Trento e il suo circondario descritti al viaggiatore/Distretto di Trento I. Topografia de' paesi/Biblioteca e Museo Civici

Biblioteca e Museo civici

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[p. 55 modifica]Biblioteca e Museo civici.

Queste due istituzioni si trovano unite nel Palazzo nuovo del Municipio, in Via larga, al secondo piano. Sorsero per opera di parecchi egregi cittadini, e si mantengono a lustro e decoro della città, mercè le solerti cure che v’imparte l’onorevole Municipio.

La Biblioteca ebbe a suoi fondatori il V. P. Giovanni Benedetto Gentilotti, il Canonico Giambattista suo fratello e il Barone Antonio Mazzetti morto in Milano nel 1841. — I libri lasciati dai due primi alla città danno la cifra di circa 13 mila volumi; altrettanti ne offre la preziosa suppellettile legata dall’ultimo, non compresi i Manoscritti, che montano a 1548, ai quali appartiene la Collezione Mazzettiana dei documenti [p. 56 modifica]relativi al Concilio tridentino composta di 50 volumi in foglio minore. — Il totale degli stampati ora esistenti, ommessi i duplicati, dà una cifra di 38500 volumi, con 584 Incunaboli, che prendono dall’anno 1470 e vanno sino al 1500.

Fra le rarità di stampa vi s’ammirano: le Orazioni di Cicerone (Venetiis, Valdarfer, 147I); le Opere di Lattanzio Firmiano (Venetiis, Adam, 1471); la prima edizione di Pelagio Alvaro De plantu ecclesiae (Ulmae, J. Zainer, 1474); la terza edizione dell’Istoria naturale di C. Plinio Secondo (Venetiis, Nic. Jenson, 1472); l’edizione più antica con data dell’Interrogatorium sive Confessionale (Mediolani, Valdarfer, 1474) di Bartolomeo de Chaimis; l’opera singolare di Ubertino de Casali: Liber qui intitulatur arbor vitae crucifixe Jesu (Venetiis per A. de Bonettis, 1485); il Pontificalis Liber stampato in Roma da Stefano Planck (1485) e fregiato del fascio di verghe col motto unitas; impresa del Cardinale Clesio; la seconda edizione dell’opera di Bernardino de Breydenbach Sanctorum peregrinationum in montem Syon ecc. (Spirae, Petr. Drack, 1490), ed altri, de’ quali l’Opuscolo degli epigrammi di Giovanni Mattia Tiberino In beatum Symonem stampato in Trento nel 1482 da Leonardo Longo. — De’ Codici vi figura in primo luogo il Glagolita Cloziano, dono del Conte Paride Cloz, che ne venne in possesso, comperando il Castello di Mariastein, dove questo codice, già posseduto da Giovanni Frangipane Signore di Veglia, era passato con Marquardo Breisacher proprietario del [p. 57 modifica]castello. Bartolomeo Kopitar ne fece l’illustrazione1 — Seguono: un Virgilio del secolo X-XI, un Breviario della B. V. ricco di curiose e belle miniature, un Missale Romanum annotato in margine di pugno dal P. V. Giovanni di Hinderbach, un Breviarium secundum consuetudinem Romanae Curiae del secolo XIV, un Decretum Gratiani, membranaceo del secolo XIII ecc.

Il Museo trae la sua prima origine dal Conte Benedetto Giovanelli, che, morendo (1846) legò alla città il ricco suo Medagliere insieme colla raccolta di antichità etrusche e romane da lui posseduta. Il suo esempio fu seguito dal Maggiore Tadeo Tonelli di Levico morto in Vienna nell’anno 1858; il quale, oltre un bel Medagliere, donò alla nostra città una stupenda collezione di oggetti antichi, egiziani, romani e medioevali, non meno che una collezione moderna di oggetti cinesi. Vi s’unì dipoi una raccolta di oggetti naturali del Trentino fatta da alcuni giovani appassionati cultori della Natura; ed ecco le basi, su cui venne innalzata e si prosegue l’opera del Museo di Trento. Un solo pensiero lo domina: di fare colle sue collezioni un esatta esposizione di quanto dà il paese ne’ suoi rapporti colla natura, coll’arte e colle origini e lo sviluppo storico-civile del suo popolo. — Si divide in 5 Sezioni secondo le materie che contiene.

Nella I. Sezione stanno gli oggetti di storia naturale del paese distribuiti in bell'ordine, incominciando [p. 58 modifica]dagli animali superiori, e procedendo agli inferiori, sino agli Insetti ed agli Aracnidi. Vi s’aggiungono: un Erbario classico di flora generale ed uno particolare del Trentino; una ricca collezione di minerali forestieri e paesani; una di conchiglie marittime, lacustri e terrestri, una di oggetti naturali del Brasile donata dal signor Giuseppe Mazzi; una dei marmi trentini, dono del signor Francesco Ranzi, ed una iniziata delle rocce, che costituiscono l’ossatura del Trentino. — Nella II si trovano gli oggetti di antichità egiziane e d’arte medioevale lasciati dal Tonelli; le antichità etrusche e romane del Giovanelli, e una piccola raccolta di oggetti preistorici rinvenuti nel Trentino e nelle stazioni lacustri del Mantovano e del Modenese. Vi s’ammirano gli ornamenti in bronzo di stile geometrico illustrati, dal Prof. Conze di Berlino2; la Situla del Giovanelli già nota agli scrittori di cose etrusche; la famosa Tavola Clesiana scoperta ai Campi Neri di Cles nell’anno 1869, portante l’editto dei 15 Marzo 46 col quale l’Imperatore Claudio conferisce la cittadinanza romana agli Anauni; la Chiave di Dambel con iscrizione etrusca; e in fine, dei piatti faentini istoriati, ed uno preziosissimo di vetro con busto muliebre a smalto nel mezzo, ritenuto lavoro dei Berovieri di Murano.

La III. Sezione reca il nome di Sala Grazioli in onore del Cav. D. Giuseppe Grazioli. Contiene le molte curiosità giapponesi e cinesi da lui generosamente [p. 59 modifica]donate alla città. Vi figurano dei vasi di porcellana giapponesi a grandi dimensioni, un piatto gigantesco pure di porcellana, un tavolo di rara bellezza impiallacciato a madreperla, il ritratto in miniatura di Madamigella Janini, bronzi, figurine in creta e di altra materia, lavori in avorio, armi, utensili domestici e strumenti d’arte e di mestiere; in una parola, un complesso di belle cose atte a fornirci un’idea precisa della coltura e delle costumanze di quel popolo meraviglioso, come ebbe in mente di fare, comperando questi oggetti, l’illustre Donatore. — Alla IV. Sezione appartengono gli oggetti d’arte nostrana e forestiera, che sino ad ora non sono molti, e attendono dal tempo e dall’amore dei cittadini il dovuto incremento. E nondimeno sono ammirabili: un Ecce Homo dipinto sul legno nell’anno 1502 da Girolamo da Trento; una Santa Maria Egiziana, buona copia del dipinto eseguito dal Guercino; il Levita di Efraim e Cristoforo Colombo al convento della Robida del trentino Giustiniano Avvancini; il cartone della glorificazione di Santa Caterina di Albano Tomaselli di Strigno, dono del Cav. Dott. Pietro Rinaldi; il cartone premiato del vivente pittore Eugenio Prati di Caldonazzo rappresentante Tintoretto in atto di scacciare Mario, l’amante di sua figlia, e qualche ritratto ad olio eseguito da Giambabattista Lampi ecc. — Delle scolture citiamo: il busto del Senatore Lorenzo Cappello, opera del nostro Alessandro Vittoria; il busto di Dante Alighieri, lavoro del vivente scultore trentino Andrea Malfatti, la statua della moglie del Levita, opera di buon scalpello; due [p. 60 modifica]figurine di genere scolpite da Francesco Barbacovi di Tajo; e qualche busto, qualche torso, qualche figura in marmo dell’epoca romana, tra cui un Mercurio acefalo rinvenuto a Cortaccia.

La V. Sezione si fa del Medagliere, che è copioso, e incomincia colla Sala Pizzini, così intitolata perchè accoglie la collezione numismatica e di oggetti di antichità di Mons. Francesco de Pizzini di Ala, donata alla nostra città dall'egregio di lui nipote Antonio de Pizzini. E come questa Sala si faranno le Sale successive destinate al collocamento dell’intiero Medagliere posseduto dal nostro Museo.


Note

  1. Kopitar (Barth.) Glagolita Clozionus, idest eodicis glagolitici inter suos facile antiquissimi ecc, Vindobonae, Gerold, 1836.
  2. Conze (A.) Oggetti di bronzo trovati nel Tirolo meridionale; Lettera a W. Helbig. Roma, Salvioni, 1847 con tavola.