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324 | nomenclatura forestale. |
dal proprio tessuto tramanda qualche sostanza resinosa, che ha foglie acute od aghiformi, e che le conserva eziandio nei verno. Queste piante diconsi anche conifere perchè il loro frutto è foggiato a cono. In questa distinzione sono compresi i pini, gli abeti, ecc.; il larice sebbene compreso in queste piante sarebbe una eccezione.
Per Pianta d’alto fusto s’intende quella che naturalmente tende ad innalzarsi di molto, e che si lascia crescere liberamente. Talvolta però, il che si usa soltanto colle piante a foglie decidue, vien loro ogni certo spazio di tempo mondato il tronco dai rami laterali, lasciando però intatta la cima (fig. 87).
Pianta a capitozza è quella che potrebbe innalzarsi d’alto fusto, ma che viene artificialmente troncata all’altezza di tre a sei metri, ed i cui rami vengono in seguito regolarmente scalvati ogni tre o sei anni, secondo il bisogno o la maggiore o minor prosperità della pianta. Tali sarebbero le piante di pioppo o di salice che trovansi lungo le adacquatrici dei prati in Lombardia, e le piante di olmo, di quercia o di acero che sono nelle vigne, o che formano siepi nel circondario dei fondi. Dicesi poi a capitozza alta (fig. 88) quando la pianta è troncata superiormente ai tre metri; e capitozza bassa quando invece si tronchi ad un’altezza minore, come si usa coi salici domestici.
Arbusto è il nome che si dà ad una pianta che invece d’innalzarsi, tende piuttosto a mettere molti rami o cacciate dal pedale o ceppo, come farebbe il nocciuolo, l’avorniello, il ginepro.
La ceppata sebbene ci si presenti sotto la forma d’un arbusto, pure ne differisce, perchè è prodotta artificialmente, tagliando vicino a terra una pianta che potrebbe essere d’alto fusto, ma che in siffatto modo gli si fanno metter nuovi rami dal pedale. Prestansi alla ceppata il castagno, la quercia, il faggio, il frassino, in generale quasi tutte le piante frondifere, e poco o nulla le resinose.