Pagina:Alighieri, Dante – La Divina Commedia, 1933 – BEIC 1730903.djvu/428: differenze tra le versioni

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      E io appresso: «Le profonde cose
 che mi largiscon qui la lor parvenza,
-{{R|72}}a li occhi di lá giú son si ascose,
+{{R|72}}a li occhi di lá giú son sí ascose,
      che l’esser loro v’è in sola credenza,
 sopra la qual si fonda l’alta spene:
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 {{R|84}}d’esta moneta giá la lega e ’l peso;
      ma dimmi se tu l’hai ne la tua borsa».
-Ond’io: «Si, ho, si lucida e si tonda,
+Ond’io: «Sí, ho, sí lucida e sí tonda,
 {{R|87}}che nel suo conio nulla mi s’inforsa».
      Appresso usci de la luce profonda
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 {{R|93}}in su le vecchie e ’n su le nuove cuoia,
      è sillogismo che la m’ha conchiusa
-acutamente si, che ’nVerso d’ella
+acutamente sí, che ’nverso d’ella
 {{R|96}}ogni dimostrazion mi pare ottusa».
      Io udi’ poi: «L’antica e la novella