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del taglio. 163

periore. Nel primo caso si dà alla ferita un’inclinazione dall’alto in basso (fig. 225 A) e nel secondo dal basso in alto (fig. 225 B). L’intaccatura non deve farsi nei frutti a nocciuolo, perchè di leggieri avrebbesi produzione di gomma.

La frattura della cima de’ rami si fa allo scopo di promuovere lo sviluppo delle gemme fiorali nelle parti inferiori. Si eseguisce nel verno rompendo in A il rametto (fig. 226), alla distanza di 0m,06 circa della sua inserzione. Nella primavera la piaga si cicatrizza meno facilmente che se fosse proveniente da un taglio, epperciò invece di mettere prestamente in B due germogli da legno, prepara dilazionando due gemme fiorali. Nell’inverno seguente poi si taglia il rametto superiormente al punto B figura 227.

La curvatura abbastanza esprime da sè come senz’altra operazione di taglio basti a rallentare il corso del succhio. Un angolo più o meno avvicinantesi ai 45 gradi sarà il migliore piegando in basso maggiormente quanto più trattisi di rami rigogliosi.

L’epoca migliore pel taglio jemale è quella che sussegue i forti geli e che precede i primi segnali della vegetazione, cioè il mese di febbrajo. Tagliando prima dei geli si espone il taglio alle intemperie; durante il gelo il taglio non riesce mai netto, ed i rami soffrono; e se la vegetazione è di già incominciata vi può essere soverchia perdita di umore, il che sarebbe di grave danno, fuori del solo caso che la pianta non fosse produttiva per un eccesso di vegetazione.

Quando si abbiano molte piante fruttifere da tagliare, incominceremo dall’albicocco, poi passeremo al pesco, al pruno, al ciliegio, al pero e finalmente al pomo.

§ 880. Il taglio d’estate comprende la soppressione di alcuni germogli, la cimatura, la torsione, il taglio verde, la soppressione di alcuni frutti, e la sfogliatura.