Saggi poetici (Kulmann)/Parte seconda/Origine del flauto

Parte seconda - Origine del flauto

../Elice ../Delfinio IncludiIntestazione 14 gennaio 2022 75% Da definire

Parte seconda - Elice Parte seconda - Delfinio
[p. 104 modifica]

ORIGINE DEL FLAUTO


Là ’ve ’l giuncoso Mela
     Le limpid’onde sue
     Unisce al fosco lago,
     Rivale dell’Euripo;
     5Allor che ’l sol discende
     Dietro alle gigantesche
     Cerulee sommitadi
     Del delfico Parnasso;
     Talora l’usignuolo
     10Coll’armoniosa voce
     Incanta le serene
     E calde notti estive.
     Dall’imo sen del lago
     S’alza per ascoltarlo
     15Sulle dorate penne
     Il pesce sovra l’acqua,
     Nel momentaneo volo
     Luminosi baleni
     Lanciando a sè d’intorno;
     20L’ascoltano silenti
     Il campo, il bosco, il colle;
     L’Aurora vespertina
     Sui vaporosi monti
     Vicini ’l passo scema;
     25Temendo di sturbarlo,
     Deposto ’l bruno velo
     La notte cinge ’l capo
     Con triplice corona
     Di scintillanti stelle.
30Alla sorgente luna
     Le Grazie, abbandonando
     Le mura d’Orcomeno,
     Discendono gioconde
     In argentina barca
     35Il rio dall’onde nere;
     Nel lido opposto Atene
     Lascia l’antico tempio
     D’Itone, e frettolosa
     Avventasi alle fauci
     40Solenne-silenziose
     Del largo rio, cedendo
     Alle dolci attrattive
     Di magic’armonia.
L’augel, dall’improvvisa
     45Presenza delle auguste
     Celicole ispirato,
     L’argentea voce scioglie
     In modi affatto nuovi,
     Più fieri e più sublimi.
     50Ne sembrano più dolci
     Il susurrar dell’aura,
     Il mormorar del fiume,
     E le vicine rupi
     Che, poco fa, qual schiera
     55D’atri notturni spettri,
     Stendevano sul lago
     Lor ombra e tetra e negra,
     Or la spargon d’intorno
     Men orrida e men fosca.
60Ma non v’ha dolce canto,
     Ch’intenerire possa
     Abbominevol mostro,
     Odiato parimente
     Dai Numi e dai mortali.
     65L’augello incantatore,
     Immerso in un abisso
     Di magiche armonie,
     Sovr’un pieghevol giunca
     Seduto, s’abbandona
     70A tutto l’estro suo

[p. 105 modifica]

     Quando dal sen dell’ombre
     Si lancia un atro serpe
     Coll’ampia fauce aperta...
     Dell’innocente augello
     75Il roseo sangue scende
     Lungo la verde pianta.
Atene, udito ch’ebbe
     Il gemito, dolente
     Dell’augel moribondo,
     80Uccise irata il mostro.
S’unisce ’| sangue roseo
     Del cantatore estinto
     All’amena verzura
     Del vacillante giunco
     85Che, qual un Eco, suona
     Dell’usignuol le note.
L’industrïosa Atene,
     Cavandolo dal suolo,
     Formonne il dolce Flauto.
     90Benigna poi cedendo
     Ai preghi delle Grazie,
     Ella lor diè ’l soave
     Stromento, che bentosto
     Accompagnò ne’ tempj
     95Delle leggiadre Dive,
     In vece della lira,
     L’inno che nelle feste
     Lor cantano divoti
     Amabili fanciulli.