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rovie e per arrivare a Palermo, nè vi è pericolo che il loro commercio ne sia deviato.
I comuni, che senza la linea di Vallelunga potrebbero forse essere attratti da Catania, sono Marianopoli e Resultano la cui popolazione complessiva è di 6129 abitanti.
Ecco a quale cifra si riducono le speranze principali di Palermo colla costruzione della ferrovia di Vallelunga.
Ed è per conservare all’azione attraente di Palermo una popolazione di 6129 abitanti coi relativi prodotti agricoli e per risparmiare nemmeno 30 chilometri di strada rotabile nazionale al movimento di 15741 abitanti (popolazione agricola di Vallelunga, Villalba e Valle d’Olmo) che si debbono spendere da 35 milioni a 40 milioni?
In verità, se questa somma non si deve dire intieramente sciupata, bisogna convenire che la si può spendere in mille modo più convenientemente a beneficio di Palermo e dell’Isola tutta.
Essendo nato lontano da Palermo e da Catania, nè potendo essere perciò tacciato di municipalismo, ho creduto conveniente toccare questo argomento por una ragione importantissima.
Ho udito da persone autorevoli e fra queste da un deputato che conveniva sostenere ed accettare la linea di Vallelunga, ancorchè (secondo lui) meno logica e meno utile agli interessi di Palermo e dell’Isola della linea delle due Imere, perchè questa sarebbe stata combattuta da Catania. Non posso ammettere in modo alcuno una simile dichiarazione a carico di una città così ricca e nobile come Catania.
Chi ha percorso le regioni ed i paesi che fanno capo a Catania, chi osserva complessivamente la carta della Sicilia e le posizioni occupate da Palermo e da Catania, vede chiaramente che la superficie racchiusa nella orbità di azione di Catania è molto più vasta e ricca che la superficie compresa nella sfera d’azione di Palermo. Chi osserva che le ricche condizioni dei paesi agricoli dell’Etna risultano dall’avere creato col lavoro il terreno produttivo e conosce l’attività anche nell’industria di questa popolazione, deve necessariamente conchiudere, che anche colla ferrovia delle Imere è riserbato a Catania più che a Palermo uno splendido arvenire ed è questo un sentimento che trovai comune a quanti hanno per molto tempo percorsa e studiata la Sicilia.