Umilità dolcemente il riceve (Laterza, 1920)
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a cura di Aldo Francesco Massera
XIII secolo/XIV secolo
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Questo testo fa parte della raccolta XVI. Folgore da San Gimignano
XXV
Umiltá.
Umilitá dolcemente il riceve,
e dice: — Punto non vo’che ti gravi,
che pur convèn ch’io ti rimondi e lavi;
4e farotti piú bianco, che la neve.
E ’ntendi quel, ched io ti dico breve:
ch’i’ vo’ portar de lo tuo cor le chiavi;
ed a mio modo converrá che navi;
8ed io ti guiderò si come meve.
Ma d’una cosa far tosto ti spaccia,
che tu sai che soperbia m’è nimica:
11che piú con teco dimoro non faccia.
I’ ti sarabbo cosí fatta amica,
che converrá ch’a tutta gente piaccia;
14e cosí fa chi di me si notrica. —