Tre libri dell'educatione christiana dei figliuoli/Libro III/Capitolo 57

Libro III - Capitolo 57

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Della conversatione del figliuolo di famiglia con gli amici paterni. Cap. LVII.

Hora di questi veri, et sinceri amici se alcuno ne haverà il nostro buon padre di famiglia, si come per la bontà, et diligenza sua senza dubbio ne doverà havere, procurarà di lasciarlo al figliuolo non altrimenti che una heredità. La onde operarà, che il figliuolo conosca et prenda amore dell’amico paterno, et goda tal volta della sua conversatione ricreandosi seco et allargandosi con alquanto più di libertà, che non conviene di fare co’l proprio padre, dallaqual cosa se ne cavaranno molti commodi, percioche intendendosi bene il padre di famiglia, con l’amico fidele, circa la educatione del figliuolo, occorrerà non di rado, che un consiglio, una correttione, et altre cose tali, verranno meglio fatte dallo amico che dall’istesso padre; quindi anchora avverrà che il giovane si curarà [p. 161v modifica]meno delle prattiche de’ suoi compagni, che se bene è vero, che il simile si diletta del suo simile, et per conseguenza i giovani de i giovani, nondimeno si truovano huomini non solo di mezzane età, ma anchor vecchi, che hanno una certa suavità, che attrahe mirabilmente etiandio i giovanetii; sanno i vecchi per lunga vita molte cose, molto han letto, molto ha veduto, molto hanno udito, et hanno gravità, et copia di dire, et raccontano le cose passate con una certa autorità che concilia attentione, et perche per natura si desidera sapere, et il giovanetto per la sua novella età sa poche cose, è necessario che habbia diletto d’ascoltare chi le racconta acconciamente, che alla fine conversando con i suoi compagni, et coetanei, un giovanetto poco altro ne riporta che un piacer superfitiale, che concilia quella similitudine della età, la dove dal colloquio d’un vecchio giuditioso, quale si descrive, ritornerà sempre con guadagno, havendo imparato hora qualche notabile historia, hora qualche cosa pertinente al governo della Città, hora qualche bel ricordo circa il viver commune, hora della cura famigliare, et altre cose tali, et se il vecchio sarà litterato, tanto maggior sarà la dilettatione, discorrendosi hora de gli studii della eloquenza, et delle lingue, hora di varie materie morali, et hora d’alcun passo difficile d’alcun grave scrittore, dal gusto dellequali cose allettato il giovanetto, massime bene educato et di bello ingegno, havrà gran satisfattione di ritrovarsi con simili vecchi, et io ho conosciuto tale che essendo giovanetto à studio molto più volentieri andava à trattenersi con un’huomo letterato, et eloquente, benche molto attempato, et quasi decrepito, che non faceva con altri giovani suoi eguali, ilche non è maraviglia, perche i piaceri dello intelletto come sono più nobili, sono anchora maggiori, et più attrattivi, et più dolci à chi non ha il palato dell’anima infetto de’ vitii, che prohibiscano il gustar il sapor loro. Ma sopra tutto si presuppone, che questo buono amico paterno, essendo egli giusto, et retto, et temente Iddio, debbia eshortar ad ogni buon proposito il giovane et confirmarlo nello amore della virtù, et della pietà christiana, si come anchora il padre medesimo ne lo deve pregare.