Verginia/Ternale in laude

Ternale in laude della gloriosa Virgine Maria

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Ternale in laude della gloriosa Virgine Maria
Strambotti
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Ternale in laude della gloriosa Virgine Maria,
composto per messer Bernardo
Accolti singularissimo .P.




V
Ergine drieto a la prodotta prole

Si come in saldo vetro ogn’hor si vede
     3Entrar’uscir, senza spezzarlo il sole.
Suprema potesta suprem’herede
     De l’universo, a cui l’esser servasti
     6Con suprema humilta suprema fede:
Onde a fastigio tal te sublimasti
     Che Dio in carne in luter tuo felice
     9Da la somma ara del ciel reportasti:
Et l’impio giugo qual Eva infelice
     Trasmisse a poster suoi miseri & mesti
     12Voltasti in ben qual dir ne pensar lice.
Quel generasti di cui concepesti
     Portasti quel di cui fusti fattura
     15Et di te nacque quel di cui nascesti.
Vita & salute d’ogni creatura.
     In te, da te, per te, ha recreato
     18Cio che creò l’Iddio della natura.
Che unì la carne col verbo increato,
     Onde el medesmo Dio che sempre fu
     21Restò, quel che gia mai non era stato.
Ne dar potea sendo somma virtù,
     El figliuol suo, al pien di vitij rei
     24Mondo, ingrato, se quel non eri tu:

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Se come cielo & terra esclama sei
     Pietà infinita, ogni mia colpa monda
     27Et con fe dunque miserere mei:
Chi temo anchor del mar piegar ogn’onda
     Che l’alma mia al gran giudicio tratta
     30Da la giusta ira del tuo figlio asconda
Beate fere, e uccei quai non retratta
     Timor d’inferno, & drieto al morir certo
     33Raggion non rendon di lor vita essatta
In tutto il viver mio caduco e ’ncerto
     Di me ribel a la tua maestade
     36Sento colpe infinite & nessun merto:
Et io stesso direi gran crudeltade
     Essere el perdonarmi ogni error forte.
     39Se ogni error non cedessi a tua pietade.
Qual per me esclusa dall’eterna corte
     Piu non seria infinita ma poca.
     42Poco il tuo parto & di Giesu la morte.
Da poi che indarno mai nissun t’invoca
     Quel sommo Dio che tutto puo non puote,
     45Lasciar quel che sua speme in te colloca:
Per quel che usci di tue luci divote
     Mar di lagrime mentre in croce essangue
     48Vedesti el figlio in mezzo a ch’il percuote:
(Non consentir, qual fior, ch’al vento langue)
     Da Satan’impio & da sue genti adverse
     51Sia vinto l’huom redento col tuo sangue
Fa le lagrime mie non sien diverse
     Da quelle di colei ch’el piede santo

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     54Lavò con gliocchi e con le chiome absterse
Non abborrir de peccatori il pianto
     Che se non era l’antico delitto
     57Madre non eri tu di figliuol tanto.
Visto non s’è anchor non letto, o scritto,
     Dal di che Dio s’uni dentro al tuo petto
     60Che chi te chiama sia da te relitto:
Peccator sono, habhi al peccar rispetto
     Che a me di peccar è stimol non lento
     63In peccato esser produtto & concetto.
Po ch’a peccato è l’huom qual fumo al vento
     El chi puote o potrà gia mai peccare
     66Che, Dio fatto huom, piu non habbi redento?
Et quando tu non ci vorrai salvare
     Madre d’ogni potentia essendo; & quando
     69Madre a pietà potrai pieta negare?
Ne tu a noi, ne Dio a te negando
     Mai gratia alcuna, qual colpa o nequitia
     72Può porre el seruo tuo del ciel in bando?
Quel che salvar non vuol Dio per giustitia
     Salval per tua pietà, però trascendi
     75Tu la volunta sua che tutto initia:
Madre al giudicio al reo l’ira suspendi
     Del figliuol contro al figlio in tanta copia
     78Che sol sà perdonar parche s’emendi.
Dunque te laudi ogn’un ma senza inopia
     Che più stima il Messia unico & solo
     81Sentir le laude tua che le sue propia:
Però sopra ogni choro al sommo polo

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     Col corpo essaltò te, madre diletta,
     84Per cui è l’huom a Dio fatto figliuolo:
O sopra l’uiverso benedetta
     Per secol tanti, ne la idea divina
     87Prima che nata a tanta gratia eletta:
O aspettata dal cielo in Regina
     Dal mare in stella piena de scintille,
     90De la terra salute a sua ruina:
Da gl’angeli figure, enigme & mille
     Patriarchi & Propheti premostrata
     93Sol stelle, spirti, oracoli, & sibille;
Nel ventre benedetta & salutata
     Dal stupend’Angel d’un tanto saluto
     96Non mai piu fatto ad altra alma creata,
Nel parto onnipotente tuo, veduto
     Fù il cielo apperto, & angelici lumi:
     99Et quando Herode fù poi prevenuto.
Per darti el passo andar’ in seco e fiumi
     Dar luce in notte nebbie ottuse & spesse
     M102anna el cielo, acqua scisse pietre & dumi:
Orso, pardo, leon, si genuflesse
     Nel deserto, & per darti el frutto charo
     105La nobil palma e rami suoi reflesse:
Mutossi in sapor dolce el pomo amaro
     El monte in piano, in ombra el sole ardente,
     108Templi, idoli, ruinar senza riparo.
L’unico figlio tuo agno innocente
     Unica pace tua unica speme,
     111Vittima oblata per l’humana gente.

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Sostenne in carne proditione estreme
     Sangue sudor, fel spine al volto infisse.
     114Vincoli, piaghe, morte, & urna isieme.
Et con seco ogni chirographo affisse.
     Di nostra colpa ne la croce, dove
     117Nostro peccato & morte crucifisse.
Cio che è creato cio che posa o muove
     A te deve Maria, a te ricorre,
     120Ne sa: ne puo, ne vuol, voltarsi altrove:
A tua pietà non si puo requie porre,
     Perche giorno hora & momenta veloce
     123Alle tue gratie otioso non trascorre,
Tu le procelle de la vita atroce
     Tu inestricabil fati, e influsso alterno
     126Retratti & terra & ciel serve a tua voce:
Tu muovi mar, sol stelle, state, & verno
     Fumi, tenebre, ardor, fior, frutti, & herbe,
     129Muovi il ciel aer fai calchi l’averno:
Te temon fere auggei & belve acerbe
     Et piu te teme il debellato & domo
     132Impio adversario & sue torme soperbe:
Qual mai dopo al gustar del tristo pomo
     Non potea far piu creatura alcuna
     135Fatta hai la pace tu fra dio & l’huomo:
Tu hai destrutta la morte importuna
     Reparata la vita & dato al mondo.
     138Dio, fede, & fin di colpa, & di fortuna:
Tu il cielo a tutti, tu del centro in fondo
     A padri el limbo apristi, & la memoria

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    141Di Satan relegata hai nel profondo
Da te ha il miser’ via consolatoria,
     Cura infermo, reo venia: il giusto amor,
     144Gaudio angel, carne dio, trinita gloria:
Come numero d’un render maggiore
     Non puo ch’un non seria, non potea farti
     147Dio miglior madre, ne madre a migliore,
Et così ne a maggior bene ordinarti,
     Poi che lui bene infinito eternale
     150Sol per crearsi in te volse crearti.
Dunque qual lingua angelica o mortale
     Basta a laudar te madre al Re del tutto
     153Che sol per farsi in te, te fece tale?
S’occhio o cor mai non vide o intese il frutto
     Che da dio ha quel d’amarlo s’ingegna
     156Et che preparò a te che l’hai produtto
Se il ciel ti chiama, el ciel da te si regna
     Sei spirto santo in l’uter tuo fu dentro
     159Et se forma di Dio tu ne se degna,
Con qual forza, ardir, faccia a laudarti entro?
     Con qual gratia essaltar m’ho persuaso
     162Te sol sopr’ogni sole, essendo io centro;
Io cerco il mar ridurre in picciol vaso,
     Fermar del cielo ogni moto espedito,
     165Et nel pugno serrar l’orto & l’occaso,
Qual fin potrò trovare a lo infinito?
     Qual misura a lo immenso o qual non mai
     168Pensato fu non che visto o sentito?

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Tu che del cor tutti i secreti sei
     Virgin’ & spesso con gratia indefessa
     171L’impossibil per noi possibil fai
Soccorri al disir mio lauda te stessa: