Una messa nel 1793

occitano

Abbé Celestin Malignon. 1911 1911 Emanuele Portal Indice:Antologia provenzale, Hoepli, 1911.djvu poesie Una messa nel 1793 Intestazione 10 giugno 2024 25% Da definire

Laura a Valchiusa Primavera
Questo testo fa parte della raccolta Antologia provenzale


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UNA MESSA NEL 1793.

Venivano i giorni dì lutto e di tristezza in cui la Chiesa di Dio dovea subire le maggiori amarezze e desolazioni. Preparata dall’empietà, la Rivoluzione schiaccia prima i Re, poi la Religione. Appena Luigi XVI ha resa la bell’anima a Dio, che dappertutto, mettendo fuoco e fiamma, essa s’attacca all’altare. La Francia è agli estremi. Lo spavento regna sulle campagne, il turbamento si diffonde ovunque, i preti sono obbligati a nascondersi nelle fattorie e nei boschi. [p. 157 modifica] Per colmo di tante sventure le Chiese e le Cappelle sono chiuse. Si direbbe la fine di tutto. É scoppiato il Terrore. E nel nostro Mezzogiorno si raccontano fatti che proiettano un raggio luminoso a traverso la notte oscura, piena di spaventi. Mentre le Chiese e le Cappelle sono chiuse a catenaccio, la tua fabbrica, o Prime-Combe, nascosta nell’ombra. In preda ai quattro venti, teneva la sua porta aperta nella profondità della valle. Ora in quel momento, errando e nascondendosi un po’ dappertutto, vestito d’un abito corto, colla barba lunga e il cappello da montanaro, il priore di S. Clemente Diede un giorno appuntamento ai fedeli della contrada nella tua cappella remota. [p. 158 modifica] O Prime-Combe, e fu uno spettacolo dei più commoventi. Alla mezzanotte vi troverete domenica a Prime-Combe, avea detto il curato, ed io celebrerò la Santa Messa. Al colpo di mezzanotte la folla entra silenziosa nella Cappella, felice di poter sentire la Santa Messa in alte deserto. L’altare si accende di mille fuochi, il prete riveste il suo camice bianco e la stola, assistito dall’eremita, Battezza i fanciulli, consacra i matrimoni, benedice le famiglie fedeli e comincia ansioso il santo sacrifizio... L’alba stava per diffondere il suo chiarore mattiniero, le preghiere eran finite, ed ognuno si ritira al suo focolare....


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Abbé Celestin Malignon.

1846.

UNO MESSO EN 1793 (frammento).

Arribavon li jour de dòu e de tristesso,
Mounte, dins la pieno amaresso,
Devié la divo Glèiso ìsta ’n desoulacioun.
Pèr l’impieta preparado,
La Revoulucioun met si piado
Subre li Rèi d’abord, pièi sus la Religioun.
A peno Louis Sege a rendu sa bello amo,
Qu’au pais metènt fioc e damo
Lèu s’ataco à l’autar: La Franto es à noun plus.
L’esglàri gagno li campagno,
Pertout s’esténd la malamagno,
Dins li mas e li bos li prèire soun reclus.

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Enfin, pèr acaba talo malemparado,
Glèiso, capello, soun barrado.
Sèmblo la fin de tout. A danti la Terrour.
E dins noste Miejour se conto d’aventuro
Qu’aluminon la niuech oscuro
Qu’embandissié pertout espaime e frejoulun.
D’enterin que glèiso e capello
Soun ferrouiado de pu bello,
Toun casau, Primo-Coumbo. aclata dins l’ouinbrun,
Badant i quatre vènt, tenie sa porto ouverto
Au fin founs de la vau deserto.
Or, s’atrovo qu’alor, errant e s’escoundènt
De soulitudo en soulitudo,
Abi court, barbo loungarudo,
Capèu de mountagnard — lou priéu de Sant Clemènt
Dounè ’n jour rendès-vous i bon de l’encountrado
Dins ta capello retirado,

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Primo-Coumbo, e fuguè ’n espetade à l’estra.
— Au cop de miejo-niue que toumbo,
Sarés, dimenche, à Primo-Coumbo,
Dirai la Santo Messo, — avié di lou Curat.
.     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     
Au coup de miejo-niue, la foulo silenciouso
l’entro dins la capello, urouso
D’ausi la Santo Messo au mié de tau desert.
De milo fiò l’autar s’emblanco,
Lou Prèire met soun aubo bianco,
Soun estolo; assista de l’Ermito per clerc,
Batejo lis enfant, counsacro li mariage,
Benesis li tìdèu meinage,
E coumenco, ancious, lou Sacretìce Sant.
.     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     
L’aubo anavo espandi sa clarour matiniero,
Eron finido li preiero,
E chascun se retiro e gagno soun fougau....

(Nosto Damo de Primo-Coumbo).
C. IV.