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Trattato della superbia - Capitolo quinto - Qui si dimostra quali sono i segni che Dio abbia in odio la superbia

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Trattato della superbia - Capitolo quinto - Qui si dimostra quali sono i segni che Dio abbia in odio la superbia
Trattato della superbia - Capitolo quinto Trattato della superbia - Qui si dimostra come la superbia offende gli angioli e gli uomini
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Qui si dimostra quali sono i segni che Dio abbia in odio la superbia.


Segni molti dell’odio di Dio contro alla superbia si truovano nella santa Scrittura. In prima sono le molte minacce1 che Dio fa contro a’ superbi. Onde dice Ieremia profeta, in persona di Dio: Ecce ego ad te, superbe, dicit Dominus exercituum: venit dies tuus, tempus visitationis; et cadet superbus et corruet, et non erit qui suscitet eum: Ecco che Dio dice a te, superbo: verrà il dì tuo, e ’l tempo della visitazione tua; e caderà il superbo e rovinerà, e non sarà chi lo rilevi. E santo Iob, parlando de’ superbi, dice: Si ascenderit in coelum superbia eius, et caput eius nubes tetigerit, quasi sterquilinium in fine perdetur: Se sârrà2 in cielo la superbia e il capo suo toccherà i nuvoli, finalmente come uno letame si disfarà e perderà. Onde Isaia, in persona di Dio,3 dicea minacciando: Voe coronoe superbioe: Guai alla corona della superbia. E in più altri luoghi della Scrittura terribilmente gli minaccia Iddio, a dare a intendere in quanto odio egli abbia la superbia. Il secondo segno che Dio abbia in odio i superbi, si è che sottrae e toglie loro l’aiuto della grazia sua. Ed è cosa molto giusta e ragionevole: però che, come agli umili dà la grazia perché riferiscono ogni gloria in Dio, dicendo col Profeta: Non nobis, Domine, non nobis, sed nomini tuo da gloriam: Non a noi, Signore, non a noi, ma al nome tuo dà la gloria; [p. 213 modifica]così a’ superbi toglie la grazia, perch’egli tolgono la gloria a lui, e indegnamente l’attribuiscono a loro. E non solamente sottrae loro l’aiuto della grazia, ma, come dice santo Iacobo, resiste e contrasta loro; onde non possono avere speranza niuna di salire in cielo, né d’avere gloria, tolta loro la grazia, per la quale si perviene alla gloria. E non abbiano fidanza veruna perché Dio gli permetta in questa vita salire a stato d’alcuna dignità o d’onore; ch’egli il fa perché caggiano, e abbiano maggiore stroscio,4 e sia maggiore e più grave la ruina loro. L’altro segno dell’odio d’Iddio contro a’ superbi si è, che, con ciò sia cosa che gli altri peccatori Iddio punisca misericordiosamente, solo i superbi punisce e danna con rigore di giustizia aspramente. Onde il Salmista dice: Retribuet abundanter facientibus superbiam: Iddio renderà abondantemente, a buona misura, tormento e pena a coloro che fanno la superbia;5 cioè ch’adoperano con superbia. E ciò si dimostra più apertamente nel libro della Sapienza, dove si dice: Exiguo conceditur misericordia; potentes autem potenter tormenta patientur: All’uomo piccolo e umile si concede misericordia; ma i potenti superbi potentemente e gravemente averanno a sostenere i tormenti. L’altro segno che Dio ha in odio la superbia si è, che l’uno e l’altro avvenimento di Cristo è contro alla superbia. Il primo avvenimento fu contro alla superbia per sanarla collo essemplo della sua umiltà e collo ’mpiastro della sua passione. Onde dice santo Agostino: Per lo grande peccato della superbia, Iddio umile venne nel mondo. Questa grande infermità dell’anime trasse di cielo lo onnipotente medico, e infino alla forma del servo l’umiliò a essere schernito e straziato, e in sul legno della croce [p. 214 modifica]confitto e passionato lo condusse, acciò che per lo rimedio di tale medicina sanasse l’enfiature della superbia.6 Vergógnisi adunque l’uomo d’essere superbo, per lo quale è fatto umile Iddio. Il secondo avvenimento di Cristo sarà contro alla superbia, non già per sanarla, ma per giustamente punirla e dannarla. Del quale dice Isaia profeta: Dies Domini exercituum super omnem superbum et excelsum, et super omnem arrogantem; et humiliabitur: Il dì dell’avvenimento di Dio al giudicio sarà sopra ogni superbo, altiero e arrogante; e saranno umiliati e abbattuti. Onde, per lo grande dispiacere e odio che Dio ha contro a’ superbi, dice per lo Salmista: Non habitabit in medio domus meoe facit superbiam: Non abiterà nella mia casa l’uomo superbo.

Note

  1. L'edizione del quattrocento: gli molti minacci. E minaccio per minaccia era in quei di più che mai vocabolo in corso; onde, tra gli altri, lo storico Cavalcanti: «A ogni terzo dì mutava patti a Meo, con minacci sì crudeli, che Meo faceva paziente ad ogni disonestà.» Seconda storia, cap. 76.
  2. Stiamo cogli editori del 25, che soli intesero la convenienza di raddoppiare in questa voce la lettera r.
  3. Ediz. 95 e 85: per parte di Dio.
  4. Il Codice e l'impressione del 25: stoscio; variante non accettata sin qui dalla Crusca.
  5. Fare la superbia, modo classico per la qualità dell'autore a cui piacque di adoperarlo, derivandolo dalla latinità biblica; e Far superbia, bel modo della lingua parlata, non sono tra le frasi dichiarate nei nostri Vocabolari.
  6. Concordamente le stampe: l'enfiatura della superbia si sanassi (o sanasse).