Saggio intorno ai sinonimi della lingua italiana/Povero - Meschino - Tapino

Povero - Meschino - Tapino

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POVERO - MESCHINO - TAPINO.


Povero dal lat. pauper è propriamente scarso, scarseggiante; detto di persona vale non intieramente privo del necessario, ma vicino alla necessità, di poca suppelletile; detto di cose porta sempre con se l’istessa idea di scarso, d’angusto, infecando, e si oppone a copioso, ad abbondante, ad agiato. Per traslato vale afflitto, misero, scoraggiato, disgraziato, abbandonato. S’adopera talvolta per bisognoso, e privo d’ogni soccorso, ma in questo caso dee prender forza dal contesto. La voce povero è sempre accompagnata dal sentimento della compassione.

Meschino è vocabolo che assume pressochè tutti i significai di povero peggiorandoli per altro, ed aggiungendo loro l’idea della viltà. Ha la sua derivazione prossima dagli arabi1, che forse chiamarono con questo nome i cristiani rimasti in prigione nella Palestina, ed in Soria; epperò l’origine remota è siriaca2. [p. 99 modifica]

Tapino vale afflitto, miserello, tribolato, ma pende anch’esso nel basso, e non si dice propriamente che di persone. È voce greca antichissima, poichè ταπεινός suonò umile, basso, piccolo3; quindi depresso, afflitto; rimase nel greco-barbaro col solo significato di miserello4, ed entrò probabilmente nella lingua nostra al tempo delle crociate.

Circoscritte a questo modo le tre voci entro i giusti lor termini, e ridotte al loro legittimo valore, riusciranno esse di più facile e più sicuro maneggio a chi si farà ad adoperarle.

La povertà può essere, ed è ben sovente onorevole, gloriosa; la meschinità è sempre bassa e dispregevole. Un ricco avaro non è povero, ma sì meschino: far del meschino è modo di dire italiano che vale mostrarsi vile; e Dante e Boccaccio adoperarono la voce meschina sustantivamente per serva, ancella, nè avrebbero potuto far lo stesso di povera. Diciamo in senso onesto una povera casa, poveri panni, povera condizion di vita, e sarebbe un dispregio il dire [p. 100 modifica]casa meschina, abiti meschini, meschina condizione. La voce povero è solenne a risvegliar la commiserazione, come ne’seguenti modi: povero cuore; povero vecchio; povere lettere; povera filosofia; povera vedova. La stessa differenza si scorge nel significato traslato delle due voci, quando vengono applicate a cose materiali senza altro uffizio, che quello d’indicare lo stato loro esclusa ogni idea di compassione, o di viltà: i nostri poeti dissero povero il cielo, a significare ch’esso non aveva chiarezza di luce, nè l’avrebbero detto meschino; chiamarono povero, e non meschino il ferro, perchè è metallo inferiore di pregio agli altri, e povero dissero altresì un sentiero, per angusto. È da notarsi finalmente che la voce meschino non può essere adoperata nell’alta poesia in luogo di povero, a cagione della viltà che l’accompagna; l’usò il Petrarca, ma nell’appropriarla allo stil tenue si giovò della meschinità stessa della voce per rendere vie maggiormente umile il pensiero che voleva esprimere, chiamando meschino il suo corpo, e meschino il suo cantare, poichè l’idea principale che il poeta voleva in questi luoghi risvegliare, non era quella della commiserazione, ma sì dell’umiltà, anzi della bassezza. [p. 101 modifica]

Tapino poi, che vanta quella nobilissima origine dai fonti greci accennata più sopra, ci sarà argomento della vanità e della caducità di tutte le umane grandezze, poichè malgrado della veneranda sua genealogia, dopo d’aver sonato sulla bocca di Pindaro, accompagnato dagli accordi della lira tebana5, questo disgraziato fra i vocaboli cadde fra noi in abbiettissimo stato, e tale che quantunque meno gretto e men vile di meschino, ha pure un più ristretto giro d’idee, ed è più povero di povero stesso nella significazione di tribolato, a cagione del primitivo suo senso di cosa bassa e piccola.

Abbiamo veduto che meschino e povero si possono dire di cose animate, ed inanimate, ma tapino non si dice che di animate, le quali assumendo questa appellazione ti si appresentano nell’idea, non solo come tribolate ed afflitte, ma altresì come piccole; nè Orlando e tutta quell’altiera generazione di cavalieri per quanto afflitti e miseri siano stati ne varii casi della fortunosa loro vita potrebbero chiamarsi tapini mai: ma con bellissima evidenza chiamò il Burchiello tapinella [p. 102 modifica]la chiocciola non tanto pel suo misero strisciare, quanto per la sua piccolezza; e le donne sono più frequentemente chiamate tapine degli uomini, non già perchè siano esse meno di noi tribolate ed afflitte, ma perchè sono più deboli. La voce tapino ha generato il verbo tapinare che vale andar pel mondo ranchettando, e schermendosi alla meglio dalle miserie; nè in questo verbo si sentiranno i significati di povero, nè tampoco quelli di meschino.

Il tapino sembra privo non solo dei beni della fortuna, ma depresso altresì dalle disgrazie, e senza vigore d’animo. Il meschino può aver beni, avergli scarsissimi, non valersene, o farne cattivo uso: al povero può mancar la fortuna, non la mente nè il cuore.

Tutti tre questi vocaboli s'impiegano indistintamente ad eccitar compassione, ma tapino è in questo caso lamento plebeo, meschino non è senza avvilimento, e povero è voce di nobile pietà.

Note

  1. Ménage dict. étymol. de la langue francaise.
  2. Peyron dell’erudizione orientale del Frullone; nella proposta d’alcune, correzioni ed aggiunte al vocabolario della Crusca vol. II. parte I, pag. 807.
  3. Damm lex. graec. ad voc.
  4. Du-Fresne gloss. graeco-barb. in Ταπεινοὶ
  5. *Pindaro, III delle Nemee.