Trattato completo di agricoltura/Volume I/Selvicoltura/2
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nomenclatura forestale.
§ 331. Come tutte le scienze e tutte le arti hanno la loro nomenclatura, ossia usano parole ed espressioni convenzionali cui si attribuisce un dato significato, così anche l’economia forestale ha la propria; ed io ve la espongo, perchè importa conoscerla per esser breve e per intenderci non soltanto fra noi, ma anche cogli altri. Epperò, siccome la parte boschiva della valle del Po è situata nelle regioni montuose, ossia sugli Appennini e specialmente sulle Alpi che confinano colla Francia e colla Germania, così io al nome italiano, unirò, ove occorra, il nome scientifico latino, tedesco e francese.
Essenza significa una data qualità di pianta; per cui quando si dice che un bosco è composto di una o più essenze, vuolsi dire che è composto di una o più qualità di piante.
Matricini, piante semifere, sono quelle piante che portando il loro seme a maturanza, servono come di semenzajo naturale per ripopolare il bosco.
Pianta frondifera, od a foglie decidue è quella che ha foglie piuttosto larghe e che cadono ogni anno: tali sarebbero il pioppo, la quercia, il platano, il tiglio, il faggio, ecc.
Pianta resinosa, sempre verde, a foglie aciculari, quella che dal proprio tessuto tramanda qualche sostanza resinosa, che ha foglie acute od aghiformi, e che le conserva eziandio nei verno. Queste piante diconsi anche conifere perchè il loro frutto è foggiato a cono. In questa distinzione sono compresi i pini, gli abeti, ecc.; il larice sebbene compreso in queste piante sarebbe una eccezione.
Per Pianta d’alto fusto s’intende quella che naturalmente tende ad innalzarsi di molto, e che si lascia crescere liberamente. Talvolta però, il che si usa soltanto colle piante a foglie decidue, vien loro ogni certo spazio di tempo mondato il tronco dai rami laterali, lasciando però intatta la cima (fig. 87).
Pianta a capitozza è quella che potrebbe innalzarsi d’alto fusto, ma che viene artificialmente troncata all’altezza di tre a sei metri, ed i cui rami vengono in seguito regolarmente scalvati ogni tre o sei anni, secondo il bisogno o la maggiore o minor prosperità della pianta. Tali sarebbero le piante di pioppo o di salice che trovansi lungo le adacquatrici dei prati in Lombardia, e le piante di olmo, di quercia o di acero che sono nelle vigne, o che formano siepi nel circondario dei fondi. Dicesi poi a capitozza alta (fig. 88) quando la pianta è troncata superiormente ai tre metri; e capitozza bassa quando invece si tronchi ad un’altezza minore, come si usa coi salici domestici.
Arbusto è il nome che si dà ad una pianta che invece d’innalzarsi, tende piuttosto a mettere molti rami o cacciate dal pedale o ceppo, come farebbe il nocciuolo, l’avorniello, il ginepro.
La ceppata sebbene ci si presenti sotto la forma d’un arbusto, pure ne differisce, perchè è prodotta artificialmente, tagliando vicino a terra una pianta che potrebbe essere d’alto fusto, ma che in siffatto modo gli si fanno metter nuovi rami dal pedale. Prestansi alla ceppata il castagno, la quercia, il faggio, il frassino, in generale quasi tutte le piante frondifere, e poco o nulla le resinose.
Cespuglio e un ammasso di virgulti o ramicelli sottili, provenienti da uno o più vegetali riuniti; tali sarebbero gli spineti, il brugo e la ginestra.
Pianta dolce dicesi quella il cui legno è poco consistente, di midollo piuttosto largo, quali sono il salice, il pioppo, l’ontano, ecc.
Pianta forte all’incontro è quella che ha un legno più consistente, minor midollo, e che resiste di più al freddo, come sono la quercia, l’acero, l’olmo, il faggio, ecc.
Bosco, ted. välder, fr. bois, è il nome che si dà singolarmente a quello che cresce nella pianura, sul colle o sulla parte più bassa dei monti.
Foresta, ted. wälder fr. forèt, sarebbe il bosco degli alti monti.
Bosco sacro, favra, ted. Bannvälder, fr. forèt de résèrve, forèt a ban, è quel bosco che non deve essere tagliato, perchè serve a trattenere i venti, le frane, gli scoscendimenti, le valanghe o le inondazioni.
Fustaja è un bosco formato di piante d’alto fusto, alle quali non si tocca alcun ramo vivo e meno poi la cima; tali sono i boschi di pino, di abete o di larice sugli alti monti; quelli di castagno sui colli, o di rovere al piano.
Fustaja con ceppata è quel bosco misto di ceppate e piante d’alto fusto; fustaja sopra ceppata, quando la pianta allevata d’alto fusto provenga da un ceppo o pedale che sia già stato tagliato.
Il Bosco dolce è formato da piante dette dolci, ed il bosco forte è formato da piante dette forti.
Il Bosco ceduo è quel bosco che vien regolarmente scalvato ogni periodo di tanti anni. Il bosco ceduo dicesi a ceppata, quando è costituito da ceppate; oppure dicesi a capitozza o d’alto fusto quando le piante da scalvarsi sono a capitozza, oppure che si levino i rami laterali delle piante d’alto fusto.
Mondatura, ted. durch forstung, fr. expurgation, è quell’operazione per la quale si levano ai boschi le piante morte o deperenti, od anche semplicemente i loro rami morti o deperenti, onde non guastino il resto del legname e non servano ad attirare gl’insetti nocivi. Dicesi anche mondatura il togliere alle piante quei rami vivi che le renderebbero deformi.
La purgazione, tea. dunkelschlage, fr. eclarcie, jardinage, invece si fa quando, in un bosco troppo folto dii piante, o composto di varie essenze che si danneggerebbero vincedevolmente, si tolgono le più deboli od intristite, o quelle che ricevono o che fanno maggior danno, a norma della convenienza di conservare le une o le altre.
Per emendamento s’intende l’operazione del mantenere un bosco in uno stato di continua e completa vegetazione, onde lentamente non abbia a diradarsi di troppo, e restar maggiormente esposto alla furia dei venti, o perchè continuamente diradandosi non scompaia affatto.
Meriggio, ted. blösse. fr. clarière, chiamasi una porzione piuttosto grande di bosco priva di piante.
Stillazione, ted. traufe, fr. gouttier, dicesi lo stillare o cadere delle goccie d’acqua dai rami o dalle foglie delle piante alte su quelle più basse.
Orlatura è quella porzione di piante che forma i lati o la periferia d’un bosco. Per lo più diconsi orlature quelle che sono al limite superiore, o dalla parte d’onde soffiano i venti, o scendono le frane, gli scoscendimenti e le valanghe.
Scalvatura è l’operazione del tagliare i rami d’una pianta rispettandone il tronco; dicesi anche scalvare una ceppata quando non si faccia altro che togliere i rami, lasciandone il pedale o ceppo.
Per taglio nelle foreste s’intende il tagliare una pianta poco sopra terra. Quando il taglio si faccia sopra piante che possono metter rami dal ceppo, purchè non siano già troppo invecchiate, talvolta non si distrugge il bosco; ma se trattasi di piante resinose e specialmente di abeti, pini ed anche larici che abbiano più di 20 o 30 anni, il taglio corrisponde all’abbattimento o distruzione del bosco, poichè queste piante non rimettono mai dal piede.
Dicesi poi taglio raso, ted. kalhschlage, fr. coupe rase, quando si taglia completamente uno spazio più o men grande di bosco.
Taglio saltuario, anomalo, per decimazione, ted. plenter schlage, o plenterwirtschaft, fr. coupe sombre, è quello che si fa in una foresta di piante di varia età, levando soltanto le più grosse o le deperenti e lasciando crescere le più giovani; dicesi anche taglio incompleto quando in un bosco maturo si lasci soltanto una certa quantità di matricini a regolare distanza, i quali servono a ripopolare il bosco.
L’estirpamento si fa quando, tagliato un bosco, si cavano dal suolo anche le radici delle piante. Questa operazione che diviene indispensabile alla pianura e nei luoghi di poco declivio, è di gran danno ed anche vietata sui monti per le ragioni che dirò in seguito.