Tre libri dell'educatione christiana dei figliuoli/Libro III/Capitolo 56
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Della utilità delle buone prattiche, et amicitie. Cap. LVI.
La medesima scrittura santa, la qual, come si disse di sopra, afferma che il pratticare con l’iniquo, et tristo è occasione di cadere nella istessa iniquità, et malitia; la medesima scrittura dico in più d’un luogo asserisce che per contrario, il conversare con l’huomo innocente, et santo è un mezzo molto efficace per disporre altrui allo acquisto della innocenza, et della santità. Onde diceva Salomone; Qui cum sapientibus graditur, sapiens erit. Chi camina con i savii sarà savio anchor egli; dandoci ad intendere , che tali diventiamo, quali sono quelli con i quali conversiamo famigliarmente. Et si suol dire, come per un proverbio, vuoi tu conoscere quale altrui sia, vedi con chi egli conversa. Et perche niuno è sufficiente à se medesimo, ma ciascuno ha bisogno et di amici, et di servitori, et di consiglio, et di aiuto de i prossimi, et famigliari, è giusta cosa che si procuri con ogni studio di havergli buoni, et timorati di Dio. Felice et avventurata casa è quella dove conversano, et ministrano i buoni, de i quali diceva David; Ambulans in via immaculata, hic mihi ministrabat, cioè, Io volevo servitori, et ministri la vita et conversatione de i quali fosse incolpata, et senza macchia. Onde leggiamo che Iddio per rispetto di Gioseppe quantunque schiavo in paese straniero, benedisse, et multiplicò le sustanze del padrone infidele. Felice la Città dove sono molti huomini veramente buoni, et temente Iddio, poco li conosce il mondo, et poco li stima nel tempo della prosperità, ma permette Iddio per giusto giuditio suo, che venghino calamità gravissime, et alla hora si conoscano i servi di Dio. La conservatione de i quali è tanto utile in una Città, che saria espediente andarli cercando per remotissimi paesi, spendendo per parlar in questa guisa ogni prezzo, et ogni gran tesoro per condurvegli; et per confirmatione di questo non occorre altro esempio che quello di Sodoma, et Gomorra, et delle altre infelici Città, dove se si fossero trovati solo dieci huomini giusti, non sariano state sommerse dall’horribile diluvio del fuoco. Felici finalmente sono, et benedette le amicitie che si fanno con i buoni, che hanno per fondamento la virtù, et non il vitio, et sono colligate dal vincolo della carità, et da un sincero amore, et non dallo interesse, ò da un breve, et caduco diletto; di questi dice il Savio; Lo amico fidele è una protettione forte, chi lo ritrova, ha trovato un tesoro; non è cosa che si possa paragonare all’amico fidele, et non ci è peso d’oro ne di argento, che sia degno d’essere agguagliato alla integrità della sua fede. L’amico fidele è come una medicina salutifera, et per la vita temporale, et per la eterna, et chi teme Iddio lo ritrovarà. Sino a qui sono parole del Savio, lequali ci dimostrano quanti beni, et temporali, et spirituali ci apporti un vero, et buon amico, con gli aiuti, con i conforti, et con i consigli salubri, et parimente ci insegnano, che una cosa tanto rara, et pretiosa è dono di Dio, ilquale concede questo singular benefitio à gli amici suoi, et à quelli che hanno il suo santo timore, et però molto sogliono ingannarsi gli huomini in questo particulare, persuadendosi di haver amici assai, et massime i ricchi, et non si accorgono che sono amici simulati, adulatori, che amano le mense, et le altre utilità che hanno di presente, ò sperano di poter havere, et sono amici del tempo lieto, et non stanno saldi nel tempo della tribulatione, si come nel luogo sudetto il Savio medesimo gli dipigne con i loro proprii colori.