Trattato dell'imbrigliare, atteggiare e ferrare cavalli/Trattato 3/Capitolo 19

Del pie forte, & incastellato. Cap. 19.

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Del piede forte, & incastellato. Cap. XIX.


PErche di sopra si è fatto mentione del piede forte, & incastellato, per ciò mi pare ancho dar conto secondo il mio debole giuditio, quando s’intende cosi essere. Dico dunque, che s’il calcagno si stringe, sarà segno d’essere incastellato, ò n’haverà almeno buon principio. Similmente quando se li tocca il garetto, & che si sente un calore oltra naturale, intendend’io però, che non sia accidentale. Et ancho quando si batta su’l corno, che risona à guisa di zucca. Et tutte queste cose avengono per non havere il nutrimento, che li bisognarebbe; il che procede per essere si ristretta la strada, per la quale dovria scorrere il buono humore, il quale non può descendere à bastanza. Et se ben tal’hor in alcuna parte del pie ne abonda, & che non operi come dee, come nel calcagno, di che nell’antecedente capitolo habbiam detto, procede per esser quello accompagnato da cattivo, & putrido humore. Et per conclusione quando il pie è incastellato, il cavallo non può sopportare fatica, ne reggersi in piedi traboccando non rade volte; ma spesso. Il modo, che si dee servare con essi piedi è, che si faccia il ferro suo un poco imbordito, il resto uguale, tenendo poi l’unghie, si di fuori, come di dentro morbide. Et potendosi fare barato del cavallo, si faccia, perche sarà il rimedio vero.