Tre libri dell'educatione christiana dei figliuoli/Libro III/Capitolo 70
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Della providenza paterna circa il mandar i figluoli à studio. Cap. LXX.
Ritornando à ragionare co’l padre di famiglia, come più è offitio nostro dico, che il prudente padre deve considerare dall’un canto la utilità de gli studii publici, dove sono maestri di eccellente dottrina, et dove la frequenza delle disputationi, la facilità del conferire, la concorrenza, et emulatione di tanti nobili ingegni, rende più facile la via faticosa delle scienze, et dove finalmente lo stimolo dell’honore, per ritornar alla patria co’l grado del Dottorato, risveglia spesse volte dal sonno lo scolare, ilquale ha qualche giudicio, et consideratione di se medesimo; deve parimente dall’altro lato, considerare i pericoli, che secondo il commune uso di vivere, può correre il figliuolo, ilquale con un legno fragile, cioè con la sua giovanezza propria, entra in un tempestoso pelago, et pieno di molti scogli, et dopo questo bilanciando bene ogni cosa, proceda il buon padre con tale temperamento, et maturità in questa deliberatione, che i commodi dello andare à studio non si perdano, et gli incommodi si schifino per quanto è possibile. Primieramente importa molto, come in tutte le altre cose la buona educatione precedente, et lo essere il giovane avvezzo sino à questo tempo al timor di Dio, percioche un cuore che quasi co’l latte hà bevuto questo salutifero antidoto, et molti, et molti anni se n’è nutrito, non cosi facilmente è avvelenato dal peccato, ne con tanta impudenza pecca, ne cosi altamente si profonda nella voragine del vitio, restandogli sempre uno acuto rimordimento di conscienza, che lo richiama alla vita virtuosa di prima. Presupposto adunque questo fondamento, deve nel secondo luogo il padre di famiglia non correre à furia, ne far questa risolutione inconsideratamente, ma havervi pensato più tempo prima, prendendone consiglio da huomini prudenti, amorevoli, et tementi Iddio, et informandosi delle qualità de gli studii, secondo lo stato presente, acciò possa far elettione d’uno studio più quieto, et meno esposto à i pericoli che detti habbiamo, et dove nella patria propria ci sia studio generale, non di leggiero si deve mandare il giovane in altra parte, almeno ne i primi anni, percioche non è di piccola importanza l’occhio, et il rispetto paterno; ma quando pure convenga mandarlo fuori, è da haver particulare consideratione, dove lo scolare si conduca ad habitare, et convivere, perche l’occasione presente et continua è un gran laccio, et ci vuole più che ordinaria virtù à poter resistere alle cotidiane battaglie; per tanto se il Dottore, et maestro fosse di vita veramente christiana, bene starebbe il nostro giovane appresso di lui, et per la sicurtà de i costumi, et per il profitto de gli studii, ma quando questo non si possa, è da far ogni diligenza per haver un’hospite huomo da bene, et dove almeno non vi sia pericolo di ruina. Et in questi casi è ben giusto valersi de gli amici, ad alcuno de i quali maturo d’anni, et di autorità, et potendosi al Vescovo medesimo si raccommandi il giovane, et in somma si faccia ogni diligenza, acciò qualch’occhio amorevole gli vegli sopra, et osservi gli andamenti suoi. Non è da tacere in questo proposito, d’una honorata compagnia, overo congregatione, chiamata della Perseveranza, laquale si come io ho veduto per una relatione, non sono anchora molt’anni fu eretta nel nobile studio di Bologna, à fine di aiutare i giovani studenti, affaticandosi alcune persone nobili, et letterate, per solo zelo dell’honor di Dio, con carità, et destrezza, acciò i giovani scolari fuggano le male prattiche, habbino honeste conversationi, spendano virtuosamente il tempo, et con profitto de i loro studii, et finalmente congiungano, con la cognitione delle scienze, il timor di Dio, et la pietà christiana, per i quali effetti, hanno ordinate alcune utili constitutioni, et s’intende che per la divina gratia l’opera procede felicemente sotto la tutela della Beatissima madre di Dio, et sotto la protettione di Mons. Illustriss. Cardinal Paleotto Arcivescovo di quella Città, Signore grandemente disposto à favorire, et promovere simiglianti imprese. Per tanto se per ventura il nostro padre di famiglia mandarà il figliuolo à quello studio, non lasci di valersi di questa buona occasione, procurando ch’egli entri in detta compagnia, laquale è da sperare che s’introdurrà anchora ne gli altri studii. Ma ritornando a i ricordi che s’erano cominciati à dare al padre di famiglia, utile anchora saria il mandar da casa un maestro fidele, et provato, compagno de i medesimi studii, et custode non soverchiamente fastidioso, ma discreto. Tal’hora potrebbe tornar bene, che due gentil’huomini amici, ò parenti, mandassero à studio insieme i figliuoli loro, allevati per prima sotto la medesima disciplina, et buona educatione christiana, i quali vivendo unitamente con alcun buon servitore appresso, pareria loro quasi d’essere nelle case paterne, et più facilmente riterriano gli antichi instituti, et meno haveriano necessità, di conversar strettamente con altri giovani. Et perche il nostro scolare, nella patria havrà havuto il suo padre spirituale, è da far ogni opera, che lo ritenga al medesimo modo mentre è in studio, ilche non sarà difficile per mezzo del primo padre, et de i superiori di quella medesima, ò di altra religione, tanto è, che’egli deve haver il suo proprio et ordinario confessore alquale doverà il giovane rappresentarsi spesse volte, et co’l medesimo padre spirituale, et con altri amici confidenti procurarà il padre di famiglia di haver commertio di lettere, et buona intelligenza, acciò sia spesso avvisato da più bande delle cose del figliuolo. Tutto però si faccia con suavità, et non con scoperta diffidenza.