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La civiltà e l'arte a Villanova. | 49 |
IV. — La civiltà e l’arte a Villanova.
(Ved. tav. 19).
Il rito funebre, le forme dell’ossuario, gli oggetti della suppellettile funeraria delle tombe arcaiche di Felsina trovano riscontro in tombe di Villanova nel Bolognese, della Campagna Laziale presso i Monti Albani, di Este nell’antica sede degli Euganei, e di Toscana, nei dintorni di Chiusi e in Corneto-Tarquinia.
La necropoli di Villanova rappresenta per alcuni il periodo di transizione fra la dominazione umbra e il principiare dell’etrusca nella valle del Po (Sec. X-IX a. C. per il Gozzadini)1.
Le scoperte di Villanova, paese a poca distanza da Bologna presso il Fiume Idice, datano dall’anno 1853. Sono ben più di duecento sepolcri, fatti a semplice fossa, di forma ora rettangolare ora cilindrica, alcuni rivestiti intorno di ciottoli a secco senza cemento, altri di lastre di calcare (ved. tav. 19, 10); sopra le fosse sonvi mucchi di ciottoli. Dentro, sono deposti gli ossuari d’argilla (ved. Atl. cit., tav. IV); ma talvolta il cadavere vi sta umato. Gli ossuari d’argilla sono maggior parte rossi e neri, ad una sola ansa (ved. tav. 19, 1, 2, 6, 7, 8), di diverse dimensioni, con un’altezza che varia da 19 a 39 centim., colla tipica forma di due tronchi di cono congiunti per la base nel modo già descritto per le tombe di Felsina, con la ciotola capovolta, ad un sol manico per coperchio