Trattato di archeologia (Gentile)/Arte italica/IV
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IV. — La civiltà e l’arte a Villanova.
(Ved. tav. 19).
Il rito funebre, le forme dell’ossuario, gli oggetti della suppellettile funeraria delle tombe arcaiche di Felsina trovano riscontro in tombe di Villanova nel Bolognese, della Campagna Laziale presso i Monti Albani, di Este nell’antica sede degli Euganei, e di Toscana, nei dintorni di Chiusi e in Corneto-Tarquinia.
La necropoli di Villanova rappresenta per alcuni il periodo di transizione fra la dominazione umbra e il principiare dell’etrusca nella valle del Po (Sec. X-IX a. C. per il Gozzadini)1.
Le scoperte di Villanova, paese a poca distanza da Bologna presso il Fiume Idice, datano dall’anno 1853. Sono ben più di duecento sepolcri, fatti a semplice fossa, di forma ora rettangolare ora cilindrica, alcuni rivestiti intorno di ciottoli a secco senza cemento, altri di lastre di calcare (ved. tav. 19, 10); sopra le fosse sonvi mucchi di ciottoli. Dentro, sono deposti gli ossuari d’argilla (ved. Atl. cit., tav. IV); ma talvolta il cadavere vi sta umato. Gli ossuari d’argilla sono maggior parte rossi e neri, ad una sola ansa (ved. tav. 19, 1, 2, 6, 7, 8), di diverse dimensioni, con un’altezza che varia da 19 a 39 centim., colla tipica forma di due tronchi di cono congiunti per la base nel modo già descritto per le tombe di Felsina, con la ciotola capovolta, ad un sol manico per coperchio (ved. Atl. cit., tav. VI, 2; cfr. la nostra tav. 19, 8). Il corpo del vaso solitamente è ornato di graffiti nella fresca argilla, con linee, triangoletti, circoletti concentrici, o cerchielli, con iscrittavi una croce (detta svastica) meandri, ecc. alle forme geometriche si mescolano a zone alternate figure di anitrelle e di serpentelli, e anche figure umane tracciate imperfettamente. Dentro l’ossuario erano ceneri ed ossa combuste; intorno stoviglie accessorie; ceneri e residui di rogo involgevano l’ossuario e gli altri fittili, e fra le ceneri erano oggetti di bronzo, di ferro, d’ambra, d’osso, di vetro ed anche ossa di animali, forse avanzi della cena funebre (silicernium) (ved. Atl. cit., tav. V).
Le stoviglie accessorie presentano varietà di forme, e molte sono di elegante lavoro, con impasto di finissima argilla, colle pareti leggiere e sottili. Fra gli oggetti fittili abbondano le fusaiole coniche, perforate per il lungo, e segnate di ornati geometrici, che il ch. Gozzadini, illustratore della necropoli di Villanova, opina fossero pesi per tener ferme le vesti. Abbondano anche i cilindretti d’argilla, terminati a doppia testa o capocchia, pur essi con ornati graffiti, quali s’incontrano in altre tombe. Di bronzo sono ornamenti ed armi, e pezzetti informi di varie dimensioni, che si credono i primi rappresentanti dei valori per mezzo del metallo, o primi saggi della moneta (aes rude)2. Fra gli ornamenti abbondano le fibule, varie e ornate, con infissivi globetti di vetro colorato, di grani d’ambra, o bottoni a rilievo; aghi crinali con capocchie a pomelli di pasta di vetro o d’ambra; spirali di bronzo per ornamento delle chiome; braccialetti o massicci, o leggieri da portare anche alla parte superiore del braccio, come è provato da alcuni trovati al braccio di scheletri; anelli, bottoni di lamina di bronzo. Armi ed utensili sono ascie o paalstabs, simili a quelli delle terramare; coltelli di bronzo e di ferro; lame lunate (o rasoi)3; e certe lamine di bronzo, come nelle tombe arcaiche felsinee, a sezione di campana, trovate insieme con asticciuole terminate a bottone a modo di martelletti o battaglini, che alcuni crederebbero strumenti da suono o tintinnabuli, mentre altri, come lo Zannoni4, li ravvisa per oggetti d’ornamento. Chiodi messi nelle tombe hanno significazione religiosa, come emblema del fato compiuto, irrevocabile. Vi si trovò anche qualche rozzo saggio di plastica, due cavallini di bronzo ed un idoletto5.
Tavole
Necropoli di Villanova (Bologna).
(Età del ferro).
(Ved. MONTELIUS, Op. cit., Atl. B, 93).
Tavola 19.
N. 1, vaso con piede ad ansa. — 2, ossuario a un’ansa. — 3, vaso senz’ansa. — 4, con tre rilievi conici. — 5, id. con piede. — 6, id. con un’ansa caratteristica per Villanova come il n. 2. — 6, 7 e 8, ornamento a Meandro. — 10, tomba di Villanova con ossuario.
Note
- ↑ Anzi per il Gozzadini Villanova è dei Proto-etruschi (sec. X-IX; ved. op. cit. a pag. 6, 52), mentre per lo Zannoni è di diverse genti in epoche successive (Boll. Ist. Corr Arch., 1875. pag. 46, 713; per il Desor e per il Brizio, degli Umbri (Grotta del Farnè, pag. 46).
- ↑ Cfr. Fr. Gnecchi, Monete romane, Milano, Hoepli, 1896, 1^ ediz., pag. 15 e segg.; cfr. S. Ambrosoli, Numismatica, Milano, Hoepli, 1895, pag. 79.
- ↑ Che siano rasoi, crede lo Zannoni, Bollett. Ist. Corr. Arch. 1875, pag. 43; cfr. ibidem, pag. 14, l’opinione dello Helbig, che crede importato l’uso del radersi per mezzo del commercio (cfr. Atti Accad. Lincei, 1879-80, pag. 180) mentre pel prof. Lignana fu patrimonio comune degli Arii (Boll. Ist. Corr. Archeol. 1875, pag. 16).
- ↑ Boll. Ist. Corr. Arch., 1875, pag. 51.
- ↑ Intorno alla necropoli di Villanova ved. Gozzadini, La nécropole de Villanova découverte et décrite. Bologna, 1890; cfr. Boll. Ist. Corr., 1875, pag. 270: A. Fabretti, Archivio Storico italiano, Nuova Serie, Tom. I, parte 1, pag. 220; tom. IV, parte 1, p. 227.