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casa meschina, abiti meschini, meschina condizione. La voce povero è solenne a risvegliar la commiserazione, come ne’seguenti modi: povero cuore; povero vecchio; povere lettere; povera filosofia; povera vedova. La stessa differenza si scorge nel significato traslato delle due voci, quando vengono applicate a cose materiali senza altro uffizio, che quello d’indicare lo stato loro esclusa ogni idea di compassione, o di viltà: i nostri poeti dissero povero il cielo, a significare ch’esso non aveva chiarezza di luce, nè l’avrebbero detto meschino; chiamarono povero, e non meschino il ferro, perchè è metallo inferiore di pregio agli altri, e povero dissero altresì un sentiero, per angusto. È da notarsi finalmente che la voce meschino non può essere adoperata nell’alta poesia in luogo di povero, a cagione della viltà che l’accompagna; l’usò il Petrarca, ma nell’appropriarla allo stil tenue si giovò della meschinità stessa della voce per rendere vie maggiormente umile il pensiero che voleva esprimere, chiamando meschino il suo corpo, e meschino il suo cantare, poichè l’idea principale che il poeta voleva in questi luoghi risvegliare, non era quella della commiserazione, ma sì dell’umiltà, anzi della bassezza.