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150 | trattato |
Altre arene si trovano appresso ai fiumi, le quali sono buone quando dall’acqua sono lavate e nette dalla belletta. Appresso al lido del mare altre ragioni di arene si trova, la quale non è utile a far volte, perocchè per la sua salsedine alli tempi fa molte rime e peli1, e tutti gli altri lavori che con questa si facessero debbano in più anni e in più parti essere fabbricati, perchè per le pioggie in spazio di tempo la sua salsedine si consuma: ed è da avere avvertenza che questa marittima arena non debba in monti essere riservata, perchè in spazio di breve tempo in terra si convertiria. In li campi di Municipate2 appresso al monte Vesuvio ed appresso a Baia si trova una specie di polvere, la quale mista con calcina e cemento nell’acqua e allo scoperto è assai tenace. Questo confermano molti antichissimi edifizi fatti fra Cuma e Baia: con questa polvere un ponte in mare fu fabbricato per volontà di Gaio Caligola, lungo miglia quattro, il quale nè salsedine, nè ’l continuo flusso del mare in notabile quantità ha possuto corrompere3, e tutte le predette arene, eccetto quella del lido del mare, utili sono ai muri, solari, tettorii ed intonacati.
Nel distretto d’Urbino in un luogo detto l’Isola, e appresso a Fossombrone una specie si trova d’arena, ovvero terra bianca, con la quale si può murare forni e fornaci, perchè oltre alla buona presa che come calce fa, resiste al fuoco, sicchè mai non fende: ma ad altri lavori non è comoda. Nel territorio di Fossombrone si trova una terra di colore intermedio tra bianco e citrino, simile al rapillo, la quale contiene in se minutissime pietre; questa per se sola battuta in prima fa buona presa allo scoverto: similmente due parti di questa con una di calcina fa buona presa. E simile virtù appresso questa si trova in altra simile in ogni apparenza, eccetto che è di color bianco. E il sabbione da tutte le predette differenzia non solo in sostanza e in ap-
- ↑ Vitruvio II. 5. Il codice sanese perchè per la sua salsedine alli corpi humidi fa molte rime e peli.
- ↑ Parola corrotta, o nome volgare d’allora. La polvere della quale qui parla è la pozzolana stessa descritta di sopra: parmi che l’autore sia stato indotto in equivoco dalle parole di Plinio al capo 47 del lib. XXXV.
- ↑ È il molo di Pozzuolo, volgarmente così appellato. Vedi Svetonio in Caligola, 19.