Trattato completo di agricoltura/Volume II/Generalità sulle piante fruttifere/1
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Generalità sulle piante fruttifere - 2 | ► |
del taglio.
§ 879. Indipendentemente dalla forma cui vogliasi assoggettare una pianta, le regole che devono condurre il coltivatore nel taglio delle piante fruttifere sono le seguenti:
1.° Impedire che il succhio salga direttamente e perpendicolarmente, poichè quanto più la circolazione di esso ne è impedita, maggiore è il numero de’ fiori che porta una pianta: altrimenti il succhio si porta direttamente all’estremità dei rami vigorosi, determinandovi lo sviluppo della gemma terminale a scapito delle gemme laterali e più basse. Epperò, se vorremo avere abbondanza di fiori bisognerà ricorrere alla recisione della parte superiore del tronco o dei rami, allo scopo di ottenere un maggior sviluppo delle gemme laterali, come pure artificialmente si potranno curvare in basso i rami troppo vigorosi, o praticare delle incisioni circolari nella loro corteccia.
2.° Mantenere il succhio egualmente ripartito fra le varie ramificazioni e loro rami, poichè i rami già più vigorosi o più alti tendono ad appropriarsene la massima parte essendovi maggior afflusso ove siavi maggior quantità di foglie. A tale scopo importa tagliar corto i rami della parte forte, e lasciar lunghi quelli della parte debole. Lasciar molti fiori o molti frutti sulla parte forte e sopprimerli sulla debole, essendochè il frutto per ben poco tempo funziona come le foglie. Inclinare la parte forte e raddrizzare la debole. Sopprimere i germogli inutili da legno sulla parte forte e lasciarli interamente sulla debole. Cimare i germogli forti e non i deboli.
L’operazione del taglio poi, nelle piante fruttifere, si può fare in due epoche assai distinte, cioè nell’inverno e nell’estate. Nè qui s’intende che il taglio si possa fare soltanto in inverno o soltanto in estate, ma piuttosto che alcune operazioni che si riferiscono al taglio si fanno nel verno ed altre nell’estate.
Nel taglio d’inverno si comprende il taglio dei rami, cioè delle messe che hanno più di un anno, la mondatura, il taglio rasente terra, le incisioni, le intaccature e le fratture.
Il taglio dei rami si fa allo scopo di avere quelle ramificazioni che sono destinate a formare l’intelajatura della pianta; per determinare lo sviluppo delle gemme destinate a prolungare i rami, e per diminuire il numero dei fiori sui rami da frutto, onde ottenerne dei nuovi pel venturo anno.
La mondatura consiste nel levare i rami giovani o vecchi deperenti, morti ed inutili.
Il taglio rasente terra si fa con quelle piante il cui tronco non sia troppo vecchio, e che sia guasto dalla carie o d’altra malattia per la quale venga soverchiamente impedito il libero corso del succhio verso le ramificazioni.
Le incisioni sono anulari o longitudinali. Le anulari si fanno levando un anello di corteccia largo circa 0m,005 sul tronco o sui rami, e si fa allo scopo di ritardare il corso del succhio ed ottenere più facilmente la produzione de’ bottoni da fiore. Questa specie d’incisione devesi usare con molta precauzione, e soltanto sul legno selvatico e ben vigoroso, dove gli altri mezzi siano stati inutili. L’incisione longitudinale si pratica fendendo longitudinalmente la scorza del tronco o dei rami sino all’alburno; quando si pratichino più incisioni o fenditure tra l’una e l’altra si lascerà uno spazio di 0m,05 circa. Questa sorta d’incisione si fa piuttosto allo scopo di facilitare il corso del succhio, praticandosi nella corteccia troppo indurita e che non si presta all’aumento della pianta, originando quelli scoli gommosi che si riscontrano nelle piante con frutto a nocciuolo. In ogni caso le incisioni si devono fare dalla parte di mezzodì.
Le intaccature differiscono dall’incisione anche in quanto che non comprendono che un terzo della circonferenza del ramo o del tronco, e devono passare anche al primo strato dell’alburno per 0m,002, o 0m,005, secondo la grossezza della parte sulla quale si opera. L’intaccatura si eseguisce meglio con una sega, perchè la piaga cicatrizza meno prontamente, e perchè più facilmente può darsi alla ferita una direzione inclinata, come lo mostra la figura 225. L’intaccatura serve a far sviluppare le gemme dormienti che trovansi più basse, od a rallentare la vegetazione troppo rigogliosa della parte superiore. Nel primo caso si dà alla ferita un’inclinazione dall’alto in basso (fig. 225 A) e nel secondo dal basso in alto (fig. 225 B). L’intaccatura non deve farsi nei frutti a nocciuolo, perchè di leggieri avrebbesi produzione di gomma.
La frattura della cima de’ rami si fa allo scopo di promuovere lo sviluppo delle gemme fiorali nelle parti inferiori. Si eseguisce nel verno rompendo in A il rametto (fig. 226), alla distanza di 0m,06 circa della sua inserzione. Nella primavera la piaga si cicatrizza meno facilmente che se fosse proveniente da un taglio, epperciò invece di mettere prestamente in B due germogli da legno, prepara dilazionando due gemme fiorali. Nell’inverno seguente poi si taglia il rametto superiormente al punto B figura 227.
La curvatura abbastanza esprime da sè come senz’altra operazione di taglio basti a rallentare il corso del succhio. Un angolo più o meno avvicinantesi ai 45 gradi sarà il migliore piegando in basso maggiormente quanto più trattisi di rami rigogliosi.
L’epoca migliore pel taglio jemale è quella che sussegue i forti geli e che precede i primi segnali della vegetazione, cioè il mese di febbrajo. Tagliando prima dei geli si espone il taglio alle intemperie; durante il gelo il taglio non riesce mai netto, ed i rami soffrono; e se la vegetazione è di già incominciata vi può essere soverchia perdita di umore, il che sarebbe di grave danno, fuori del solo caso che la pianta non fosse produttiva per un eccesso di vegetazione.
Quando si abbiano molte piante fruttifere da tagliare, incominceremo dall’albicocco, poi passeremo al pesco, al pruno, al ciliegio, al pero e finalmente al pomo.
§ 880. Il taglio d’estate comprende la soppressione di alcuni germogli, la cimatura, la torsione, il taglio verde, la soppressione di alcuni frutti, e la sfogliatura.
La soppressione dei germogli consiste nel togliere dai rami quelli che sono inutili, e che darebbero origine a nuovi rami che dovrebbersi tagliare nel verno, e ciò allo scopo di concentrare l’umore in quelli che restano. Questa operazione ha luogo soprattutto negli alberi disposti a spalliera, nei quali i germogli che sorgono verso il muro o troppo direttamente sul davanti devono essere levati, quando ve ne sia un bastevol numero di laterali ben disposti. Inoltre nelle gemme doppie o triple si conserverà di preferenza i germogli di mezzo. Nel pesco si toglieranno tutti i germogli che non accompagnano un frutto, ad eccezione d’un pajo alla base dei rami, i quali sono destinati a rifornire un ramo fruttifero pel venturo anno.
Negli alberi posti all’aperto questa operazione diviene quasi inutile, potendo i rami utilmente rivestirsi tutt’all’intorno. La soppressione dei germogli deve farsi con ferro tagliente e ben presso la corteccia.
È difficile l’indicare quale sia l’epoca migliore per operare poichè vien determinata dallo stato di vegetazione dalla pianta, generalmente però si fa quando i germogli abbiano una lunghezza di circa 0m,10. Nelle piante in cui se ne devono togliere molti si praticherà in due riprese, specialmente nelle piante con frutto a nocciuolo, le quali produrrebbero della gomma per mancanza di un sfogo naturale all’umore. Quando poi si faccia in due volte, s’incomincerà dal levare i germogli della parte superiore; indi quelli dell’inferiore, poichè è meglio che questa parte acquisti maggior forza.
La cimatura si fa levando l’estremità erbacea dei germogli quando non abbiano più di 0m,30 di lunghezza. Questa operazione ha per iscopo il deviare rumore dalle parti cimate per metterlo a profitto di quelle che non lo furono. L’operazione si fa con l’unghia del pollice compressa verso l’indice, e l’epoca è determinata dal modo di vegetazione della pianta e dall’attenzione del coltivatore (fig. 228, fig. 228 a, fig. 228 b). 228. A. Germoglio da cimare. — B. Germoglio cimato.
La torsione è applicabile ad ogni pianta fruttifera fuori del pesco, che troppo facilmente fa gomma. Si usa quando la cimatura non sarebbe più possibile pel legno già indurito, o che si dovesse cimare troppo alto. Consiste poi la torsione nel ripiegare sopra sè stessa
228. a. C e D. Germogli laterali da cimarsi sui rami laterali.
228. b. A e B. Germogli verticali che diverrebbero succhioni l'anno seguente, e che devono cimarsi.
la giovane messa, onde mantenere
più vigorosa la sua base (fig. 229).
All'inverno si taglia ove corrisponde
una ripiegatura in A od in B.
Il taglio verde si fa a preferenza sul pesco, onde non scorra troppo lontano, e per mantenere maggior equilibrio fra suoi rami.
La soppressione di alcuni frutti, quando la pianta ne sia sovracarica, è necessaria perchè questa non deperisca, e perchè possa far nuovi rami da frutto. Si fa talvolta per intero sui rami che si vogliono rinvigorire, lasciando maggior numero di frutti su quelli già troppo robusti. Con tal mezzo si aumenta anche il volume e la bontà dei frutti residui.
La sfogliatura serve a mettere i frutti sotto l’influenza della luce e dei raggi solari, perchè riescano più coloriti e più gustosi. Bisogna però fare la sfogliatura soltanto allorchè il frutto è già formato, e che altro non gli manca fuorchè il maturare; operando troppo presto non si farebbe che ritardarne la maturanza e diminuirne il volume. Inoltre quest’operazione deve farsi gradatamente onde non esporne tutt’ad un tratto i frutti al sole; e le foglie si dovranno tagliare e non strappar via, per non guastare l’occhio che sta all’ascella di esse.