Trattato completo di agricoltura/Volume I/Meteorologia agricola/8

Dei pronostici sulle vicende atmosferiche

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Meteorologia agricola - 7 Volume I - Dei terreni
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dei pronostici sulle vicende atmosferiche.

§ 186. Se la meteorologia c’insegna l’influenza delle condizioni atmosferiche sulla vegetazione, e quindi ad appropriare le coltivazioni al clima di quel tal paese, all’agricoltore dovrebbe interessare moltissimo il poter conoscere, anzi il prevedere, le variazioni che possono succedere nell’atmosfera.

Quasi tutte le operazioni campestri esigono una data condizione atmosferica d’umidità, o di calore, o di siccità. Il seminare quando il tempo è troppo secco, e che non vi sia probabilità di pioggia, sarebbe certamente opera gettata; lo stesso avviene per chi deve raccogliere e far seccare grani, o foraggi quando il cielo è troppo umido e minaccia pioggia. Quanti non bramerebbero sapere se per tre o quattro giorni o per una settimana il tempo sarà sereno o piovoso! — Ben è vero che certi prodotti non possono restare nel campo più di quanto il comporti la loro perfetta maturanza, e che certe operazioni non si possono dilazionare al di là di un certo tempo; ma vi sono molte cose che si possono anticipare o dilazionare di qualche giorno con grandissimo vantaggio, cogliendo od aspettando le opportune condizioni atmosferiche.

Egli è perciò che quasi tutti i libri d’agricoltura, anche gli antichi, fecero osservare varj fenomeni dai quali si potesse presumere lo stato futuro del cielo, cioè le probabilità di bel tempo, di pioggia, di vento, ecc. Ma se anticamente fra gl’indizj di variazioni atmosferiche si annoveravano moltissimi pregiudizj, anche oggidì, sebbene sussidiati da moltissimi strumenti fisici, non tutti i pronostici possono essere generalizzati, come non può generalizzarsi la meteorologia. Quei venti che in un paese portano ordinariamente pioggia, in altro sono forieri di [p. 178 modifica]bel tempo; così se la pesantezza dell’aria dev’essere relativa all’altezza dei varj paesi, l’umidità può essere la condizione ordinaria d’un tal clima, ecc.; e per conseguenza oltre agli indizi più generici delle mutazioni atmosferiche, la valle del Po avrà i suoi indizi particolari.

Il desiderio e l’importanza pel coltivatore d’avere dei pronostici sulle vicende atmosferiche fece sì che molti abusarono della sua credulità ed ignoranza per ispacciare almanacchi che, settimana per settimana, o dì per dì, notassero il tempo che doveva fare. Ma queste predizioni, fatte anche più d’un anno prima, dovevano necessariamente esser fallaci; eppure il contadino vi credeva, avesse il suo almanacco indovinato anche una sola volta sopra cento: quando poi l’almanacchista non sapeva che dire, segnava caldo d’estate, freddo nell’inverno, ed allora soltanto era certo di non fallare, e di farsi una discreta riputazione.

Un celebre astronomo diceva che lo stato presente dell’atmosfera doveva considerarsi come l’effetto del suo stato anteriore, e quindi come causa di quello che lo seguiva. Dunque vedete che non solo non si può indovinare un anno prima, ma che sarebbe ancora una bella cosa il poter predire coi pronostici dell’oggi che tempo farà domani o qualche giorno più in là.

§ 187. Il primo libro popolare che abbia francamente affrontati i pregiudizj, fu un almanacco uscito nel 1848 a Milano col nome il Nipote del Vesta-Verde, le parole del quale, siccome assai sensate, rubo quasi per intiero, ricordando esse alcuni pregiudizj ancora radicati nel volgo, ed accennando quali sieno i pronostici più attendibili.

«Interrogate, ei dice, la donnicciuola, interrogate il contadino, il barcajuolo, il vetturale, il montanaro, e scoprirete una ricchezza d’aforismi, d’osservazioni, di proverbj, tutti diretti a indovinare il tempo. L’una consulta il sale, il lucignolo della sua lucerna, le pantomime del suo gatto; l’altro guarda la [p. 179 modifica]direzione del vento e la forma delle nubi; v’ha chi si regola col mese che corre, colla luna che fa, ed ha quasi ogni giorno il suo proverbio; un santo è mercante di freddo, un altro porta il barile dell’acqua od sacco della farina; l’abitatore delle valli osserva alcune punte di montagna che gli danno indizj sicuri delle vicende atmosferiche. Nondimeno accade spessissimo a tutti questi profeti d’ingannarsi, ed i più avveduti sono quelli che conservano sempre una prudente riserva nelle loro profezie.»

«I segni, i proverbj, le osservazioni locali hanno certamente un valore. Essi sono frutti d’una lunga esperienza, tramandata e confermata per molte generazioni. Ma la forma che presero i proverbj, ma il modo d’osservare del popolo ha insieme del capriccioso e del superstizioso. Le previsioni che si riferiscono alle fasi ed ai trapassi delle stagioni, vengono d’ordinario attaccate ad un giorno fisso, dietro qualche analogia o coincidenza fortuita, e perfino per la seduzione della rima, come accade del giorno di santa Lucia (13 dicembre) che il nostro popolo continua a credere il più breve dell’anno (Santa Luzia l'è el di pu curt che ghe sia). Le osservazioni che si riferiscono all’umidità dell’aria spesso vengono pigliate per indizio di lunghe piogge, e i segni locali, presi troppo isolatamente, non valgono a far prevedere le vicende generali. Finalmente una delle influenze cui presta maggior fede il popolo, quella delle fasi lunari, è spessissimo contraddetta col fatto, e non è in alcun modo confermata dalla scienza. Ma questo hanno di proprio tutti i pregiudizj, che si tien conto quando il caso sembra dar loro ragione, e non si fa attenzione ai fatti che li smentiscono.»

«Ma voi direte che vi preme di più sapere gl’indizj del tempo imminente. Gli indizj sono molti. Ma anche per questi si pon mente alla disposizione generale del mese ed al tempo dominante nelle varie stagioni. Dopo di che convien guardare l’aspetto del cielo.» [p. 180 modifica]

«Se il sole si leva in dense nubi che lo nascondono o del tutto o in parte, oppure se in simil modo tramonta; se lo vediamo attraverso a lunghe striscie, possiamo presagirne pioggia; e così pure se al suo levare manda una luce pallida, od è come velato da una leggiera nube gialla o rossiccia nella quale si dipingono a grandi e lunghi fasci i suoi raggi, abbiamo indizio di pioggia nel giorno seguente. Anche la luna ne predice la pioggia se la vediamo pallida e torbida o circondata da larga aureola. Se ne appare la vôlta del cielo più dell’usato popolata di stelle, ma poco scintillanti, il sereno non durerà.»

«Dalla forma delle nubi possiamo ancor meglio argomentare l’andare del tempo. Se le nubi si affoltano sul dorso dei monti in direzione opposta a quella del vento, e formano cappello alle loro cime, la pioggia è vicina; accenneranno invece al bel tempo od a pioggia lontana, se ne coroneranno il vertice in istrisce oblunghe e leggiere. Quelle nubi che diciamo pecorelle, d’estate indicano vento, e neve d’inverno, e più sicuramente se prendono un chiarore fosco e bronzino. Le nubi sparse non danno che tenui piogge, e se si ammonticchiano in nembi, daranno forti ondate di pioggia. Che se il nembo ha piede, cioè se insiste per lunga base sull’orizzonte, e rapido se ne solleva, manifestando come un fremito nei nuvoli congregantisi, e manda frequentissimi lampi, e un continuo ma cupo rumore, a ragione temesi allora il temporale con rovesci di pioggia e di gragnuola, tanto più orrenda quanto più la stagione sarà stata calda ed asciutta.»

«Come indizj di pioggia si hanno il volar delle rondini rasente l’acqua o la terra, il canto intempestivo del gallo, il garrire dei passeri riuniti a stormo, le anitre che svolazzano qua e là gridando e sbattendosi sull’acqua, l’insolito e lungo gracidare dei ranocchi, il fiutare al vento che fanno le vacche, il congregarsi degli armenti, le mandre che pascono più avidamente avvicinandosi all’ovile, le api che poco si discostano [p. 181 modifica]dall’alveare, o che vi ritornano in folla senza carico, l’importunità delle mosche, i pesci che guizzano fuori dell’acqua ed i suoni lontani che si sentono assai meno. Si tengono invece come presagi di bel tempo il gridar della civetta a cielo coperto, il crocitare dei corvi, e l’adunarsi, al cader del sole, di moscherini in alte colonne turbinose. L’aprirsi e il chiudersi dei calici in alcuni fiori, e il loro incurvarsi sullo stelo, od altri simili fenomeni dei vegetali sembrano aneli’essi annunziare gli eventi che si preparano nell’atmosfera.»

«Un gran fungo al lucignolo, e gli odori che si sentono più dell’usato annunziano pioggia.»

«Ma tutti questi indizj, per quanto siano buoni, pure sono troppo fuggevoli ed indecisi, epperò anche spesso fallaci; onde voi pure siete usati di prestar maggior fede allo spirare dei venti, e consultate la ventaruola a spiarne la direzione. Ora per conoscere, dalla direzione, l’indole dei venti, bisogna mettersi in mente che noi siamo in una gran valle, circondata per tre lati da alte montagne e aperta soltanto dal lato di levante, dov’è il suo sbocco nel mare. I venti spirano più frequenti e più liberi, come è naturale, per il lungo della valle da oriente e da occidente. Il vento orientale però, come quello che, non incontrando ostacolo, può dal mare pervenire liberamente fino a noi, ancora caldo ed umido, di solito ci apporta le nebbie e le nubi, il vento opposto, scendendo dalle Alpi più alte, essendosi raffreddato, e spogliato d’ogni umidità pel contatto delle nevi perpetue, d’ordinario disperde le nubi, e reca il sereno (§ 145). Per la nostra pianura il corso regolare dell’aria, perchè duri il bel tempo, deve venire sempre dalla parte del sole, cioè alla mattina deve spirare leggiermente da levante, a mezzodì dai monti Piacentini, e verso sera dalla parte del Monte-Viso. Che se il levante dura tutto il giorno, e più se ingagliardisce, il cielo si rannuvolerà di certo, e d’ordinario pioverà.»

«Ma se le ventaruole ci danno la direzione dei venti, il [p. 182 modifica]barometro (fig. 67 e 68), 67. Barometro a quadrante.1 che misura il peso dell’aria, accusa immediatamente, colle varie altezze della sua colonna, la natura secca od umida di quelli, abbassandosi quando sono caldi ed umidi, ed innalzandosi quando spirano secchi e freddi. Un forte abbassamento del barometro, accompagnato da oscillazioni irregolari della colonna, presagisce vento e procella. Se il barometro si alza e si abbassa per frequenti e rapide fluttazioni, accenna un tempo variabile, e il suo fluttuare in tempo di pioggia annunzia che questa sarà durevole. È da notare però che nelle pioggie temporalesche si vede qualche volta un subito alzamento del barometro, il quale poi cessa al finire del temporale. Un’altra osservazione occorre sull’uso degli indizj barometrici, ed è che nelle località e nelle stagioni, nelle quali non regnano venti regolari, le indicazioni di questo stromento riescono troppo variabili, e perciò troppo vaghe le congetture che se ne ponno inferire. — [p. 183 modifica]Dal variare delle altezze medie, massime e minime, secondo i mesi, ognuno si accorgerà che le indicazioni fisse del tempo bello, vario e piovoso, che leggonsi sui barometri comuni, non ponno essere esatte. Converrà invece guardare in ciascun mese le indicazioni, che darò qui sotto, ritenendo che le relative altezze medie indicano tempo vario, le massime il bel tempo, e le minime la pioggia: ben inteso che non ponno entrare in conto le ordinarie oscillazioni diurne, ma solo le oscillazioni straordinarie.»

«Le più grandi e più generali modificazioni dell’atmosfera ci sono adunque fatte palesi dal barometro, ma le sue variazioni accennano ad un fenomeno piuttosto complesso, quale è quello che risulta dagli effetti di ventilazione, di calore, d’umidità, e che si estende ad una vasta superficie di paese. Ora, interessando anche di conoscere in particolare e più precisamente il grado d’umidità o di secchezza di quell’aria che ne circonda, l’igrometro (misuratore dell'umidità) serve abbastanza bene all’uopo. Un tale strumento non varrà però tanto a presagire le lontane mutazioni dell’atmosfera, quanto a renderci noto lo stato attuale d’una circoscritta località.»

Abbassamenti del barometro in millimetri indicanti le variazioni.

Siccità millim. 772 poll. 28,6
Sereno costante » 765 » 28,3
Sereno » 758 » 28
Variabile » 751 » 27,9
Gran pioggia » 737 » 27,3
Oragano o procella » 730 » 27.

Ma questi indizi non sono valevoli che pei luoghi situati a 20 o 25 metri sul livello del mare, poichè, come sapete, la colonna barometrica è tanto più bassa quanto più lo strumento è elevato sul livello del mare (§ 60). Abbisogna quindi rendere mobile l’indice delle indicazioni e portare l’indicazione sereno di contro alla media barometrica del luogo, conosciuta da esperimenti già istituiti, o desunta dall’elevatezza del luogo sul livello del mare. [p. 185 modifica]

Altezze barometriche.

Medie tra le minime Medie tra le medie Medie tra le massime
Milano Millim. Millim. Millim.
  Gennajo 735,9 751,4   761,6 (Variazioni massime)
  Febbrajo 736,3 750,5   761,4
  Marzo 735,9 749,6   759,8
  Aprile 737,2 748,3   757,5
  Maggio 741,0 748,6   757,1
  Giugno 742,6 750,3   756,2 (Variazioni minime)
  Luglio 743,5 750,4   755,5
  Agosto 743,8 751,0   756,2
  Settembre 740,8 751,0   757,7
  Ottobre 738,3 751,0   759,5
  Novembre 738,9 750,1   760,0
  Dicembre 737,0 752,1   761,1
  
  Inverno 731,1 751,4   764,5
  Primavera 733,6 748,9   760,4
  Estate 731,0 750,5   757,7
  Autunno 736,1 750,7   761,6
  
  Medie annue 738,9 750,4   764,7
Brescia
  Medie annue 728,5 748,8   765,1
Bergamo
  Medie annue 711,8 740,5   752,4
Mantova
  Medie annue 743,6 757,2   775,6

NB. Tutte le altezze barometriche esposte in questo quadro, tolto dalle Notizie naturali e civili sulla Lombardia, Milano 1844, sono ridotte alla temperatura di 12°,25C, che può ritenersi come la media annua per la Lombardia. Però, invece che in quel libro eran tutte ridotte anche al livello del mare, qui sonosi riferite alle rispettive altitudini di ciascuna città. Ritenuto che gli osservatorj di Milano, Brescia, Bergamo, Pavia, siano elevati sul livello del mare, come ivi è detto, rispettivamente 131m,36; 150m,17; 240m,0 e 60m,72 sonosi detratti da ciascuna delle indicazioni date per Milano millim. 12,4; da quelle per Brescia millim. 14,1; da quelle per Bergamo millim. 22,4 e da quelle per Mantova millim. 5,7.

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Voi vedete adunque che quantunque vi siano persone, veri barometri ambulanti, così sgraziatamente felici da poter indovinare l’avvicinarsi della pioggia o dell’umidità, perchè sentano maggiormente qualche dolor reumatico, perchè un callo ai piedi, una ferita, un dente guasto divenga più fastidioso, pure oggidì non ammetteremo come probabili i pronostici ove molti di essi non concorrano negli stessi indizj, e che siano appoggiati anche dalle indicazioni degli strumenti fisici, delle quali indicazioni vi raccomando di tenerne ben conto quando non vogliate sfigurare nelle vostre predizioni.

Note

  1. Il barometro a quadrante è un barometro a sifone destinato specialmente ad indicare il bello od il cattivo tempo. Porta questo nome perchè è munito di un quadrante su cui si muove un lungo indice, il quale è messo in movimento dal mercurio medesimo dello strumento per mezzo di un meccanismo rappresentato nella figura 68. All’asse dell’indice è fissata una carrucola O, sulla quale si avvolge un filo, che porta un peso P ad una delle sue estremità ed all’altra un galleggiante alquanto più pesante di P e sostenuto dal mercurio del ramo più piccolo