Saggio di rime devote e morali/Arrise a' nostri voti
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ARrise a’ nostri voti
Alfin pietoso il cielo
Col trar fuor di periglio,
4Donna, il mortal tuo velo.
Troppo perduto avria
Quest’oggi il picciol Reno,
Se Figlia in te perdea
8Ch’ha sì bell’alma in seno.
Ben rammentar puoi gli Avi
Che furo tanti Eroi;
Ma il chiaro illustre sangue
12E’ il men de’ pregi tuoi.
Candido cor sincero
Non men che umile, e pio,
Per cui cara alle genti,
16E sei più cara a Dio;
Questo ti rende pronta
A sollevar coloro,
Che per vicende avverse
20Bisogno han di ristoro.
E a superarne infatti
Morbo crudel cotanto
Alzossi al divin Trono
24De’ poverelli il pianto.
Di lor mosso a pietade
Dio fe’ lor paghi appieno
Col benedir le cure
28Di chi segue Galeno.
Che farmaco ben questi
Posson cercar, ma in vano,
Se vuol l’infermo estinto
32L’alto Signor Sovrano.
Ma grazie sieno a lui,
Che per lui trovat’hanno
Modo da por te in salvo,
36E noi trarre d’affanno.
In quello stato avvista
Ben ti saresti al certo
Della doglia di Felsina,
40E insieme del tuo merto;
E i cittadini a gara
O a te congiunti, o amici
Cercar di tua salvezza,
44Bramarti i dì felici.
Poi chi spiegar la pena
Può del fedel Consorte
Quando temea vederti
48Preda restar di morte?
O quante volte, o quante
Impallidì per tema
Che per te giunta fosse
52La fatal ora estrema!
Prove son pur codeste
De’ tuoi pregi, e valore,
Per cui degna saresti
56D’ogni più grande onore.
So che tuo cor gentile
Schiva sentir sua lode,
Che in ascoltarla ha pena,
60Che in meritarla gode.
So che dell’alme grandi
Questo è pregio, ed il sai,
Cui tu, qualunque e’ sia,
64Però a invidiar non hai.
Ma a non esserti grave
De’ miei carmi col suono,
Ti chiederò quì scusa,
68E a lor darai perdono.
Dunque il buon cuore accetta,
Come affabil ne sei,
E ti sia caro insieme
72Chi mosse i versi miei.
Non miglior potev’egli
Trovar ad essi obbjetto,
Questi esprimon la gioja
76Che ci trabocca in petto.
Te di morte vedere
Dalla mano rapita
Chiunque ne consola,
80E applaudesi a tua vita.
Così cent’anni almeno
Ti lasci il ciel pietoso
La Patria a far lieta,
84De’ poveri a riposo.
E tu, se bene umile,
Canzone, a lei ti porta,
La priega di mercede,
88E in essa ti conforta.