Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
TERZO | 125 |
intenerire quella parte tanto che non può sentire cosa dura all’incontro, essendo poi il resto oltremodo asciutto, di maniera tale, che quasi non corre humore. A ciò dico che si dee avertire, sopra ogn’altra cosa, di non entrar troppo con l’incastro in quella parte si molle, perche naturalmente, egli si stringe tanto, che molte volte va à pericolo d’incastellarsi da se, senza esserline data occasione alcuna dal maniscalco, il quale facendoli alle volte tutto quello, che sia possibile, non vi può rimediare. Il ferro per questi piedi, vuol essere un pocchetto imbordito, che non lasci cosi stringere, come naturalmente farebbero; le verghe del quale, vogliono essere di dietro grosse, & larghe, & uguali in terra senza rampone, & più vicine del consueto. Alcuni sogliono in cotal cambio usare il ferro à ponticello, ò similitudine di quello, che si adopera à muli, però questo di che scrivo io, è assai più bello di vista, più leggiero, & non meno utile. Et sappiasi, che questa sorte di pie oltre, che ricerca essere ben ferrato, bisogna ancho tenerlo morbido in punta, & porli nelle calcagna cose desicative, & siano i rimedi separati. Ma quando si ha cavallo, che habbia tali piedi, & che si possa vendere, più mi piace, che rimedio alcuno, che se li facesse, perche certamente sarà anco esso per l’amico.
Del piede forte, & incastellato. Cap. XIX.
PErche di sopra si è fatto mentione del piede forte, & incastellato, per ciò mi pare ancho dar conto secondo il mio debole giuditio, quando s’intende cosi essere. Dico dunque, che s’il calcagno si stringe, sarà segno d’essere incastellato, ò n’haverà almeno buon principio. Similmente quando se li tocca il garetto, & che si sente un calore oltra naturale, intendend’io però, che non sia accidentale. Et ancho quando si batta su’l corno, che risona à guisa di zucca. Et tutte queste cose avengono per non havere il nutrimento, che li bisognarebbe; il che procede per essere si ristretta la strada, per la quale dovria scorrere il buono humore, il quale non può descendere à bastanza. Et se ben tal’hor in alcuna parte del pie ne abonda, & che non operi come dee, come nel calcagno, di che nell’antecedente capitolo habbiam detto, procede per esser quello accompagnato da cattivo, & putrido humore. Et per conclusione quando il pie è incastellato, il cavallo non può sopportare fatica, ne reggersi in piedi traboccando non rade volte; ma spesso. Il modo, che si dee servare con essi piedi è, che si faccia il ferro suo un poco imbordito, il resto uguale, tenendo poi l’unghie, si di fuori, come di dentro morbide. Et potendosi fare barato del cavallo, si faccia, perche sarà il rimedio vero.
Del pie forte alla similitudine di quello del mullo. Cap. XX.
VI sono nature de piedi forti ne i cavalli, che sono tanto alti de calcagna, & si stretti insieme, che sono chiamati piedi codogni, rasimigliandosi à quelli del mulo. A tai piedi, bisogna il ferro imbordito non però molto alto,