Trattato dell'imbrigliare, atteggiare e ferrare cavalli/Trattato 3/Capitolo 18

Del pie forte, che ha il tenerume d'ossa, & calcagno morbido. Cap. 18.

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Del pie forte, che ha il tenerume d'ossa, & calcagno morbido. Cap. 18.
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Del pie forte, che ha il tenerume d'ossa, & calcagno morbido. Cap. XVIII.


TRovansi alcune nature di pie forti, c’hanno il tenerume d’ossa, & calcagna morbidissime; perche ivi abonda tanto humore, (ma putrido, che fa [p. 125 modifica]intenerire quella parte tanto che non può sentire cosa dura all’incontro, essendo poi il resto oltremodo asciutto, di maniera tale, che quasi non corre humore. A ciò dico che si dee avertire, sopra ogn’altra cosa, di non entrar troppo con l’incastro in quella parte si molle, perche naturalmente, egli si stringe tanto, che molte volte va à pericolo d’incastellarsi da se, senza esserline data occasione alcuna dal maniscalco, il quale facendoli alle volte tutto quello, che sia possibile, non vi può rimediare. Il ferro per questi piedi, vuol essere un pocchetto imbordito, che non lasci cosi stringere, come naturalmente farebbero; le verghe del quale, vogliono essere di dietro grosse, & larghe, & uguali in terra senza rampone, & più vicine del consueto. Alcuni sogliono in cotal cambio usare il ferro à ponticello, ò similitudine di quello, che si adopera à muli, però questo di che scrivo io, è assai più bello di vista, più leggiero, & non meno utile. Et sappiasi, che questa sorte di pie oltre, che ricerca essere ben ferrato, bisogna ancho tenerlo morbido in punta, & porli nelle calcagna cose desicative, & siano i rimedi separati. Ma quando si ha cavallo, che habbia tali piedi, & che si possa vendere, più mi piace, che rimedio alcuno, che se li facesse, perche certamente sarà anco esso per l’amico.