Rivista di Scienza - Vol. II/Notizie III
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NOTIZIE.
Il 36° Congresso dell’«Association française pour l’Avancement des Sciences», che già annunciammo nel N. II della Rivista, ha avuto luogo a Reims nei giorni 1-6 Agosto 1907.
Sui lavori del medesimo ci ha cortesemente riferito il prof. De Toni, dell’Università di Modena, che partecipò alla riunione per invito della Presidenza.
L’interesse principale della Società sembra essersi rivolto a questioni di ordine pratico, con quel senso vivo della realtà, che è un carattere dello spirito francese, comune agli uomini della Politica e agli uomini della Scienza. Basta citare ad esempio la relazione di Turfain e Tissot sulle onde elettriche utilizzabili nella telegrafia e telefonia senza fili (sez. di Fisica), le discussioni della sezione botanica sui metodi per la formazione di carte botaniche a grande scala, e quelle della sezione Medica sull’azione dei raggi X nelle diverse malattie della pelle e di altri organi, e della sezione Agronomica sui fenomeni chimici concomitanti l’assimilazione dell’azoto libero per mezzo dell’Azotobacter (relatore Stohloso): infine le questioni dibattute nella sezione di Economia e di Statistica, sulla ripopolazione della Francia, la crisi degli zuccheri e dei vini, la moneta internazionale basata sul grammo d’oro puro, la riforma del diritto di successione sotto il punto di vista morale, nazionale, fiscale, ecc.
Non è già che sieno mancate le comunicazioni di carattere puramente scientifico; ma sembra che queste si sieno rivolte piuttosto a temi particolari (fra cui alcuni d’interesse non dubbio), che a questioni sintetiche.
Vi è qui d’altronde un fatto generale che conviene mettere in luce: il carattere un po’ troppo individualistico della produzione scientifica non cede ancora all’opera collettiva delle società, se non sotto l’impulso di comuni interessi di ordine pratico.
Fra questi interessi vediamo con piacere avvertiti dal Congresso di Reims quelli che si riferiscono all’insegnamento. Infatti la sezione Pedagogica ha dibattuto fondamentali problemi intorno al lavoro scolastico, ai viaggi degli studenti, all’insegnamento scientifico, professionale e agricolo nelle caserme, alla profilassi antitubercolotica e al trattamento degl indisciplinati e dei viziosi, mediante l’ipnotismo e la suggestione.
Il Congresso, era diviso in 19 sezioni e all’infuori dei discorsi o prammatica vi fu una conferenza generale sull’osmosi e un discorso sulla Bolivia.
L’assemblea generale si chiuse con voti riguardanti la pubblica igiene, dopo che fu designato Lilla come sede del Congresso pel 1909, la riunione del 1908 essendo già fissata a Clermont-Ferrand.
Il I. Congresso della Società italiana per il progresso delle Scienze è stato inaugurato a Parma, con grande solennità, il 23 settembre 1907.
Il presidente Vito Volterra ha letto il discorso d’apertura, illustrando i due aspetti esterno ed interno del progresso scientifico.
Questo discorso sarà pubblicato nel prossimo fascicolo della Rivista.
Il lavoro scientifico del Congresso segna un’attività promettente del pensiero italiano. Citiamo in ispecie: le tre conferenze generali a sezioni riunite, di Ciamician «La Chimica degli organismi», Foà «Il significato biologico dei tumori», Pantaleoni «Quarant’anni di storia dell’Economia»; inoltre i discorsi d’apertura delle singole sezioni, fra cui ricordiamo il discorso sintetico del Righi «Vedute moderne intorno alla costituzione della materia», quello storico del Paternò sui «Congressi scientifici in Italia», quello del Fano sui rapporti fra «Chimica e Biologia» ecc.
Notevoli anche le relazioni presentate; p. es.: il rapporto sulla massa elettro-magnetica del Levi-Civita, quello sull’insegnamento della Matematica del Vailati, ecc.
Si è rammaricato soltanto che la contemporaneità delle riunioni sezionali abbia impedito, a molti che lo desideravano, di partecipare più largamente alle discussioni svolte in quelle su problemi d’ordine generale ed importante.
A questa considerazione si riattaccano le due tendenze intorno alla organizzazione della nuova Società delle Scienze, che si manifestarono nella discussione dello Statuto.
L’organismo ideato dal Comitato ordinatore, cioè la divisione in sezioni, parve ad alcuni non rispondente a quell’ideale di unità della Scienza, che ispirò gli stessi promotori e che costituisce la ragion d’essere del nuovo sodalizio. Si proponeva perciò di abolire le sezioni corrispondenti alle discipline particolari e formare soltanto delle grandi classi, che comprendano, p. es.: le scienze fisico-matematiche, biologiche e sociali. Il Congresso statuì una divisione in classi generali, ma mantenne la suddivisione in sezioni, perchè le esigenze differenti del metodo prevalsero nell’opinione di una debole maggioranza.
Le due tendenze sopra accennate s’incontrarono ancora in un’alta questione di principio, quando si trattò di costituire il Comitato scientifico in cui risiederanno i poteri della nuova Società. Si proponeva da una parte che questo Comitato comprendesse, insieme alla Presidenza generale, i presidenti delle singole sezioni, dall’altra che in luogo di questi ultimi vi entrassero dei membri eletti dall’intiera Società. Si voleva per tal modo affermare il principio sintetico unitario, anche nella forma giuridica del sodalizio.
Il Congresso venne ad una costituzione intermedia, ponendo una Giunta eletta dall’intiera Società accanto ai presidenti delle sezioni.
Infine le elezioni delle cariche, in cui il presidente Volterra ed il segretario Sella ottennero l’unanime suffragio dei soci, provarono che la divergenza di vedute portava soltanto sui mezzi e non negli scopi; insomma la Società si è affermata come un organo di reazione al particolarismo scientifico.
Prima di sciogliersi, la Società designò Firenze come sede del prossimo Congresso, che si terrà nel 1908.
Il II. Congresso della Società filosofica italiana si è tenuto a Parma fra il 25 e il 27 settembre, contemporaneamente a quello delle Scienze.
Il presidente Federigo Enriques aprì la riunione dicendo brevi parole sul «Rinascimento filosofico nella Scienza contemporanea», quindi Guido Villa tenne la conferenza inaugurale su «L’intellettualismo nella Flosofiia contemporanea».
Nota carattestica del Congresso fu l’intervento di molti scienziati, e l’intesa che si stabilì fra questi e i filosofi su varie questioni interessanti.
Citando soltanto a memoria, ricordiamo alcune fra le comunicazioni di carattere scientifico.
Quelle di Varisco, Pastore, Padoa, sulla Logica matematica, e le osservazioni che ne seguirono misero in luce fra l’altro che vi sono due modi di considerare la Logica, come un insieme di regole discorsive fissate in uno schema, o come un insieme di operazioni psicologiche.
La comunicazione di Garbasso su «Il calcolo delle probabilità e l’ordinamento giudiziario» fu molto discussa, e nella discussione fu criticato in modo esauriente il fondamento a priori dell’applicazione delle probabilità ai collegi giudicanti; tuttavia la posizione di Garbasso era questa: prendere la probabilità come un’ipotesi arbitraria che attende in ogni caso la sua giustificazione dall’esperienza.
Gini parlò pure sulla probabilità, svolgendo una nuova definizione empirica di questo concetto, in modo da evitare le obiezioni mosse a quella di Stuart Mill.
Jona, Di Carlo, Levi A. ed altri parlarono su argomenti giuridico-sociali. Lugaro sulle basi anatomiche dell’intuizione, Della Valle sulla periodicità dell’attività psichica, ecc.
Le comunicazioni filosofiche d’ordine generale. (Troilo, Baratono) e le osservazioni che le seguirono, miseso in rilievo la necessità di accordarsi nella definizione di certi termini, e così, p. es.: di non confondere il Positivismo col Monismo (che è una Metafisica).
Enriques illustrò «il valore della Scienza» rilevando il valore utilitario ed artistico del sapere; ma ponendo soprattutto in evidenza il valore etico della «volontà del vero» che è contenuta nell’ideale scientifico; quindi riattaccò il progresso della Scienza allo sviluppo delle forme di governo cui assistiamo nella società contemporanea (separazione dei poteri, incremento delle commissioni tecniche, ecc.).
Infine anche i problemi pedagogici dettero luogo a discussioni notevoli.
Prima di chiudere i suoi lavori, il Congresso decise l’intervento delia Società filosofica al Congresso internazionale, che si terrà l’anno venturo ad Heidelberg; quindi approvò definitivamente lo Statuto sociale.
Pertanto rimane così solidificata l’opera di organizzazione filosofica che trae le sue origini dalla iniziativa di Giovanni Marabelli.
Il Congresso dell’Associazione fra i professori universitarii che annunciammo doversi tenere a Napoli (vedi N. II) è stato rimandato.