Ora ella vede Astore
Nella casa paterna,
E alla magion futura
20Lo seguisce talor.
All’andata e al ritorno
Sempre la giovin coppia
Riverisce del loro
24Amor l’antico asil.
Là ’ve fra strette sponde
Il lago fassi un fiume,
E scende in un abisso
28Con orrendo fragor:
Alza il muto castello
Fra pittoresca selva
Le vetuste sue torri,
32Che il folgore segnò.
Disse ad Astore un giorno
Ida bella: «Ora tosto,
Amico, nostre brame
36Tutte s’adempiran!
«Dissemi ’l padre: Se oggi
Ritorna il mio germano,
Le tue nozze domani
40Si faranno, mio ben!...»
È di ritorno adesso,
Son gli ospiti adunati,
Tutto è pronto; gli sposi
44Soli mancano ancor.
Allo spuntar del giorno
Ad ambo voglia venne
Di prendere commiato
48Dall’antico castel.
Visto venir lo schifo,
Par che ’l castello dica:
«Grazie, che ricordate
52Il vecchio amico ancor.»
Abbandonârsi al dolce
Vaneggiare d’amore
Gli sposi, e al vento prospero
56Fidaro il lor battel.
Rapiti esclaman ambo:
«O Dei, che il ben largite,
A voi quasi ne agguaglia
60Nostra felicità.
Fate che i dì venturi
Sien quali i dì presenti,
Date fortuna fida
64Al nostro fido amor!»
Nell’innocente ebbrezza
Niun di loro s’avvede,
Che ’l vento traditore
68Sul fiume li portò.
Svegliansi quando l’onde
Strascinano il battello,
E della cateratta
72Già li assorda il fragor.
Ora nè l’agil remo,
Nè disperato sforzo
Potè salvarli: ingordo
76L’abisso li aspettò.
L’un sull’altro fissando
Lo sguardo ed intralciate
Le braccia, senza grido
80Compiro il lor destin.
Spesso al fare del giorno,
Tra la nebbia sottile
Ond’è coperto il lago,
84Vedeli il pescator.
Vaghe due forme eteree
L’una dell’altra accanto,
Additando l’abisso,
88Essi sul lido stan.