Sulle ferrovie proposte per la congiunzione delle linee Palermo-Girgenti e Catania-Licata/XVIII
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Colla linea di Vallelunga par mi si possa fin d’ora con sicurezza affermare che le relazioni commerciali di Caltanissetta non saranno più rannodate con Palermo.
Caltanissetta dista da Catania per ferrovia di 121 chilometri, disterebbe da Palermo di 136 a 137 chilometri per la linea di Vallelunga. I zolfi dalla stazione dell’Imera, passando per Caltanissetta, per arrivare a Palermo dovrebbero percorrere in ferrovia 150 chilometri mentre per andare a Catania non percorrono che 108 chilometri. Ammesso un aumento di prezzo sulla piazza di Palermo di 26 centesimi per quintale, ed una produzione di quintali 250 mila, perchè essi affluissero a Palermo, si dovrebbe anticipare in più per trasporto la somma di 107 mila lire circa colla sicurezza di perdere 29 mila lire.
Palermo non può fare concorrenza a Catania per l’importazione di vini, per le nevi sulla piazza di Caltanissetta. Non so se la concorrenza sia possibile per le frutta, per la verdura ed altri generi di consumo.
Tenendo conto della minore distanza da Caltanissetta a Catania, dei vincoli maggiori tra queste città già esistenti per tutti gli elementi principali d’importazione e di esportazione egli è impossibile che il commercio già deviato tenda a ristabilirsi tra Palermo e Caltanissetta, e tenendo il commercio la via di Catania per gli elementi principali di esportazione e d’importazione anche per gli elementi secondarii seguiterà la stessa via.
Da Santa Caterina alla stazione delli Xirbi si debbono percorrere 10 chilometri circa di strada ordinaria discendendo di metri 290, e dalla stazione delli Xirbi in ferrovia a Catania 115 chilometri. Dalli Xirbi a Palermo in ferrovia invece corrono 132 chilometri sulla linea di Vallelunga, se a questa stazione essa si lega, e, se si deve passare per Caltanissetta, 143 a 144 chilometri.
Per andare su strada ordinaria da Santa Caterina alla stazione di Marianopoli si deve salire alla portella di Recattivo alta 800 metri sul livello del mare e ridiscendere per la strada del Landro, non sempre facilmente tragittabile nell’inverno, discendendo di metri 450 e percorrendo 24 chilometri. Si arriverebbe così alla stazione di Marianopoli e Resultano presso il Bilici distante circa 110 chilometri da Palermo.
La lunghezza notevolmente maggiore da percorrere su strada rotabile ordinaria da Santa Caterina alla stazione di Marianopoli e più ancora le grandi salite e discese che si devono superare per raggiungere la citata stazione, fanno sì che Santa Caterina continuerà le sue relazioni commerciali con Catania.
Non bisogna dimenticare che Caltanissetta è il Capoluogo della provincia, che molti interessi legano i comuni vicini al Capoluogo della provincia, e che essendo esso attratto da Catania, da Catania saranno attratti anche più facilmente i comuni vicini.
L’orbita entro la quale sarà dominante l’azione attrattiva di Palermo si estenderà quindi fino a Resultano e Marianopoli e comprenderà oltre i comuni suddetti, Vallelunga, Valle d’Olmo e Villalba, la cui popolazione complessiva è di 21870 abitanti. Villalba è in comunicazioni colla strada nazionale postale da Palermo a Catania per mezzo di una strada rotabile speciale che vi si lega a breve distanza da Vallelunga. La strada rotabile speciale di Valle d’Olmo s’innesta alla strada postale sopracennata tra Vallelunga ed Alia.
Da Vallelunga alla stazione di Roccapalumba sulla strada nazionale corrono 30 chilometri circa e la via è in buone condizioni.
I citati comuni si trovano quindi in buone condizioni relativamente ad una parte notevole dell’Isola per approfittare delle ferrovie e per arrivare a Palermo, nè vi è pericolo che il loro commercio ne sia deviato.
I comuni, che senza la linea di Vallelunga potrebbero forse essere attratti da Catania, sono Marianopoli e Resultano la cui popolazione complessiva è di 6129 abitanti.
Ecco a quale cifra si riducono le speranze principali di Palermo colla costruzione della ferrovia di Vallelunga.
Ed è per conservare all’azione attraente di Palermo una popolazione di 6129 abitanti coi relativi prodotti agricoli e per risparmiare nemmeno 30 chilometri di strada rotabile nazionale al movimento di 15741 abitanti (popolazione agricola di Vallelunga, Villalba e Valle d’Olmo) che si debbono spendere da 35 milioni a 40 milioni?
In verità, se questa somma non si deve dire intieramente sciupata, bisogna convenire che la si può spendere in mille modo più convenientemente a beneficio di Palermo e dell’Isola tutta.
Essendo nato lontano da Palermo e da Catania, nè potendo essere perciò tacciato di municipalismo, ho creduto conveniente toccare questo argomento por una ragione importantissima.
Ho udito da persone autorevoli e fra queste da un deputato che conveniva sostenere ed accettare la linea di Vallelunga, ancorchè (secondo lui) meno logica e meno utile agli interessi di Palermo e dell’Isola della linea delle due Imere, perchè questa sarebbe stata combattuta da Catania. Non posso ammettere in modo alcuno una simile dichiarazione a carico di una città così ricca e nobile come Catania.
Chi ha percorso le regioni ed i paesi che fanno capo a Catania, chi osserva complessivamente la carta della Sicilia e le posizioni occupate da Palermo e da Catania, vede chiaramente che la superficie racchiusa nella orbita di azione di Catania è molto più vasta e ricca che la superficie compresa nella sfera d’azione di Palermo. Chi osserva che le ricche condizioni dei paesi agricoli dell’Etna risultano dall’avere creato col lavoro il terreno produttivo e conosce l’attività anche nell’industria di questa popolazione, deve necessariamente conchiudere, che anche colla ferrovia delle Imere è riserbato a Catania più che a Palermo uno splendido arvenire ed è questo un sentimento che trovai comune a quanti hanno per molto tempo percorsa e studiata la Sicilia.
Chi dimorò anche per poco tempo in Palermo ha dovuto osservare quanta sfiducia abbia generato in materia ferroviaria la dolorosa storia delle linee Caldare e Montedoro e quante assurde interpretazioni vi si facciano sugli intendimenti del governo per tutto quello che finora è successo.
Tutto ciò dimostra la necessità di risolvere finalmente questa questione, soddisfacendo i giusti e legittimi interessi di Palermo e dell’Isola scegliendo per linea ferroviaria Palermo, Caltanissetta, Catania quella che è dettata dalle configurazioni naturali topografiche della Sicilia e da suoi interessi.