veteranos misit.