Saggi poetici (Kulmann)/Parte terza/Filemone
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FILEMONE
ALLA VESPERTINA STELLA
Del sol radiante e della bianca luna
Primogenita figlia, e più gradita
Dall’antica Etra, che nella nepote
4Le fattezze vagheggia de’ parenti!
Dal tramonto dell’un sin al levarsi
Dell’altro genitor nel ciel tu regni,
E, varcando l’azzurro campo, miri
8Tu de’ rivi e del mar nell’onde chete.
Qual vergine vezzosa e timidetta,
Che le chiassose radunanze schiva,
O come donna di beltà miranda,
12Che i molti adorator molesti sfugge;
Tal tu solinga nel ponente splendi,
Mentre sparsa nel ciel vanno tue suore:
Ovver modesta sì quanto vezzosa,
16Eclissare non vuoi l’altrui beltade?
Perla del ciel, vaga rosa dell’etra!
Smaltano a mille il ciel ridenti stelle;
Ma immemore di loro e non curante,
20Sempre sol te cerca lo sguardo nostro.
ASTORE E IDA
Ecco i parenti alfine,
D’odio antico a dispetto
Vinti al pianto de’ figli,
4Il lor nodo gradir.
Delle Stimfalee sponde
Abitator, gli amanti
Sol si vedean fra i muti
8Avanzi d’un castel.
Sempre l’Alba pietosa
Di suo velo copriva
Astor, che ’n frale schifo
12Fendea l’ondoso pian:
Poi, sull’orme de’ capri,
Salia ’l lido scosceso,
Ove già l’aspettava
16Ida bella ed Amor.
Ora ella vede Astore
Nella casa paterna,
E alla magion futura
20Lo seguisce talor.
All’andata e al ritorno
Sempre la giovin coppia
Riverisce del loro
24Amor l’antico asil.
Là ’ve fra strette sponde
Il lago fassi un fiume,
E scende in un abisso
28Con orrendo fragor:
Alza il muto castello
Fra pittoresca selva
Le vetuste sue torri,
32Che il folgore segnò.
Disse ad Astore un giorno
Ida bella: «Ora tosto,
Amico, nostre brame
36Tutte s’adempiran!
«Dissemi ’l padre: Se oggi
Ritorna il mio germano,
Le tue nozze domani
40Si faranno, mio ben!...»
È di ritorno adesso,
Son gli ospiti adunati,
Tutto è pronto; gli sposi
44Soli mancano ancor.
Allo spuntar del giorno
Ad ambo voglia venne
Di prendere commiato
48Dall’antico castel.
Visto venir lo schifo,
Par che ’l castello dica:
«Grazie, che ricordate
52Il vecchio amico ancor.»
Abbandonârsi al dolce
Vaneggiare d’amore
Gli sposi, e al vento prospero
56Fidaro il lor battel.
Rapiti esclaman ambo:
«O Dei, che il ben largite,
A voi quasi ne agguaglia
60Nostra felicità.
Fate che i dì venturi
Sien quali i dì presenti,
Date fortuna fida
64Al nostro fido amor!»
Nell’innocente ebbrezza
Niun di loro s’avvede,
Che ’l vento traditore
68Sul fiume li portò.
Svegliansi quando l’onde
Strascinano il battello,
E della cateratta
72Già li assorda il fragor.
Ora nè l’agil remo,
Nè disperato sforzo
Potè salvarli: ingordo
76L’abisso li aspettò.
L’un sull’altro fissando
Lo sguardo ed intralciate
Le braccia, senza grido
80Compiro il lor destin.
Spesso al fare del giorno,
Tra la nebbia sottile
Ond’è coperto il lago,
84Vedeli il pescator.
Vaghe due forme eteree
L’una dell’altra accanto,
Additando l’abisso,
88Essi sul lido stan.
ALLA LUNA
O figlia primogenita del cielo
Che alterna ascendi sull’etereo trono
Col fratello di fuoco, che torrenti
4Lancia di liquid’auro a sè d’intorno;
Tu dall’aurata coppa o dalle argentee
Corna ritorte spandi dolce lume,
Che ai miseri mortali, dal soverchio
8Lavoro esausti, dà ristoro e forza;
Te dovunque ti segue il nostro sguardo,
Sia che passeggi negli azzurri campi,
Ove germoglian sotto i passi tuoi
12Stelle infinite, di color diverse;
Sia che traversi d’ambulante reggia
Le smaltate di perla aeree stanze,
Allor che l’usignuol, del sol nemico,
16Per celebrarti alza la chiara voce.
Prestando orecchio all’armoniose note,
Miri, s’ei canta lieto, tra le nubi,
O rimani nel seno loro ascosa,
20S’egli in mesta armonia suo duolo esprime.
Tu vezzosa mai sempre in ogni aspetto,
O luna! ma vieppiù tale ne sembri,
Quando giovin nel lucido ponente
24Splendi alla stella vespertina accanto:
E come due bell’alme generose,
Sostegno e gioja dell’umana vita,
Non rivali splendete in cielo amiche,
28Ambo contente della luce vostra.