Vangelo di Nicodemo/Incomincia la narrazione di Nicodemo
Questo testo è stato riletto e controllato. |
volgarizzato nel buon secolo della lingua
e non mai fin qui stampato (II secolo)
Traduzione dal greco di Anonimo (XV secolo)
◄ | Argumento di questa presente Storia |
Incomincia la narrazione di Nicodemo, e la storia della Passione del nostro Signore Iesù Cristo; cioè il Passio di Nicodemo.
Anna e Caiphas, Sabna, Dathan, Alessandro e Siro1, e li altri Giudei, vennano a Pilato contro a Iesù, et accusandolo di molti mali sermoni, e dicendo: Noi abbiamo trovato costui figliuolo di Giuseppo fabbro, nato di Maria; e dice sè essere figliuolo di Dio, e re: e non solo viola il sabato, ma ancora la nostra paterna legge vuole dissolvere. Dice Pilato: Che sono quelle cose che lui vuole dissolvere? Rispuosono i Giudei: Noi abbiamo la legge di non curare in sabato alcuno; e costui zoppi, sordi, scrignuti, paralitici, ciechi, lebbrosi e indemoniati il sabato ha curati de’ mali atti2. Disse loro Pilato: In che modo è uomo di cattivi atti? Rispuosono i Giudei: Egli è malefico, e nel principe Belzebù scaccia i demoni, e tutti li sono sottoposti. Rispuose Pilato: Questo non è in ispirito immundo, scacciare i demoni; ma in virtù di Dio. Dissono i Giudei a Pilato: Noi preghiamo la tua grandezza che li comandi che stia qui dinanzi al tuo tribunale, e che ti piaccia udirlo. E chiamato Pilato un messo, li disse: Moderatamente qui conduci Iesù3. E fuori uscito il cursore e messo, lui cognoscendo, adorò; et il suo mantello in terra distese, dicendo: Signore, sopra di questo va, et in palazzo entra, perchè il preside ti chiama. Vedendo i Giudei quello che fece il corsore, gridorono a Pilato dicendo: Perchè non hai comandato che sotto la voce del banditore a te venga, ma per il cursore? e ’l tuo cursore l’ha in terra adorato, e disseli: Signore, il preside ti chiama. E chiamò Pilato il cursore, e gli disse: Perchè così hai fatto? Il cursore li rispuose: Quando tu mi mandasti in Ierosolima a Alessandro, io lo4 vidi sedente sopra dello asino, e’ fanciulli delli Ebrei5 gridavano Osanna, tenendo rami nelle lor mani: alcuni altri distendenti le lor vesti in terra, Salva noi, dicevano, in alto esistente; benedetto il nome del Signore. Gridorono i Giudei, dicendo contro al cursore: I fanciulli ebrei in ebraico parlavano: come intendesti l’ebraice voci, essendo tu greco? Rispuose il cursore: Io domandai uno ebreo, e dissi: Ch’è quello che in ebraico gridano? E lui mi rispuose, e dichiarò il loro sermone. Disse loro Pilato: Come gridavono eglino in ebraico? Rispuose a lui: Osanna. E Pilato disse: Che s’interpetra Osanna? E loro rispuosano: O Signore, salvo mi fa. Disse Pilato: Voi testimoniate le voci le quali i fanciulli dissono; adonche, in che ha peccato il cursore? Disse il preside al cursore: Esci fuori, e in che ordine tu vuoi lo metti dentro. Et uscito fuori il cursore, come la prima volta fece, dicendo a Iesù: Signore, entra nel palazzo: il preside ti chiama. Et entrato Iesù dinanzi a coloro i quali i segni e stendardi portavano, i capi de’ segni e stendardi per se medesimi si chinorono et adororono Iesù. Vedendo i Giudei i segni de’ segni, e come chinati s’erano i capi delli stendardi et adororno Iesù, molto più gridorno contro a coloro i quali i segni portavano: e Pilato disse a’ Giudei: Voi non laldate6 come per se medesimi inchinati sono i capi de’ segni e stendardi, et adororono Iesù; ma più gridate a’ signiferi, come se loro li abbino chinati, et abbino adorato. Dicono i Giudei a Pilato: Noi abbiamo veduto in che modo si sono inchinati i signiferi, et hanno adorato Iesù. E chiamando il preside i signiferi, disse loro: Perchè così fatto avete? Rispuosono loro a Pilato: Noi siamo uomini pagani e servi di templi7: in che modo abbiamo noi adorato lui? certamente i segni noi hanno piegato. Disse Pilato a’ principi della sinagoga, et antiqui della loro plebe: Eleggete voi dodici uomini potenti e forti, e loro tenghino i segni; e veggiamo se da per sè si piegano. Et i loro seniori presono dodici Giudei potenti e forti, sei e sei, e feciono loro tenere i segni; e stettano dinanzi al cospetto del preside. E disse Pilato al cursore: Manda Iesù fuori del pretorio, e di nuovo entro lo metti, con che ordine ti piace. Et uscirno fuori Iesù e ’l cursore: e Pilato chiamò coloro i quali avevano detti segni in mano, e disse loro: Io vi giuro, per la salute di Cesare, che se entrando colui nel palazzo gli stendardi si piegheranno, io vi mozzerò la testa. E comandò Iesù un’altra volta essere entro menato, e fece il corsore come prima, e molto pregò Iesù che andassi sopra le sue vesti: et andò Iesù, e ’ntrò dentro al palazzo; et entrando lui, i segni e stendardi si piegorno per loro medesimi, et adororno Iesù.
E veduto Pilato tal cosa, si levò della sua sedia, e preso da grande paura, pensava quello che dovesse fare. E la donna di Pilato, Procula nominata8, mandò a dire a Pilato: Tu non hai a fare9 cosa alcuna con questo uomo giusto: io in questa notte ho per lui molte cose sopportate. Rispuosono10 i Giudei, e dissono a Pilato: Non t’abbiamo noi detto che gli è malefico? ecco che gli ha mandato il sogno alla tua donna. E Pilato, chiamando Iesù, li disse: Non odi tu quello che costoro contro di te testimonano? e tu niente dì? Iesù rispuose: Se loro non avessino la potestà, non parlerebbono: ma ciascheduno di loro ha la potestà colla sua bocca di parlare il bene et il male; loro lo vedranno. E rispondendo i seniori de’ Giudei, dissono a Iesù: Che vedremo noi? prima, tu se’ nato di fornicazione11; secondario, la tua generazione in Bethelem fu la morte de’ fanciulli: terzio, il tuo padre e la tua madre fuggirono in Egitto, chè non avevano fede nel popolo nostro. Dissono alcuni altri Giudei quivi astanti: Noi non diciamo, lui essere nato di fornicazione; ma diciamo, che Maria sposata fu a Ioseph, e non è nato di fornicazione. Disse Pilato a’ Giudei i quali dissono, lui essere nato di fornicazione: Questo vostro sermone non è vero, perchè la desponsazione fatta fu, come alcuni de’ vostri dicono. Disse Anna e Caifa a Pilato: Ogni moltitudine dice, lui nato essere di fornicazione, et è fatto malefico: costoro proseliti sono, e sua discepoli. E chiamato Pilato Anna e Caifa, disse loro: Chi sono i proseliti? Rispuosano: Coloro che dissano, Non è nato di fornicazione. Allora dissono Lazar et Asteron et Artonnon et Iacob et Egras et Iuda12: Noi non siamo nati proseliti, ma siamo figliuoli di Giudei, e parliamo il vero, et al desponsale presenti fumo. E chiamando Pilato dodici uomini, i quali tal cosa detto avevano, disse loro: Io vi scongiuro per la salute di Cesare, che voi mi diciate se voi mi avete detto il vero, che lui non è nato di fornicazione. Loro rispuosono a Pilato: Noi abbiamo legge di non giurare, e finalmente perchè loro giurano per la salute di Cesare che è quanto abbiamo detto, rei siamo di morte13. Dicano Anna e Caipha a Pilato: A questi dodici credere si debbe, perchè nato non è di fornicazione. Ma è malefico, e dice se medesimo essere figliuolo di Dio, e re; e noi nollo crediamo. E Pilato comandò tutto il popolo uscir fuori senza i dodici uomini i quali dissono, lui non è nato di fornicazione; e comandò Cristo essere separato; e disse loro: Perchè ragione volete voi Cristo occidere? E loro dissono a Pilato: Egli è odiato perchè cura il sabato. Rispuose Pilato: Per le sue buone opere lo vogliono occidere? E loro rispuosono: Così è, signore.
E Pilato infuriato uscì fuori, e disse loro: Testimone ho il sole, perchè nessuna colpa truovo in questo uomo. I Giudei rispuosono e dissono al preside: Se lui non fussi malefico, noi non te lo aremo dato. Rispuose Pilato: Toglietelo voi, e secondo la vostra legge lo giudicate. Dissano i Giudei a Pilato: A noi non è lecito ammazzare alcuno. E entrato Pilato nel pretorio, chiamò Iesù solo, e disse a lui: Se’ tu re de’ Giudei? Rispondendo Iesù a Pilato, disse: Dì tu questo da te, ovvero altri te l’ha ditto di me? Rispuose Pilato: Sono io giudeo? la tua gente, e’ principi de’ sacerdoti mi t’hanno tradito: ch’hai tu fatto? Iesù rispondendo, disse: Il mio regno non è di questo mondo. Disse Pilato: Adonque se’ tu re? Rispuose Iesù: Tu dì che io sono re. Di nuovo disse Iesù a Pilato: Io in questo sono nato et a questo venuto; et ognuno ch’è da verità, ode la mia voce. Disse Pilato a Iesù: Che cosa è verità? Disse Iesù: La verità è dal cielo. DisseLasciato Pilato il Signore nel pretorio, uscì a’ Giudei, e disse loro: Io non truovo in lui una sola colpa. Dissano i Giudei a Pilato: Costui ha detto: io posso disfare quel tempio, e dopo i tre dì lo redificherò. Disse Pilato: Qual tempio? Dissano i Giudei: Il quale prima edificò Salamone, e finalmente in quaranta sei anni fu fabbricato: e costui dice disfarlo, e in tre dì edificarlo. E di nuovo disse Pilato: Io sono innocente del sangue di questo giusto; voi lo vedrete. Dissano i Giudei: Il sangue suo sopra di noi, e sopra de’ figliuoli nostri. E Pilato chiamati a sè i seniori, e’ sacerdoti, e’ leviti, disse loro secretamente: Non vogliate così fare; accusandolo voi, niente degno di morte truovo in lui, solo della curazione e violazione del sabato. Dissano i sacerdoti, e’ seniori, e’ leviti a Pilato: Se alcuno bestemmia Cesare, di morte è degno; e costui contro di lui ha bestemmiato14. E Pilato comandò a’ Giudei uscir fuori del pretorio; e chiamato Iesù, li disse: Che ti farò io? Disse Iesù a Pilato: Come è dato15. Disse Pilato: Come è dato? Disse Iesù a Pilato: Moisè e’ Profeti predicorono della mia passione. Udenti i Giudei, dissono a Pilato: Che più che questa bestemmia vuo’ tu udire? Disse Pilato a’ Giudei: Se questo sermone è di bestemmia, toglietelo voi, e menatelo alla sinagoga vostra, e secondo la vostra legge lo giudicate. Dissano i Giudei a Pilato: La legge nostra contiene: se l’uomo contra dell’uomo peccherà, degno è ricevere trenta nove battiture; e chi in Dio bestemmierà, degno è d’essere lapidato. Disse loro Pilato: Se questo sermone è bestemmia, toglietelo voi, e secondo la vostra legge lo giudicate. Dicono i Giudei a Pilato: Noi vogliamo che lui sia crucifisso. Disse Pilato: Non è bene. E guardando Pilato preside nel popolo circunstanti, vidde molti Giudei lacrimanti; e disse loro: Tutta la multitudine non vuole che lui mora. Dissano i seniori a Pilato: Però è venuta tutta la gente e moltitudine acciocchè muoia; perchè disse, sè essere figliuolo di Dio, e re.
Nicodemo, uomo giudeo, stette dinanzi al preside, e disse a lui: Io ti prego, misericordioso preside, lasciami parlare poche parole. Al quale Pilato disse: Parla. Nicodemo disse a’ seniori, sacerdoti e leviti et ogni moltitudine de’ Giudei della sinagoga. Che domandate voi da questo uomo? molti segni fa, e groliosi, quali nessuno ha fatto, nè farà: lasciatelo adonque, e non gli vogliate fare alcuno male. Se lui è da Dio, staranno questi segni; se da li uomini, saranno dissoluti, e mancheranno. Perchè Moisè, mandato di Dio, fece i segni in Egitto, i quali li comandò che facessi Dio dinanzi a Faraone re di Egitto: et era quivi magi, Iannes e Mambres16; e fecero i segni i quali fece Moisè, ma non tutti, et ebbonli li Egizi come dii: e perchè i segni, quali loro feciano, non erano da Dio, perironno loro. E però ora lasciate questo uomo, perchè non è di morte degno. Rispuosono i Giudei a Nicodemo: Tu se’ fatto suo discepolo, e parli per lui. Rispuose Nicodemo: È egli fatto il preside suo discepolo, il quale per lui ha parlato? Non l’ha Cesare constituto sopra questa dignità? Et erano i Giudei frementi e stridenti sopra Nicodemo, e dicenti a lui: Abbi tu la sua verità, e parte con lui. Disse Nicodemo: Io come dett’avete riceverone.
Un certo altro giudeo, rizzandosi, pregò il preside che parlare lo lasciasse. Disse il preside: Dì quello che tu vuoi dire. Io per trentotto anni stetti nel letto, e caddi in pericolo di morire17 di dolori: e venendo Iesù, molti indemoniati e da diverse infermità gravati, da lui sono stati liberati; e certi giovani mi portorno nel letto, e condussomi a lui; e vedendomi Iesù, misericordia ebbe di me, e dissemi: sta ritto; toi il tuo letto, e va. E rizza’mi, e andai. Dissano i Giudei a Pilato: Non t’abbiamo noi così detto, che lui in sabato cura, e’ demoni scaccia. Et uno altro giudeo si fece innanzi, e disse: Cieco ero, la voce udivo e nessuno vedevo; e passando Iesù, chiamai con alta voce: abbi misericordia, figliuolo di Davit: e misericordia ebbe di me, e puose le sue mani sopra degli occhi miei; et incontinenti vidi. Et un altro giudeo innanzi si fece, e disse: Lebbroso18 ero, e liberommi colla parola.
Et una certa donna, chiamata Veronica, disse: Il flusso del sangue dodici anni auto avevo, e toccai le sommità de’ sua vestimenti, e fermossi il flusso del mio sangue. Dissano i Giudei: Noi abbiamo la legge, che le donne non possono venire in testimonio19. Un altro innanzi si fece, e disse: Io ero lebbroso, e mondommi colla sua parola. Alcuni altri della moltitudine de’ Giudei, e donne, gridorno dicendo: Questo uomo è profeta, ed a lui sottoposti sono i demoni: perchè non sone eglino sottoposti a’ dottori nostri? Dissono a Pilato: Non lo sappiamo. Alcuni altri dissono a Pilato: Lazaro morto, dopo quattro dì risucitò del monumento. Udendo queste cose, et impaurito il preside, disse alla moltitudine de’ Giudei: Perchè volete voi spargervi il sangue innocente?
E chiamati Pilato Nicodemo e i dodici uomini i quali dissano, che lui non è nato di fornicazione, disse loro: Che farò io, perchè è fatta sedizione nel populo? E loro gli rispuosono: Noi nollo sappiamo; loro lo veggano. Di nuovo raunò Pilato tutta la multitudine de’ Giudei, e disse loro: Voi sapete che consuetudine è che ne’ dì dell’azime io vi lasci uno: io ho legato un grande omicida, il quale è nominato Barraba; et in Iesù nessuna cagione di morte truovo: chi volete voi adonque che io vi lasci? Gridorno i Giudei dicendo: Lasciaci Barraba. Rispuose Pilato: Che faremo noi di Iesù, il quale è detto Cristo? Rispuosono tutti: Sia crocifisso. Di nuovo dissano i Giudei: Tu non sei amico di Cesare, se tu lasci costui; perchè lui ha detto, sè essere figliuolo di Dio, e re, se già tu non vuoi costui regnare, e non Cesare. Allora Pilato, di furore ripieno, disse loro: Sempre la vostra gente sediziosa è stata; et a quelli che per voi sono stati, contrari siete stati. Rispuosono i Giudei: Chi sono per noi? Disse Pilato: Il vostro Iddio, il quale vi trasse della dura servitù delli Egizi, e condussevi per il mare d’Egitto come per secca terra, e nel diserto vi cibò di manna20, e dettevi l’acqua della pietra, e dettevi da bere; e dettevi la legge: e in tutte queste cose è stato da voi offeso E volsevi occidere: ma pregò per voi Moisè, acciocchè voi non morissi; il quale da poi lapidare volesti: et ora a me dite, che io in odio ho il re. E levandosi dal tribunale, volse fuori uscire: et i Giudei gridorno, e dissono a lui: Re Cesare, e non Iesù! i Magi li offerirno i doni come a re; e udendo Erode da’ Magi che nato è re, lo volse occidere: e questo inteso il suo patre Ioseph, portò lui e la madre, e fuggirno in Egitto; e udendo Erode, ammazzò i fanciulli de’ Giudei i quali nati erano in Betelem. Udendo Pilato queste parole, temè; e fatto silenzio nel populo che gridava, disse: Adonque costui è quello il quale Erode cercava. Loro rispuosano: Costui è. E Pilato presa l’aqua, si lavò le mani dinanzi al popolo, dicendo: Io sono innocente del sangue di questo giusto: voi lo vederete. Rispuosano i Giudei dicendo: Il sangue suo sopra di noi, e sopra de’ figliuoli nostri. Allora comandò Pilato che condotto fussi dinanzi al suo tribunale dove sedeva: e con queste parole pronunziò la sentenzia contro a Iesù, dicendo: La tua gente ti ha provato re21; e però prima comando che tu sia flagellato, secondo li statuti de’ primi principi22. Di poi comandò, lui essere elevato in croce. Et in quello luogo fu tenuto, e dua iniqui con lui, i nomi de’ quali son questi: Dismas e Giestas.
Uscendo Iesù del pretorio, i dua ladroni con lui venneno al luogo; e spoglioronlo de’ sua vestimenti, e cinsoli uno lensuolo, e una corona di spine puosono sopra il capo suo: similmente insieme con lui crucifissono dua ladroni, Dismas da lato destro, e Giestas dal sinistro. Et Iesù disse: Padre, perdona a costoro, perchè non sanno quello che fanno. E divisano i sua vestimenti: e stettano i popoli, e dileggiavanlo; e’ principi e’ seniori et i loro giudici intra loro medesimi dicevano: Lui ha li altri salvi; ora se medesimo salvi: se lui è figliuolo di Dio, descenda della croce. Et i soldati ancora lo sbeffavano, et andando a lui li offerivano a bere aceto e fiele, dicendo: Se tu se’ re de’ Giudei, libera te medesimo. E Lungino, preso una lancia, aprì il suo costato; e usci del suo lato sangue et aqua. E comandò23 per sentenzia essere scritto un titolo in lettere ebraiche, greche e latine, secondo che dissano i Giudei: Costui è re de’ Giudei. E uno de’ ladroni, il quale in croce pendeva, Giestas chiamato, disse: Se tu se’ Cristo, libera te e noi. Rispondendo Dismas, lo conturbò24 dicendo: Non temi tu Iddio, il quale se’ in questo iudicio? noi giustamente, e cose degne a’ nostri fatti riceviamo: ma costui nessuno male ha fatto. E poi conturbato ebbe il suo compagno, disse a Iesù: Ricordati di me nel regno tuo, Signore. E Iesù rispondendo, li disse: Amen ti dico; oggi meco sarai in paradiso.
Et era quasi la sesta ora del dì, e le tenebre fatte furono sopra la universa terra per in fino nell’ora di nona; et obscurato il sole; e ’l velo del tempio si scisse in dua parti dalla sommità di sopra per infino alla stremità di sotto: et esclamò25 Iesù con gran voce, dicendo: Hyha, Alach, Jotehe, Fricole; quod interpretatur: In manus tuas commendo spiritum meum26. E così dicendo, emisse lo spirito. E vedendo il Centurione quello che era fatto, grorificò Iddio dicendo: Questo uomo giusto era! E tutti i popoli circunstanti turbati dallo spettaculo, e considerando le cose le quali eran fatte, battevano i lor petti, e tornavano. Il Centurione referì al preside: grandemente si contristò; e in quello dì non mangiorono e nè bevvano. E convocando Pilato i Giudei, disse loro: Avete voi veduto quello che è fatto? Rispuosono al preside: Fatto è lo eclissi del sole, secondo la consuetudine. E tutti i sua nati27 stavano al discosto; e le donne le quali da Galilea lui seguitato avevano, vedenti tutte queste cose. Et ecco uno certo uomo per nome Ioseph, abitante la corte, uomo buono e giusto (costui non fu consenziente alla voluntà et atti loro) da Barimattia, città di Galilea; e lui er’ aspettante il regno di Dio. Costui pregò Pilato, e domandò il corpo di Iesù: e levandolo di croce28, lo involtò in un panno mondo, e puoselo nel suo monumento nuovo, nel quale ancora nessuno era stato posto.
Vedendo i Giudei che Iosephe domandato aveva il corpo di Iesù, domandorno29 lui e quelli dodici uomini i quali dissano, Non è nato di fornicazione, e Nicodemo, e li altri i quali erano stati dinanzi a Pilato, e le sue opere avevano manifestate: et essendosi tutti occultati, solo Nicodemo si dimostrò loro, il quale era principe de’ Giudei, e disse loro: Come siete voi entrati nella sinagoga? E rispuosonli: E tu come entrato se’ nella sinagoga, ch’ eri consenziente a Cristo? la sua parte sia teco nel futuro secolo. Rispuose Nicodemo: Amen, amen, amen. Similmente et Ioseph si dimostrò loro, e disse: Perchè vi siete voi contristati contro di me, perchè ho dimandato il corpo di Iesù? ecco, io l’ho posto nel mio monumento, et hollo involto nel panno mondo, et ho posto la lapide all’uscio della sepultura. Non bene facesti contro di lui, e non ripensasti se lo dovevi crucificcere, ma lo lasciasti. Udendo queste cose i Giudei, incontinenti presono Ioseph, e comandorono fusse guardato dinanzi al dì di sabato per infino a un dì de’sabati30; e dissongli: Cognosci perchè questa ora non si conviene alcuna cosa fare contro di te, lucendo il sabato: e sappiamo che tu di sepultura non sarai degno; ma noi daremo le carni tua alli uccelli del cielo, e alle bestie della terra. Rispondendo Ioseph, disse: Voi siete simili a Golia superbo, il quale ingiuriò Iddio contro a Divit31. Dio disse per il Profeta: La vendetta a me, e io ritribuirò: disse il Signore. E constretto il quore, Pilato si lavò le mani dinanzi al sole, dicendo: Mondo sono io del sangue di costui; voi lo vedrete: e rispondendo dicesti: Il sangue suo sopra di noi, e sopra de’ figliuoli nostri: et ora temo che qualche volta non venga l’ira di Dio sopra di voi, e sopra de’ figliuoli vostri, come dicesti. Udendo i Giudei queste parole, si esacerborono troppo: e pigliando Ioseph, lo serrorono ’n un luogo nel quale non era finestra; e segnorono i’ luogo di detta stanza sopra la serratura Anna e Caifas, e puosano le guardie: e feciano consiglio co’ sagerdoti e’ leviti di raunarsi tutti dopo il dì del sabato, e pensare di qual morte occidessino Ioseph. E in tal modo si congregorono; e comandorono i principi Anna e Caiphas, che fusse loro presentato Ioseph; e cercando, non trovorno. Udendo queste cose la congregazione, la stanza segnata e con le chiavi serrata, et Ioseph non essere trovato, maravigliandosi, stette stupefatta.
Et ecco uno de’ soldati i quali il sepolcro avevan guardato; et entrando nella sinagoga, disse: Guardando noi il monumento di Iesù, fatto fu un tremuoto, e vedemo l’angiele di Dio revoltare la lapide del monumento, e sedere sopra di esso; et il suo aspetto era come un fulgure, e le sue vesti come neve; e per la paura fatti siamo come morti. E udìmo l’angelo dicente alle donne, le quali al sepolcro erano venute: Io so che voi Iesù domandate; ma lui non è qui; certo lui è resucitato, come predisse: venite e vedete i’ luogo dove fu posto: e presto andate, e dite a’ sua discepoli, che lui è resucitato da’ morti, e precederavvi in Galilea; e quivi lo vedrete: ecco io ve l’ho predetto. E ragunando i Giudei tutti i soldati i quali guardorno il monumento di Iesù, dissono loro: Quali sono quelle donne alle quali ha parlato l’angelo? e perchè non le tenesti? Rispuosano i soldati, e dissano: Noi non sappiamo le donne chi si fussino, perché noi fatti fumo come morti per paura dell’angelo: in che modo aremo noi potuto pigliare quelle donne? E dissano i Giudei: Vive il Signore; noi non vi crediamo. Rispondendo i soldati, dissano a’ Giudei: Voi bedesti32 Iesù faciente tante maraviglie, e non credesti: in che modo avete voi a credere a noi? Certo bene avete detto, certo ragionevolmente: vive, esso Signore, il quale voi crocifiggesti. Noi abbiamo udito che Ioseph il quale seppellì il corpo di Iesù, voi lo serrasti ’n una stanza sotto chiave segnata; e aprendo, non lo trovasti. Dateci adonque Ioseph, il quale voi nella stanza serrasti; e noi vi daremo Iesù, il quale abbiamo guardato nel sepolcro. Rispondendo i Giudei, dissano: Ioseph noi diamo; date voi Iesù: Ioseph certo nella sua città in Barimattia è. Rispondendo i soldati, dissano: Se Ioseph in Barimattia è, et Iesù in Galilea è; come udimmo da l’angelo dicente alle donne. Udendo queste cose i Giudei, temerno, dicendo a se medesimi: Acciò che non si odano questi sermoni, et ognuno creda in Iesù; raunata molta pecunia, la dettano a’ soldati, dicendo: Dite che quando dormivi vennano i discepoli di notte, e furorono il corpo suo: e se questo intenderà Pilato preside, noi sadisfaremo per voi, e sicuri vi faremo. Et i soldati33 riceuti la pecunia, così dissano come i Giudei gli persuasono; e a ognuno si disfammò i’ lor sermone34.
Ma un certo sacerdote nominato Finee, et Adda precettore, et un levita per nome Aggeo; questi tre vennano da Galilea in Ierusalem, e dissano a’ principi de’ sacerdoti e a35 tutte le sinagoge: Noi abbiamo veduto Iesù, il quale voi crucificesti, con undici discepoli parlanti, e sedente nel mezzo di loro nel monte Uliveto, e dicente loro: Andando per tutto il mondo, predicate a ogni persona, battezzando nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo: e chi crederà, e sarà battezzato, sarà salvo. E parlate dette cose, e dette, lo vedemmo salire in cielo. Udendo queste cose i principi de’ sacerdoti, i seniori et i leviti, dissano a que’ tre uomini: Date gloria allo Iddio d’Israelle, e dateli confessione; se vere sono le cose le quali vedute e udite avete. E loro rispondendo dissono: Vive il Signore Iddio de’ padri nostri, Dio di Abramo, Dio di Isach e Dio di Iacob; così come udimmo Iesù parlante co’ discepoli suoi, e vedemmolo saliente in cielo: se noi taciamo, noi abbiamo peccato. Incontinenti rizatosi i principi de’ sacerdoti, tennano la legge del Signore, e scongiurorongli dicendo: Giammai più annuzierete le parole le quali a noi parlate avete di Iesù. E dettano loro molti danari, e mandorono con loro tre uomini che li menassino nella loro regione, acciocchè per nessuno modo stessino in Ierusalem. E ragunoronsi tutti i Giudei, e intra di sè feciono grande lamentazione, dicendo: Che segno è fatto in Ierusalem? Anna e Caiphas, consolandoli, dissano: Dobbiamo noi credere a’ soldati guardanti il sepolcro, i quali ci dissano: l’angelo ha rivolto la lapida del monumento? forse e sua discepoli queste cose hanno loro detto, et hanno loro dato assai danari, acciò che queste cose dicessino, e via togliessino il corpo di Iesù. Questo sappiate che non è da far credere alli alieni, perchè da noi riceuto hanno copiosa pecunia, e secondo che a loro dire insegnamo, così hanno detto: dovevano eglino a noi tenere la fede, o a’ sua discepoli?
E rizzandosi Nicodemo disse: Rettamente parlate, figliuoli di Israelle: voi vedesti tutte le cose le quali parlate hanno quelli tre uomini parlanti e giuranti nella legge del Signore, i quali dissano: noi abbiamo veduto Iesù parlante co’ sua discepoli nel monte Oliveto, e ’nsegnante le Scritture. Il beato Elia assunto fu in cielo; e domandato Eliseo da’ figliuoli de’ Profeti: dove è ’l padre nostro Elia? disse: elli è assunto in cielo. E dissano a lui i figliuoli de’ Profeti: forse lo Spirito così ha ratto lui, e hallo posto ne’ monti di Israel. Ma eleggiamo uomini con noi; e, cercandolo, forse lo troveremo: e pregorono Eliseo, et andò con loro tre dì, e non lo trovorono. Et ora uditemi, figliuoli di Israel: mandiamo uomini ne’ monti di Israelle, che forse lo Spirito ha ratto Iesù, e forse lo troveremo; e facciamo penitenzia. E piaque a tutto il popolo il consiglio di Nicodemo: e mandorono uomini, e cercando non trovorono Iesù. E tornati dissano: Cercando, non abbiamo trovato Iesù; ma abbiamo trovato Ioseph nella sua città a Barimattia. Udendo queste cose i principi de’ sacerdoti, e tutti i popoli, si allegrorono, e glorificorno Iddio di Israel, perchè è trovato Ioseph, il quale serrorono nella stanza e nollo trovorno. E faccendo grande congregazione, dissono i principi de’ sacerdoti: Con che ordine possiamo noi condurre a noi Ioseph, e parlare con lui? E tolsono fogli di carta, e scrissano a Ioseph dicendo: «Pace a te, e a tutti quelli che teco sono. Noi sappiamo che noi abbiamo peccato contro di Dio, e contro di te: degnati adonque di venire a’ padri nostri et a’ figliuoli tua, perchè maravigliati ci siamo della tua assunzione: noi sappiamo che noi abbiamo pensato maligno consiglio contro di te; e il Signore ti ha riceuto e hatti liberato dalle nostre mani. Pace a te, Ioseph onorabile da ogni plebe». Et elessono sette uomini amici di Ioseph; e dissano loro: Quando voi perverrete a Ioseph, salutatelo pacificamente, dandogli la pistola. La quale quando letta ebbe Ioseph, disse: Benedetto signore Iddio, il quale liberasti Israel della effusione del sangue mio! benedetto Signore, il quale mi difendesti sotto le tue ale! E baciati Ioseph li uomini, li ricevè in casa sua; e l’altro dì montato in sull’asino, andò con loro, e pervenne in Ierusalem. E udendolo tutti li Giudei, li andorono incontro, chiamando e dicendo: Pace nel tuo introito, padre Ioseph. A’ quali Ioseph rispuose: La pace di Dio a ogni popolo. E bacioronlo tutti, e ricevello Nicodemo nella sua casa, e feceli grande onore: e l’altro dì Anna e Caiphas e Nicodemo dissano a Iosephe: Dà confessione allo Dio di Israel, e manifestaci tutte le cose delle quali noi ti addomandiamo, perchè noi ci siamo contristati perchè tu seppellisti il corpo di Iesù; e rinchiudendoti noi nella stanza, non ti trovamo, e grandemente ci maravigliamo, e grande paura ci comprese, per insino che te presente abbiamo riceuto. Adunque dinanzi a Dio ci dì quello che di te è fatto. Rispondendo Ioseph, disse: Quando voi mi rinchiudesti il venerdì a vespro, stando io in orazione il sabato a mezza la notte fu sospesa la casa da quattro angeli36, e vidi Iesù come un fulgor di luce, e per paura caddi in terra; e tenendo la mia mano, mi baciò, e dissemi: Non temere, Ioseph; guardami, e vedi chi io sono. E guardandolo, e’ dissi: Maestro Elia. E dissemi: Io non sono Elia: io sono Iesù, il corpo del quale tu seppellisti. E dissi a lui: Mostrami il monumento nel quale io ti puosi. E tenendo la mia mano, mi condusse nel luogo dove io lo seppellii, e mostòmi i panni ne’ quali io lo ’nvolsi: e cognobbi che lui è Iesù; e adora’lo, e dissi: Benedetto colui il quale è venuto nel nome del Signore. E tenendo la mia mano, mi condusse in Abarimattia, nella mia casa; e dissemi: Pace a te! per infino a quaranta dì non uscire della tua casa. Io andrò a’ discepoli mia.
Et avendo ogni cosa udito i principi de’ sacerdoti, e li altri sacerdoti e leviti, stupefatti e come morti in terra nelle loro faccie caddono, e gridando a se medesimi, dissano: Che segno è questo, il quale è fatto in Israel? noi sappiamo il padre e la madre di Iesù. Un certo levita disse: Io vidi della sua cognazione tementi Iddio, e con orazioni sempre offerenti nel tempio sacrifici allo Iddio d’Israel. E quando il grande sacerdote Simeone lo ricevè, tenendolo nelle sua mani, disse a lui: Ora lasci il tuo servo secondo la tua parola in pace, perchè veduto hanno i mia occhi il salutare tuo, il quale apparecchiato ha’ dinanzi alla faccia di tutti i popoli, lume a revelazione delle genti, e gloria della tua plebe di Israel. Similmente esso Simeone benedisse la sua madre Maria, e disse a lei: Ecco posto è costui in ruina e in resurrezione di molti in Israel, ed in segno di contradizione: e la tua propria anima passerà il coltello, acciò che si revelino le cogitazioni di molti quori. Allora tutti dissano: Mandiamo a quelli tre uomini, i quali hanno detti averlo veduto co’ discepoli nel monte Oliveto. E questo fatto, e raunandosi; domandati, rispondendo con una voce dissano: Vive il Signore Iddio d’Israel; perchè abbiamo veduto Gesù manifestamente salire in cielo. Allora Anna e Caiphas separatigli dispersè, li domandorono a solo a solo, che di Iesù, il quale veduto avevano salire, dicessino la verità. Allora Anna e Caiphas dissano: La legge nostra contiene, in bocca di dua o di tre testimoni ogni parola stare. Ma che diremo perchè la sepultura di Moises non si truova, nè ancora si truova la morte di Elia profeta? Ma Gesù fu tradito a Pilato, e flagellato, sputato, di spine coronato, colla lancia percosso, crocifisso nel legno, morto e sepulto, et il corpo suo lo onorevole padre Iosephe e tre uomini testimoniano veduto averlo vivo, et averlo veduto co’ discepoli nel monte Oliveto, e saliente in cielo.
E rizzandosi Iosephe, disse a Anna e Caiphas: Veramente e bene vi maravigliate, perchè veduto è stato Iesù del monte vivo salire in cielo: ma veramente piue dà maraviglia, perchè non solamente è resucitato da’ morti, ma ancora molti altri ha resucitati de’ monumenti, e da molti in Ierusalem è stato veduto. E ora mi udite: Tutti sappiamo il beato Simeone grande sacerdote, il quale ricevè Iesù nella sue mani nel tempio, avere auti dua figliuoli germani; e noi tutti alla loro sepultura presenti fumo: andate adonque, e vedete i loro monumenti; i quali certamente aperti sono, perchè resucitati sono. Ecco e’ sono nella città di Abarimattia, insieme viventi in orazioni; e sono uditi chiamanti, e con nessuno parlanti, e stanno come morti cheti. Ma venite; andiamo a loro con ogni moderazione, perduciamoli a noi; e scongiurati, forse con noi parleranno del misterio della resurrezione di Iesù. Udendo queste cose, tutti si allegrorono: et andando Anna, Caiphas, Nicodemo, Iosephe, Gamaliel, non li trovorono ne’ loro sepolcri; ma andando nella città di Abarimattia, quivi gli trovorono in orazioni incinocchiati; e baciandogli con ogni venerazione e paura, gli condussano in Ierusalem nella sinagoga; e chiuse le porte, togliendo la legge del Signore, la puosono nelle mani loro, e scongiurandoli per lo Iddio Adonai e lo Dio d’Israel, il quale per la legge e pe’ Profeti ha parlato a’ padri nostri; se lui essere credete il quale voi da’ morti ha sucitati; diteci in che modo da’ morti siete risucitati. Questa scongiurazione udendo Carino e Lenzio, tremorono col corpo, e conturbati piansano col quore; et insieme in cielo guardanti, feciano il segno della croce co’ loro diti sopra le loro lingue, et incontinente insieme parlorono, dicendo: Dateci uno quaderno di carta per uno, acciò che noi scriviamo le cose le quali abbiamo veduto e udito. E dèttoli loro. E sedendo scrissono, dicendo:
Iesù Cristo, signore Iddio, resurrezione de’ morti e vita, permettici parlare i misteri della morte e croce tua. Tu comandasti a’ tua servi, a nessuno referire i divini misteri della tua maiestà, i quali nello inferno facesti: noi adonque essendo con tutti i Padri posti nella caligine delle tenebre, subito fatto fu il colore del sole aureo, e di colore di purpura reale, sopra di noi illustranti; e incontinenti il padre di tutta la umana generazione, Adam, con tutti i Patriarchi e Profeti, esultorono dicendo: Questa luce è l’aurore del sempiterno lume, il quale ci promisse mandarci il suo coeterno lume. E gridò Isaia, e disse: Costui è luce del Padre, figliuolo di Dio, come predissi, et essendo in terra vivo: Terra Zebulon e terra Netalin di là dal Giordano marittima, il popolo il quale sedeva nelle tenebre della morte, vide la luce grande: e quelli i quali sono nella regione dell’ombra della morte, la luce splenderà sopra di loro. Et ora è venuta e ha dato luce a noi sedenti nella morte; et acciò che tutti ci allegriamo nel lume il quale ci ha inluminati. Sopravvenne il nostro padre Simeone, et allegrandosi, a tutti disse: Glorificate il signore Iesù Cristo figliuolo di Dio, perchè io lo ricevetti bambino nel tempio, e, mosso dallo Spirito Santo, dissi: Ora hanno veduto i mia occhi il tuo salutare, Signore, il quale tu preparasti nel cospetto di tutti i popoli; lume a revelazione delle genti, e gloria della tua plebe d’Israel. Queste cose udendo la multitudine de’ Santi, più si allegrò: e dopo queste cose sopravvenne uno eremito; e domandato, Chi se’ tu; rispondendo, disse: Io sono Giovanni, voce e profeta dello Altissimo; il quale certo andai innanzi alla faccia del Signore a parare la sua via; a dare la scienzia della salute alla sua blebe37, in remissione de’ loro peccati. E vedendolo venire a me, compulso dallo Spinto Santo, dissi: Ecco l’Agniel di Dio, ecco colui il quale toe i peccati del mondo. E battezza’lo nel fiume Giordano: e vidi lo Spirito Santo, descendente in spezie di colomba; e udii la voce del cielo dicente: Costui è ’l mio figliuolo diletto, nel quale mi sono bene compiaciuto. E ora andato sono innanzi alla sua faccia, e sono desceso a annunziarvi, perchè lui è in prossimo a visitarci; lui nascente figliuolo di Dio, dall’alto viene a’ sedenti nelle tenebre et ombra della morte.
Et udendo il primo uomo Adam padre nostro nel Giordano 38, gridando al suo figliuolo Seth, disse: Narra, figliuolo mio, a’ tuo’ figliuoli Patriarchi e Profeti tutte le cose le quali da Michele arcangelo udisti, quando ti manda’ alle porte del paradiso, acciò che tu pregassi il Signore che mandasse l’angel suo, e desseti l’olio dell’albero della misericordia, acciò che ungessi il corpo mio, quando fussi infermo. Allora Seth appropinquandosi a’ santi Patriarchi e Profeti, disse: Io Seth pregando il Signore alle porti del paradiso, ecco l’angelo del Signore, Michele, mi apparve dicendo: Io sono mandato a te dal Signore; io sono costituto sopra il corpo umano: a te dico, Seth; non ti volere affatigare con lagrime pregando per l’olio del legno della misericordia, acciocchè tu unga il padre tuo Adam pel dolore del corpo suo, perchè in nessuno modo ricevere lo potrai, se none nell’utimi dì de’ tempi, quando saranno finiti tremila novecento cinquanta dua anni. (Secondo la ebraica verità, dal principio del mondo per infino alla incarnazione di Cristo, sono anni tremila novecento cinquantadua: secondo i Settanta, sono cinquemilia cinquecento 39.) In quel tempo lo amantissimo figliuolo di Dio verrà in terra a risucitare il corpo di Adam, et a insieme risucitare i corpi de’ morti; e lui venendo, battezzato sarà nell’aqua del Giordano: e quando tornato sarà dall’aqua del Giordano, allora con l’olio della sua misericordia ungerà tutti coloro i quali in lui crederanno; e sarà quello olio della misericordia in regenerazione di coloro i quali rinascere debbono di aqua e Spirito in vita eterna. Allora discendendo allo inferno 40 lo amantissimo figliuolo di Dio Cristo, introdurrà il tuo padre Adam della misericordia 41. Udendo queste cose da Seth, tutti i Patriarchi e’ Profeti esultorono e fecieno grande letizia.
Et esultanti tutti i Santi, ecco Satanasso, principe e duce della morte, disse allo Inferno 42: Preparati ricevere Iesù, il quale si è gloriato essere figliuolo di Dio, et è uomo temente la morte, e dicente: Maninconosa è l’anima mia per infino alla morte: lui è quello il quale avversario è stato a me, malfaccente; e molti ha sanati, i quali io ciechi, zoppi, curvi e lebbrosi avevo fatti e vessati. Rispondendo lo Inferno, disse a Satanasso principe: Chi è questo potente 43, conciosia cosa che sia uomo temente la morte? Tutte le podestà della terra subiette sono alla mia potestà, i quali 44 a me ho sottoposti colla tua potenzia. Se adonque tu se’ potente, quale è quello uomo Iesù, il quale, temente la morte, alla tua potenzia è avversante? se tale uomo potente è nella umanità, veramente tuo, onnipotente è nella divinità; et alla sua potenzia nessuno può resistere: e quando dice che teme morte, ti vuole pigliare, e vuole farti in eterno perire. Rispondendo al principe dello inferno, Setanasso disse: Che dubiti tu? e temi ricevere Iesù tuo e mio avversario? io lo tentai, e quello antico popolo iudaico ho escitato a invidia e ira contro di lui, e le lancie auzzai a persecuzione di lui, e fiele e aceto mescolai in sua bevanda, e il legno preparai per crucifiggerlo, et in prossimo è la morte sua, che 45 conducilo a te, subietto a te e me. Respondendo lo Inferno, disse: Tu mi dì che lui è quello il quale da me ha i morti estratti? Molti sono i quali da me qui detenti sono, i quali lungo tempo in terra vissono, e da me morte ricevano; e non per loro potenzia, ma per divini preghi l’onnipotente Iddio da me gli ritrasse 46.
Note
- ↑ [p. 61 modifica]Il Testo ha dieci nomi; e in vece di Sabna e Datan legge Summas e Datam.
- ↑ [p. 61 modifica]Il Testo, de malis actibus; cioè, con arti diaboliche, essendo malefico, come dice appresso: e in San Giovanni, XVIII, 30, κακοποιός.
- ↑ [p. 61 modifica]Il Testo, Qua ratione adducetur Christus?
- ↑ [p. 61 modifica]Cioè, Gesù. Alessandro era uno del sinedrio. V. Atti degli Apostoli, IV, 6; Giuseppe ebreo, De bello lud. II, 25, e Antiq., XX, 3.
- ↑ [p. 61 modifica]Il pueri Hebraeorum del Testo vale, io credo, Ebrei.
- ↑ [p. 61 modifica]Non laudatis quod ex se, curvata sunt capita signorum, et adoraverunt Iesum: sed quomodo clamatis ad signiferos etc.?
- ↑ [p. 61 modifica]Cioè, pagani, che adoriamo gli Dei.
- ↑ [p. 61 modifica]Il Testo, procul posita: ma alcuni testi dovevano far un nome proprio di procul, perchè vi hanno scrittori che, sulla fede del Passio greco di Nicodemo, chiamano Πρόκλαν la donna di Pilato.
- ↑ [p. 62 modifica]Cioè, non t’impacciare ec.; conforme a quello che si legge in S. Matteo, XXVII, 19.
- ↑ [p. 62 modifica]Il Codice ha rispuose.
- ↑ [p. 62 modifica]Non consta per verun sacro o profano scrittore, che nè a Gesù nè agli Apostoli venisse mai obiettata dai Giudei quest’empia calunnia.
- ↑ [p. 62 modifica]Dodici nomi ha il Testo; e anche questi vi si leggono diversamente.
- ↑ [p. 62 modifica]Il Testo: Legem habemus non iurare, quia peccatum est: ipsi iurent per salutem Caesaris, quoniam non est sicut diximus, et rei sumus mortis.
- ↑ [p. 62 modifica]Per salutem Caesaris, si quis blasphemaverit, dignus est morte: hic autem adversus Dominum blasphemavit. Così il Testo; conforme al Levitico, XXIV, 16.
- ↑ [p. 62 modifica]Il Testo, sicut dictum est.
- ↑ [p. 62 modifica]Prendo dal Testo questi due nomi: il Codice, Magi curanti.
- ↑ [p. 62 modifica]La parola morire è supplita: il Testo qui si allarga un poco più.
- ↑ [p. 62 modifica]Lebbroso è supplito. Ma poco dopo torna di nuovo a parlare il Lebbroso; mentre nel Testo è solamente a questo luogo.
- ↑ [p. 62 modifica]Qui altri Giudei vengono a ricordare altri miracoli del Salvatore, secondo il Testo, ch’è piú copioso.
- ↑ [p. 62 modifica]Il Testo aggiunge, et carne coturnicum.
- ↑ [p. 62 modifica]Il senso, secondo il Testo, è: La tua gente ha provato, che tu se’ da punire come quello che ti fai re.
- ↑ [p. 62 modifica]Cioè, de’ Romani, che a’ condannati [p. 63 modifica]per sedizione volevano data la morte di croce, dopo la flagellazione.
- ↑ [p. 63 modifica]S’intende, Pilato.
- ↑ [p. 63 modifica]Il Testo, increpavit.
- ↑ [p. 63 modifica]Il Codice, esclamato. E il Testo è un po’ più diffuso.
- ↑ [p. 63 modifica]Il Testo: Hely, Hely, lama zabathani; quod est interpretatum: Deus meus, Deus meus, ut quid dereliquisti me? Et post haec dicit Iesus: Pater, in manus tuas etc.
- ↑ [p. 63 modifica]Il Testo, omnes noti eius.
- ↑ [p. 63 modifica]Qui il Testo introduce anche Nicodemo, ed è alquanto diverso dal volgarizzamento.
- ↑ [p. 63 modifica]Intendi, cercarono per far loro male.
- ↑ [p. 63 modifica]Cioè, al giorno dopo il sabato.
- ↑ [p. 63 modifica]Davit.
- ↑ [p. 63 modifica]Cioè, vedesti, per lo scambio del v in b.
- ↑ [p. 63 modifica]Il Testo, accipientes.
- ↑ [p. 63 modifica]Il Testo: et diffamatus est omnibus sermo illorum.
- ↑ [p. 63 modifica]Non ha il Codice e a.
- ↑ [p. 63 modifica]Forse, angoli.
- ↑ [p. 63 modifica]Per plebe; come brivilegio per privilegio.
- ↑ [p. 63 modifica]Manca, quia in Iordane baptizatus est Iesus.
- ↑ [p. 63 modifica]Ho posto fra parentesi questa glossa del volgarizzatore: il Testo dice 5500, invece di 3952.
- ↑ [p. 63 modifica]Meglio, parmi, il volgarizzamento che il Testo, ove si legge descendens in terras.
- ↑ [p. 64 modifica]Manca in paradisum ad arborem misericordiae.
- ↑ [p. 64 modifica]Il Testo: Satan.... dixit ad Principem inferorum.
- ↑ [p. 64 modifica]Il Codice non dà buona lezione, ponendo dice in luogo di chi è; conforme al Testo: Quis est iste etc.?
- ↑ [p. 64 modifica]Cioè, tutte le potestà: il Testo, potentes.
- ↑ [p. 64 modifica]Manca nei Codice il che.
- ↑ [p. 64 modifica]Qui il Codice rimane in tronco. Seguita nel Testo il dialogo infernale, che termina con la venuta del Salvatore risorto, al quale vanno dietro i Santi del Limbo. Ripiglia poi la narrazione di quello che dopo la morte di Gesù fecero i Giudei nella Sinagoga, e che Giuseppe e Nicodemo riferirono a Pilato; il quale posuit omnia verba in codicibus praetorii sui publicis. Finalmente Pilato va al tempio, e fattisi portare i libri di Mosè e de’ Profeti, domanda a’ principi de’ sacerdoti, agli scribi e ai dottori, se nelle Scritture fosse notizia di quel Gesù che avevano voluto crocifiggere. Alla quale domanda, fatti prima uscir tutti dal sacrario e serrate le porte, rispondono Anna e Caifas, che, lette bene le Scritture, e fatti i computi degli anni, si doveva tenere per fermo, quod Iesus quem crucifiximus, Iesus Christus Dei filius est, verus et omnipotens Deus.