Ecco Prodezza, che tosto lo spoglia (Laterza, 1920)
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a cura di Aldo Francesco Massera
XIII secolo/XIV secolo
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Questo testo fa parte della raccolta XVI. Folgore da San Gimignano
XXIV
Prodezza.
Ecco Prodezza, che tosto lo spoglia,
e dice: — Amico, e’convien che tu mudi,
per ciò ch’i’vo’ veder li uomini nudi;
4e vo’ che sappi non abbo altra voglia.
E lascia ogni costume, che far soglia,
e nuovamente t’affatichi e sudi;
se questo fai, tu sarai de’ miei drudi,
8pur che ben far non t’incresca né doglia. —
E, quando vede le membra scoperte,
immantenente se le reca in braccio,
11dicendo: — Queste carni m’hai offerte;
i’ te ricevo e questo don ti faccio,
acciò che le tue opere sien certe;
14che ogni tuo ben far giá mai non taccio.—