Vangelo di Nicodemo/Il Passio o Vangelo di Nicodemo

Il Passio o Vangelo di Nicodemo

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Avvertimento Prologo d'Eteo, che d'ebraica greca fece la presente Storia


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IL PASSIO

o

VANGELO DI NICODEMO




Se si maraviglia lo umano intelletto, considerando la mirabilissima incarnazione del Figliuolo di Dio Iesù benedetto; certissimamente molto più maravigliar si debbe e stupire, considerando Iesù Dio et uomo essersi degnato, per noi ingrati peccatori ricomperare, patire morte e passione, e non solo morte e passione, ma la più aspra e crudele morte e passione la quale mai sia stata intesa. Quale intelletto non mancherà, pensando il Creatore per noi ricomperare fatto esser creatura; e per noi ricomperare e da morte liberarci, Iesù benigno aver morte sopportato; e l’uomo [p. 2 modifica]ingrato per la vita aver dato la morte, et ingegnarsi non participare tale e tanto ineffabile beneficio? La quale ingratitudine, molto più che la corporale passione, dispiace allo eterno Iddio Iesù benedetto: e però con ogni diligenzia dobbiamo ingegnarsi evitare tale mancamento; il quale facilmente fuggiremo, se del nostro signore Dio Iesù santissimo la ineffabile incarnazione, saluberrima dottrina e salutifera passione contempreremo. E benchè da Matteo, Marco, Luca e Giovanni molte cose scritte sieno senza comparazione; come testifica Giovanni, molto più sono quelle che da loro sono state posposte; le quali, perchè infinitissime sono, impossibile sarebbe tutte avere scritte: e perchè Nicodemo, discepolo del nostro piissimo Iesù Cristo, la sua santissima passione scrisse, incominciando la sua istoria poi che condotto fu al palazzo di Pilato; narrando molte cose mirande e degnissime di contemplazione, ed attissime a [p. 3 modifica]mollificare ogni duro ed inumano quore; ho deliberato quella la quale da Eteo di ebrea greca fatta fu, di latina vulgare fare, per dare cagione a ciascheduno di considerare tale asprissima passione; e quella pensando, compungersi nel suo quore, e ’ngegnarsi non essere al tutto ingrato di tanti beneficii.

Piissimo, benignissimo et amorosissimo nostro signore Iesù benedetto, il quale degnato ti se’ per noi uomo diventare, e tale e tanta passione per noi ingrati tollerare: degnati, signor mio benedetto, grazia concedermi che questa tua santissima passione mollifichi, muova e compunga il mio duro quore, e desiderio in me inmetta di dimostrare qualche gratitudine verso la tua maestade, et in me accenda ardentissimo desiderio di salute, e sempre fare la tua voluntà, Iesù santissimo, signor mio benedetto.