Un passo avanti nella cultura femminile/Tesi/XI
Questo testo è stato riletto e controllato. |
◄ | Tesi - X | Progetto | ► |
XI.
Dallo schizzo leggierissimo che abbiamo tentato dello stato morale della donna presso le nazioni che sempre più tendono ad unificarsi in una sola civiltà, ci è lecito rilevare ch’ella trovasi oggi in un punto egualmente lontano e da quello dal quale prendeva le mosse, e da quello che la legge di progresso le indice siccome necessario a raggiungersi — Non ci resta perciò che d’avvisare ai mezzi di innoltrarla più sempre in quel sentiero pel quale s’è felicemente avviata, onde più presto raggiunga e la perfetta coscienza di tutte quelle attitudini che il dispotismo convenzionale le ha finora negate, e la potenza di applicarle nelle sociali funzioni.
Una serie copiosa di lavori letterarii e scientifici e per fatto della donna e per fatto dell’uomo videro in questo secolo la luce, in diversi paesi e presso nazioni diverse, affine di rivendicare alla più gentile metà dell’uman genere le sue ragioni alla considerazione, alla produzione lucrosa, al benessere, all’autonomia individuale: rivendicazione che, per essere tarda, non fece che appassionare tanto più le intelligenze leali e gli spiriti logici e generosi — Dissentendo anche da qualche donna illustre ed intelligente, che reputò doversi nè più nè meno che col fatto redimere la donna, ed essere a questo scopo impotenti e superflue le teorie, noi crediamo di potere coll’esperienza affermare, che, nell’avanzamento filosofico, sempre il pensiero appoggiar deve l’azione, e la dottrina l’applicazione; che altrimenti potrebbe il fatto distruggere il fatto, nè si troverebbe di fronte al secondo pronta e tenace la ragion del primo.
Debora che resse Israele con valore e sapienza — Giuditta che liberò Betulia — Ester che salvò la sua nazione dall’esterminio, brillarono astri di solitaria luce; nè il loro raggio potente riescì a togliere dal dispregio le figlie d’Israele.
La temuta e maestosa figura di Semiramide, che torreggia ancora dai ruderi della spenta Babilonia, non bastò a riabilitare la donna nel concetto degli Orientali.
L’austera madre dei Gracchi, l’eroica madre di Coriolano, l’intrepida Clelia non impedirono che Roma continuasse a considerare la donna come un pupillo in perpetua necessità di tutela.
Bianca di Castiglia — Margherita di Valois — Giovanna d’Arco, non bastarono a persuadere la Francia che il salico pregiudizio è in prima e dopo tutto un pregiudizio: e l’Inghilterra che data la sua prosperità dall’ eminente politica di una donna, e che è oggi stesso degnamente rappresentata da un’altra donna, non s’è ancora determinata ad assicurare al sesso delle condizioni giuridiche che siano meglio in armonia collo sviluppo morale e materiale nella nazione, e così via dicendo: sempre vedrassi il fatto giacersi impotente ed isterilito, se il pensiero filosofico e la scientifica dimostrazione non s’incaricano di svolgerne i germi e fecondarli — E la ragione è evidente: nessun interesse e nessun pregiudizio è mai salito in furore di suicidio, ma furono gradatamente costretti a ceder terreno dalla forza della ragion progressiva, che prevede il fatto, ed accaduto lo appoggia.
E questo è ciò che potentemente fecero le dottrine a cui accennavamo, che conversero sulle condizioni della donna le considerazioni delle scienze naturali e filosofiche, economiche e legislative.
Già vedemmo dalla copiosa serie di nomi, che la donna consegna alla storia del pensiero e dell’arte, come la scienza l’abbia già emancipata dal plateale pedantismo personificato da Molière nel suo Crysale quando gli faceva dire:
«Nos pères sur ce point etaient gens bien sensés
Quì dìsaient qu’une femme en sait toujours assez» |
Dalle tracce luminose e profonde ch’ella lasciò nella politica, siamo in diritto d’inferirne, che il senso comune (che fu fino ad oggi la merce più rara) coinincerà ad accorgersi quanto prima, che le nazioni constano, come la specie, di due termini essenziali e necessarii, nei quali caratteri sta la suprema ragione dell’eguaglianza — Non può negarsi infatti, che anche da questo lato non siano le condizioni femminili in via di progressione.
Il diritto nelle elezioni municipali che si esercita nel regno d’Italia, e nell'Impero d’Austria, per sostituto dalle donne, si esercita da esse direttamente nell'Irlanda e nella Colonia Vittoria: le Austriache proprietarie delle terre nobili hanno anche diritto all'elezione nelle diete provinciali, che amministrano le provincie ed eleggono i deputati al consiglio dell’Impero.
Dal largo posto che la donna occupa oggi nella pedagogia, il qual ministero esige una larga coltura, possiamo dedurre, che si vedrà quanto prima la necessità d’ampliare i suoi programmi educativi, dovendo le istituzioni ormeggiare i bisogni.
Dalle riforme legislative, che in tutti gli Stati del continente europeo andarono da quasi un secolo migliorando con frequenti gradazioni le condizioni giuridiche della donna, ne riportiamo la persuasione che, ispirandosi sempre più la giurisprudenza allo spirito filosofico, sentirà più presto la convenienza di consultare la dimostrazione scientifica a preferenza dell'autorità tradizionale, norma incompleta per una società che cammina al meglio avvenire, e sentirà insieme il dovere di cancellare affatto dai codici delle nazioni illuminate quelle convenzioni arbitrarie, che pongono fuor del diritto comune cittadini, che la scienza e la filosofia hanno rivendicati.
Ma finalmente ed anzi tutto, vedendo come il tipo femminile si modifichi più sempre, e malgrado gli sforzi conservatori degli eredi di Crysale che vorrebbero immobilizzarlo come un dogma, svestendo gradatamente i caratteri fittizii e convenzionali, tende ad invadere il posto che la natura assegna all’essere intelligente e progressivo, possiamo concluderne senza tema d’andarne errati, che la parte femminile intelligente non retrocederà davanti alle iniziative di fatto, come non ha rinculato davanti alle iniziative teoriche.
Sì, noi lo crediamo fermamente — Un appello al coraggio iniziatore della donna troverà generosi incoraggiamenti e numerose adesioni; e la donna del continente europeo non si troverà da meno delle sue sorelle transatlantiche.
È in questa ferma fiducia che noi proponiamo la fondazione, in Italia, di un Istituto Internazionale, nel quale la donna di qualunque età, nazione e confessione religiosa possa, dopo superati i Corsi Elementari iniziarvisi allo studio secondario; è questo passo avanti nella educazione femminile è altamente reclamato dallo stato generale dell’intellettuale coltura dei popoli civili — Che se lo studio primario ed elementare può bastare a quelle classi, alle quali le sollecitudini urgenti della vita materiale, le abitudini laboriose, assegnano ad onesto e non meno nobile compito il progresso delle industrie, non può bastare a quelle altre, che gemono angustiate fra le strettezze e le esigenze del rango, o che, ricche, si assegnano l'ozio a vergognosa porzione per difetto di analoghe occupazioni — La coltura, non altro essendo che una quantità di dati che si somministrano al criterio onde formare i giudizii, ne risulta che una scarsa coltura, massime se raccolta a mo’ di spigolatura su pochi terreni, non presentando al criterio tutti i possibili aspetti del suo oggetto, gli fa derivare falsi e puerili i giudizii: laonde non a torta videro alcuni nella mediocre coltura un più ferace ostacolo al retto giudicare che non nell'assoluta ignoranza che si salva dall'errore coll'astensione o, coll'ingenua cognizione di sé, si rimette e si consiglia.
Importa perciò sommamente che la donna delle classi agiate, che la ragione progressiva va sempre più amorevolmente invitando alla vita del pensiero, vi si addestri con quegli studi che non colle cose sole le fanno stringere conoscenza, ma la ragione eziandio di esse cose la guidino a ricercare e ad avvertire — Importa ch’ella si formi il criterio esperimentale sugli uomini, sulle cose e sugli avvenimenti: criterio comparativo, impossibile senza una vasta coltura storica ed etnologica — Importa che, iniziata alle leggi del bello elevi il suo spirito alla creazione artistico-letteraria, o rimuova almeno da sé quel gusto morboso che è la massima delle disarmonie in una creatura, che è prototipo del bello nella scala degli esseri: nè ciò può ottenersi col semplice uso di antologie, che le bellezze del concetto e dell'eloquio presentano troppo complesse, ma bensì adusando lo spirito osservatore alla ricerca delle sue imperscrittibili norme colla scientifica analisi delle parti — Importa che lo spirito avvezzi ad avvertire i suoi proprii procedimenti, seguendo le sicure leggi della Logica, per poscia queste applicare all’intellezione ed al giudizio della storia del pensiero umano e dalla svariata moltitudine dei sistemi tragga quindi l’indipendenza della mente e la tolleranza dello spirito — Importa che l’iniziamento alle scienze naturali la salvino dalle spesse ed insipienti sorprese ond’è percossa l’ignoranza in faccia al fenomeno, che tutto perturbano l’essere fisico e morale consegnandolo inerte, impaurito e senza risorse in balìa di forze occulte — Importa che gli elementi delle scienze esatte, dilucidando nella sua mente, le idee del numero, del cumulo e degli spazii, ed abituando il suo intelletto ed il suo occhio alla matematica esattezza della premessa e dell' induzione, la redimano dal frequente bisogno che ella sente d’altrui, nella sua attuale ignoranza, per le mille esigenze della proprietà e del lavoro — Importa insomma che, redenta l’istruzione femminile da quel carattere di leggierezza e di superficialità, che mentre le dà i vocaboli e la forma delle idee e delle cose, gliene tace l’indole e la ragione, si elevi tanto da porla al vestibolo della scienza, fornita d’ogni strumento necessario a forzarne le porte e ad addentrarne i misteri salutari — E questo è ciò appunto che può fare lo studio secondario.
Cerchiamo noi troppo alla donna? Non lo crediamo — Tre sono le categorie nelle quali si possono classificare gli oppugnatori della femminile istruzione — Alla prima categoria appartengono gli oscurantisti, coi quali non ci giova rompere lancie, dacché camminando essi al passato, ed innoltrandoci noi nel futuro, rimane perfettamente inutile l’azzuffarci, come lo sarebbe per due viaggiatori che partendo ambidue dall’equatore si dirigessero con pari velocità agli opposti poli — Alla seconda appartengono i discendenti di Crysale, gli uomini del vecchio tempo, che ammiratori in buona fede di tutte le antichità non possono apprezzar qualche cosa se non attraverso alla polvere ed al tarlo. A questi che non si sollecitano di principii, che non s’impicciano di dottrine, che non odiano il bene, ma neppure lo ragionano, credendo averlo tutto ricevuto nel corpo complesso delle avite tradizioni, a questi null’altro possiamo dire se non che, ci è ben lecito preparare a nostra volta un egual corpo d’antichità ai nostri discendenti. Che se le Altezze Reali dei nostri giorni più non temono dallo sfavor della sorte di dover attignere acqua alle fonti colle mani, domiciliate a perpetuità nel guanto, come deplorava l'antica Andromaca; se il progresso delle arti mecaniche ha screditato le industrie d’Aracne; se i filatoj hanno detronizzato il fuso e la conocchia, e l’ago esso pure, già conteso alla donna dalle dita virili, sta ora per isfuggirle quasi affatto di mano ad accelerare indefinitamente il suo lavoro sotto l’azione d’un meccanismo; se in una parola, la trasformazione incessante subita da tutte le cose umane obbliga anche la donna a seguire quella corrente che non può rimorchiare, se non a patto d’ abolirsi, eredi di Crysale, qual colpa ne abbiamo noi?
Alla terza categoria appartengono, fra i nemici del sollevamento della donna (e li abbiamo già denunciati in lavori antecedenti al senso comune di giustizia) quei pseudodemocratici che, permalosi all’estremo per conto proprio, fieri rivendicatori d’ogni loro diritto, innovatori instancabili ed insaziabili per ogni loro meglio, quando trattasi d'altrui, facendosi d’un tratto conservatori, s’affibbiano gravemente la tonaca farisaica, abbassano la voce, diradano le parole, premono solennemente sugli accenti, distinguono come scoliasti, ed obiettano così seriamente da far quasi credere un momento alla serietà dell’obiezione; sicchè li diresti la statua della Circospezione, piantata in mezzo ad una turba ondivaga e stordita per farla pensare. Ma no, signori miei, persuadetevelo in coscienza, è tutta mimica e solennità sprecata; e persuadetevelo presto, in quanto che il perdurare nell'illusione di trattenere il mondo non aggiunge fama al vostro senno, come non onora la vostra lealtà — Voi siete sotto veste di liberali, i naturali nemici della libertà, che vorreste trafficare a vostro uso e consumo con istrumenti, che fanno sotto forma nuova un lavoro vecchio — Inglesi, voi amate fieramente la libertà in Inghilterra, ma non la concepite nè in Irlanda nè nelle Indie — Francesi, voi capite i voti della Savoja e delle provincie renane, ma non capite quelli dell’Alsazia, della Corsica, dell’Algeria — Austriaci, voi sentite le aspirazioni, della patria tedesca, ma non vi date per intesi delle aspirazioni della patria ungherese, polacca, italiana — Piantatori del Sud, conoscevate profondamente i diritti del bianco mentre facevate una potentissima astrazione da quelli del negro, e non è vostra colpa se oggi siete costretti ad avvertirli — Uomini, abbracciate con un'enfasi, che onora la vostra intelligenza e lo squisito senso dei vostri interessi, tutte le idee democratiche e progressiste, ma non sembra convenirvi che la donna cessi d’essere il vostro più o meno docile balocco — Voi siete potenti per ingegno, per nome, per opere; voi trascinate talora le masse; ma non monta! Un manipolo di generosi si è già da tempo incaricato di abbattere gli idoli, davanti ai quali le turbe si curvano irresistibilmente ossequenti: ma è compito dell’intelligenza e della coltura di smagare i Feticci insipienti, e togliere dagli occhi affascinati il prisma dell’ignoranza che trasforma idee, uomini e cose.
Aggiustati così i nostri conti cogli avversarli, possiamo rispondere alle obiezioni degli opportunisti, i quali crederebbero per avventura che l'istituzione da noi proposta anticipi sui bisogni del tempo: che, la diffusione della femminile coltura in Germania e nella Scandinavia, la rapida via progressiva nella quale s’innoltra la donna in Italia, lo sviluppo massimo delle Francesi e delle Anglo-sassoni dei due emisferi, sono lì per provare che non ci si può, non ci si deve accusare di vedute utopistiche, senza gettare in viso a tutto il sesso un insulto immeritato.
Sicure perciò del pubblico favore, certe della simpatia di tutta la società intelligente, fiduciose nell’appoggio di tutte le nazioni civili, non che della protezione e benevolenza di ogni governo illuminato e liberale, esponiamo il progetto quale fu da noi concepito.
Siamo ben lungi dal credere che il progetto da noi qui sotto esposto sia irreprensibile, e tanto meno che la critica di un pubblico illuminato non posa trovarvi fattibili delle forti obiezioni; ed è perciò appunto che al pubblico lo esponiamo, onde interrogare il suo autorevole giudizio, nel mentre ne invochiamo l'indispensabile appoggio e favore.