Trattato di architettura civile e militare I/Trattato/Libro 1/Capo 9

Trattato - Libro 1 - Capo 9

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CAPO IX.

Le Arene.

Secondo l’ordine dato di sopra, al presente è da trattare delle arene, delle quali la perfezione per tre manifesti segni si conosce. Primo è per la sua asperità senza la quale non si trova alcuna bontà in essa. Il secondo è la sua aridità, in modo che in mano comprimendola, l’una parte con l’altra non si continui. E il terzo che ponendola in alcun panno lino involuta, e semplicemente essendo il panno scosso, non rimanga tinto d’alcun colore1. Dopo questo è da considerare la natura delle specie delle arene: la prima è chiamata carbunculo, di color nigro, a ogni lavoro attissima, trovasene appresso alli monti di Roma e presso Viterbo: la seconda è detta pozzolana, denominata da Pozzolo, perocchè in quella parte se ne trae gran quantità, in color rossa, e di questa se ne trova in più luoghi presso a Roma; scrive Plinio2 questa avere i Romani usato per riparo dell’onde del mare, perocchè bagnata tanto dura si faceva, che in breve tempo era come un sasso solida, la quale eziandio è conveniente ad ogni muraglia in luogo molle, umido o secco3: appresso a Siena in luogo detto monte Albuccio una specie di arena si trova, di color bigio, atta ad ogni edificio: di un’altra differenza si trova appresso al Nilo4 e nella montagna di Siena appresso al monastero di S. Leonardo, di bianco colore, che in ogni luogo fa tenacissima presa. [p. 150 modifica]

Altre arene si trovano appresso ai fiumi, le quali sono buone quando dall’acqua sono lavate e nette dalla belletta. Appresso al lido del mare altre ragioni di arene si trova, la quale non è utile a far volte, perocchè per la sua salsedine alli tempi fa molte rime e peli5, e tutti gli altri lavori che con questa si facessero debbano in più anni e in più parti essere fabbricati, perchè per le pioggie in spazio di tempo la sua salsedine si consuma: ed è da avere avvertenza che questa marittima arena non debba in monti essere riservata, perchè in spazio di breve tempo in terra si convertiria. In li campi di Municipate6 appresso al monte Vesuvio ed appresso a Baia si trova una specie di polvere, la quale mista con calcina e cemento nell’acqua e allo scoperto è assai tenace. Questo confermano molti antichissimi edifizi fatti fra Cuma e Baia: con questa polvere un ponte in mare fu fabbricato per volontà di Gaio Caligola, lungo miglia quattro, il quale nè salsedine, nè ’l continuo flusso del mare in notabile quantità ha possuto corrompere7, e tutte le predette arene, eccetto quella del lido del mare, utili sono ai muri, solari, tettorii ed intonacati.

Nel distretto d’Urbino in un luogo detto l’Isola, e appresso a Fossombrone una specie si trova d’arena, ovvero terra bianca, con la quale si può murare forni e fornaci, perchè oltre alla buona presa che come calce fa, resiste al fuoco, sicchè mai non fende: ma ad altri lavori non è comoda. Nel territorio di Fossombrone si trova una terra di colore intermedio tra bianco e citrino, simile al rapillo, la quale contiene in se minutissime pietre; questa per se sola battuta in prima fa buona presa allo scoverto: similmente due parti di questa con una di calcina fa buona presa. E simile virtù appresso questa si trova in altra simile in ogni apparenza, eccetto che è di color bianco. E il sabbione da tutte le predette differenzia non solo in sostanza e in [p. 151 modifica]apparenza, ma eziandio in bontà, perocchè quello non è da usare se non che per incomodità, onde debba essere dagl’intelligenti tenuto in luogo di supplemento. Un’altra natura di brecciosa terra si trova circa ad Agobbio e Fossombrone, la quale mista con calcina fa ottimi muri8.

Note

  1. Vitruvio lib. II. cap. 4.
  2. XXXV. 47. XXXVI. 14. Fra gli antichi parlarono della pozzolana ancora Vitruvio, Dione, Seneca, Isidoro, ed altri.
  3. La pratica ne insegna come meglio convenga la pozzolana ne’ due primi casi che nel terzo.
  4. Plinio, XXXVI 47.
  5. Vitruvio II. 5. Il codice sanese perchè per la sua salsedine alli corpi humidi fa molte rime e peli.
  6. Parola corrotta, o nome volgare d’allora. La polvere della quale qui parla è la pozzolana stessa descritta di sopra: parmi che l’autore sia stato indotto in equivoco dalle parole di Plinio al capo 47 del lib. XXXV.
  7. È il molo di Pozzuolo, volgarmente così appellato. Vedi Svetonio in Caligola, 19.
  8. Il cod. sen. (f.° 10. v.°) legge El sabione da tutte le predicte è differente non solo in substantia et in apparentia: ma etiandio in bontà perochè quello è da mettare in opera quando per difecto di pecunie o delle altre arene, senza quella fare non si potesse. Unde debba essare alli intelligenti tenuto in luogho di supplemento. E così senz’altro, per modo che l’ultimo periodo è una delle tante giunte colle quali l’autore crebbe il codice Magliabechiano.