Rivista di Cavalleria - Volume I/I/Sull'alimentazione del cavallo di truppa I

Sull’alimentazione del cavallo di truppa (Considerazioni e proposte) I parte

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Sull’alimentazione del cavallo di truppa (Considerazioni e proposte) I parte
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Sull’alimentazione del cavallo di truppa


Considerazioni e proposte


Le moyen d’obtenir la plus grande somme de travail avec une nourriture largement suffisante, mais économique en même temps, est le but que nous chercherons à atteindre.

E. Lavalard, Le cheval dans ses rapports avec l’économie rurale et les inustries de transport, t. 1er, p. 2.


L’argomento che prendo a trattare — è anche superfluo notarlo — non possiede le seducenti attrattive che hanno le cose nuove. Pure, pensando alla sentenza dell’Eccleslaste: nihil sub sole novi, ciò non sarebbe veramente un male se da questo soggetto, che sono andato a disotterrare, io sapessi spremere qualche succo praticamente utilizzabile.

Il problema deiralimentazione animale è stato ed è tuttora dei più studiati e controversi; giacchè è spesso avvenuto che i dati forniti al riguardo dalla fisiologia e dalla chimica non hanno meritato troppa riconferma dall’esperimento pratico.

Gli è che molti fisiologi, basandosi sulla dottrina delle combustioni organiche, han voluto considerare la macchina animale alla stregua delle leggi che si riferiscono al funzionamento della macchina a vapore, e, da taluni fatti ritenuti comuni ad entrambe hanno tratto conclusioni che poi l’esame pratico non poteva non mostrare erronee1. [p. 64 modifica]

Dall’altra parte, i chimici non hanno avuto miglior fortuna: e se noi andiamo debitori ai loro brillanti studi della conoscenza d’innumerevoli trovati, che contribuiscono così largamente al moderno progresso, non però possiamo dichiarare che, quanto alle ricerche sull’alimentazione da essi tentate, la partita del nostro debito sia smisuratamente cresciuta.

Ben si apponeva il Grognier, osservando, circa sessant’anni fa, che gli alimenti, al pari dei medicinali, vanno apprezzati più dall’osservazione dei loro effetti sull’organismo che non dalle analisi che si ottengono mediante le storte e gli alambicchi2. E, molti anni dopo, il Sadun, scrivendo dell’igiene degli alimenti, così si esprimeva: «Di tutti i così detti elementi mediati o chimici che vogliansi chiamare, soltanto l’azoto ed il carbonio dettero indizio di prestarsi ai computi dello sperimentatore. Tutti gli altri, obbedienti all’alambicco ed al crogiuolo, sfuggono inesorabili al giudizio che vorrebbe ricondurli agli effetti delle organiche integrazioni»3.

Bisogna confessare però che, da circa un trentennio in qua, è stato dato un più efficace indirizzo a questo genere di studi, ed i risultati finora ottenuti sono tali che, se ci fanno pensare al molto cammino che ancora ci rimane da percorrere, ci rassicurano nondimeno di non trovarci fuori di carreggiata.

Oltrepasserei i limiti assegnati al mio modesto lavoro se volessi dilungarmi nel ricercare ed esporre i pregiudizi ed anche le dottrine cadute davanti alla severità delle ultime indagini. La ragione del mio assunto mi conduce a rilevare, invece, che tanto i vecchi quanto i nuovi ricercatori si trovano d’accordo nel determinare pel cavallo una razione alimentare, il cui quantitativo in proteina e idrati di carbonio è parecchio superiore a quello che viene somministrato al nostro quadrupede di truppa, il quale, perciò, è impossibilitato a produrre durevolmente tutta la somma di lavoro che dovrebbe. [p. 65 modifica]

Molti scrittori di Francia, con a capo il prof. Sanson4, sono d’accordo nel deplorare i danni che derivano dall’insufficiente alimentazione al cavallo militare di quella Repubblica.

Eppure a quei cavalli, secondo la loro specialità, viene somministrata questa razione di guarnigione: fieno da chilogrammi 2,500 a 3,500, paglia mangiativa da chilogr. 3,500 a 4, avena da chilogr. 4,000 a 5,250.

I cavalli dell’artiglieria ricevono questa razione di guarnigione: fieno chilogr. 2,500, paglia mangiativa chilogr. 3,500, avena chilogr. 5,250.

Nei campi e nelle marce, ai cavalli di ogni arma viene sostituita la paglia con un chilogr. di fieno e con 500 grammi di avena.

Che dovremmo dire della nostra razione foraggio, inferiore non pure a quella dell’esercito francese, ma dei maggiori eserciti europei?5 [p. 66 modifica]

È una verità universalmente riconosciuta che, in fatto di alimenti, melius est abundare quam deficere; perchè, come ammonisce lo Zundel, ogni parsimonia è ruinosa: gli animali

[p. 67 modifica]s’indeboliscono, producono minore lavoro e durano anche meno6.

Ma, al solito, si obietterà da taluno che, in quest’affare dell’insufficiente alimentazione del cavallo di truppa, si esagera molto e che se si volessero accettare le cifre del coefficiente meccanico degli alimenti, così come ci vengono fornite dalle formule contenute nei trattati di zootecnia, ne risulterebbero delle razioni enormi, affatto inconciliabili coi mezzi di cui dispone l’erario e con la condizione di sobrietà, che dev’essere fra le più apprezzabili prerogative del cavallo militare.

Non piacemi polemizzare, e, senza sfoggio di grandi frasi e di sillogismi, posso semplicemente opporre:

1o che la razione alimentare del cavallo, sia essa il risultato delle formule del coefficiente meccanico, o del calcolo desunto dalla tavola del Crevat, o del metodo puramente empirico, è sempre superiore a quella che riceve il nostro quadrupede di truppa;

2o che le ristrettezze del bilancio possono indurci in considerazioni malinconiche; ma non hanno virtù d’infirmare una verità riconosciuta, e che, d’altronde, il presente studio mira al miglioramento della razione alimentare pur tenendo mente alle condizioni non floride del bilancio stesso;

3o che un cavallo, come qualunque altro animale da lavoro, è sobrio se, possedendo un coefficiente individuale di digeribilità elevato, consuma razioni relativamente piccole e si [p. 68 modifica]conserva nelle migliori condizioni di salute e di forza, condizioni che non presenta il nostro cavallo militare.

Ad ogni osservatore, anche superficiale, non può sfuggire il fatto che il discreto grado di nutrizione e di benessere che il nostro cavallo di truppa acquista in grazia degli ozi che gode e del poco lavoro al quale è assoggettato in certi mesi dell’anno, viene a scemare man mano che aumenta il lavoro, e che, infine, dopo i campi e le manovre, le condizioni generali del povero quadrupede sono veramente deplorevoli.

È allora che le infermerie rigurgitano d’ammalati; che il soffio pestifero di quella categoria di morbi designati altra volta coi nomi di febbri adinamiche, asteniche, ecc., trascorre per le scuderie seminando la morte, ed hanno principio allora certe forme morbose, le quali, per la paura che ispirano, si bramerebbe fossero tutt’altra cosa di ciò che sono; ma che, alla stretta dei conti, bisogna riconoscere in esse le varie manifestazioni della morva, lo spettro di Banco di noi veterinari militari.... e non soltanto nostro!...

Che vuol dire tutto ciò?

È facile spiegarlo. Vuol dire che la razione alimentare è sufficiente, nei mesi di minor lavoro, a sopperire solo al consumo organico del cavallo e ad un limitato dispendio della sua forza; ma ch’essa, quantunque nei mesi caldi venga un poco aumentata, è affatto insufficiente alla produzione di un lavoro energico e continuato, che l’organismo sopporta tutto a suo discapito, deperendo ed incontrando molti malanni.

«Durante la costruzione delle fortificazioni di Parigi — nota il Cadéac — la maggior parte dei cavalli che contrassero la morva apparteneva a’ piccoli intraprenditori che li affaticavano e li nutrivano malamente.»

E seguita così:

«Sotto l’influenza dell’inanizione o di una nutrizione insufficiente, le resistenza fisiologiche dell’organismo vengono a paralizzarsi, la temperatura si abbassa per difetto di combustibili; i fagociti perdono le loro proprietà digestiva ed ameboide: la loro vitalità s’infiacchisce; diminuendo il glicogeno del [p. 69 modifica]fegato, la cellula epatica cessa di distruggere i veleni. Malattie microbiche e parassitarie s’impossessano degli animali così indeboliti.»7

Il quadro è poco allegro, non è vero? Pure, se avessi vaghezza di caricarlo di più fosche tinte, potrei aggiungere, spigolando nei vari trattati, parecchie altre pennellate di nero. Ma confesso di non essere un fervido entusiasta della pittura di Gherardo delle Notti.

(Continua).

Dott. G. Cosco

Capitano veterinario nel regg. cavall. Catania (22o).


Note

  1. A. Sanson, Mémoire sur la source du travail muscolaire et sur les pretendues combustions respiratoires. (Journal de l’anatomie et de la physiologie, sept. et octobre 1880).
  2. Cours d’hygiène vétérinaire, p. 193.
  3. Enciclopedia medica italiana, editore Vallardi, art. Alimenti (igiene).
  4. Aggiunte alla traduzione italiana del Trattato di Zootecnia pag. 55.
  5. Ecco la composizione della razione foraggio nei maggiori eserciti di Europa:

    Germania.

    a) Razione pesante (cavalli dei generali, degli ufficiali di stato maggiore, degli aiutanti, dei reggimenti corazzieri, del reggimento ulani della guardia, dell’istituto di equitazione, degli stati maggiori dei reggimenti di artiglieria da campagna della guardia, delle batterie a cavallo della guardia, di tutti i cavalli da tiro d’artiglieria da campagna e del treno, dei reparti d’istruzione d’artiglieria, ecc.): avena chilogr. 5,500, fieno chilogr. 2,500, paglia mang. chilogr. 3,500.

    b) Razione dei reggimenti di cavalleria leggiera della guardia; avena chilogr. 5,250, fieno e paglia come sopra;

    c) Razione media per i reggimenti ulani: avena chilogr. 5,150, fieno e paglia c. s.;

    d) Razione leggiera (per i rimanenti corpi di truppa, ufficiali ed impiegati): avena chilogr. 4,750, fieno e paglia c. s.

    Per taluni reparti (guardie del corpo, ecc.) la razione pesante è aumentata.

    La razione di marcia e di soggiorno si compone:

    a) Razione pesante: avena chilogr. 6,000, fieno chilogr. 2,500, paglia chilogr. 1,750;

    b) Razione pei reggimenti di cavalleria leggiera della guardia: avena chilogr. 5,750, fieno e paglia c. s.;

    c) Razione media: avena chilogr. 5.650, fieno e paglia c. s.;

    d) Razione leggiera: avena chilogr. 5,250, fieno e paglia c. s.

    Nelle esercitazioni in divisioni di cavalleria, l’avena è aumentata a chilogr. 6,400 pei reggimenti corazzieri e per i cavalli da tiro d’artiglieria, e a chilogr. 5,750 per gli altri reggimenti di cavalleria e per i cavalli da sella di artiglieria.

    Nei trasporti in ferrovia, è distribuito un supplemento di fieno, variabile secondo la durata del percorso.

    La razione foraggio di guerra è unica e si compone di chilogr. 6,000 di avena, chilogr. 1,500 di fieno e chilogr. 1,500 di paglia mangiativa.

    Russia.

    La razione giornaliera è la seguente, in qualunque circostanza:

    Cavalli degli ufficiali della cavalleria della guardia: avena chil. 5,629, fieno chilogr. 4,095, paglia mang. chilogr. 1,638;

    Cavalli di truppa dei corazzieri della guardia: avena chilogr. 5,425, fieno e paglia c. s.;

    Cavalli di truppa della cavalleria della guardia: avena chilogr. 4,915, fieno e paglia c. s.;

    Cavalli di ufficiali e di truppa della cavalleria di linea: avena chilogr. 4,215, fieno e paglia c. s.;

    Cavalli di truppa del treno: avena chilogr. 3,516, fieno chilogr. 8,190.

    Per i cavalli del treno, quando sono sottoposti a maggiore e prolungato lavoro, la razione di avena è portata a chilogr. 5,629 ed il fieno è diminuito a chilogr. 6,142.

    Austria-Ungheria.

    a) Razione foraggio sul piede di pace:

    Fieno Paglia mang. Avena



    Cavalli da sella chilogr. 3,400 4.200
    » d’artigl. » 4.500 4.200
    » del treno » 5.600 align="center"0.850 4.200

    b) Razione foraggio sul piede di guerra:

    Fieno Avena
    Razione normale chilogr. 3,000 5,500
    » di rifornimento » 3,000 5,000
    » di riserva » 3,000 2,500

    Inghilterra.

    a) Razione di guarnigione:

    Fieno libbre 12 (una libbra inglese è uguale a gram. 453....), paglia mang. lib. 8, avena lib. 10.

    b) Razione d’accampamento:

    Fieno libbre 12, avena libbre 12.

    Si possono distribuire pure, per ogni libbra di avena, i seguenti equivalenti: orzo libbra 1, crusca lib. 1 , orzo tallito lib. , farina di avena lib. , fieno lib. 2.

  6. Dictionnaire de médecine, de chirurgie et d’hygiène vétérinaires, art. Alimentation.
  7. Pathologie générale etc, (Encyclopédie Cadéac), p. 141