Ch’io ponga al duolo tregua?
Ch’io rassereni il ciglio?
Ah! voi che il dite, non perdeste un figlio;
Nè di madre l’amore
Voi conosceste mai! Non si dilegua
D’orba madre il dolore,
Cui dolor nullo adegua.
Rasciugar non vo’ il pianto
Dagli occhi miei, se tanto
Dir non mi ardisce un’altra genitrice
Al par di me infelice. Deh! per pietà lasciate,
Che tanto e tanto io pianga,
Che col mio figlio in tomba anch’io rimanga.
Ma, se qualche sollievo
Darmi or vi piace, meco lagrimate;
Altro non ne ricevo...
Ovver di lui parlate.
Esca aggiungete ad esca:
Fate ch’ei più m’incresca.
Il duol di ch’io mi pasco in cui sol vivo,
Per voi sia in me più vivo. Ditemi ch’ei vezzoso,
Di mille grazie adorno,
Pargoleggiando alla sua madre intorno,
Sol beata la fea.
Unica speme al padre or lagrimoso,
Dite com’ei crescea
D’indole generoso.
Dite... Che più? m’avveggo
Che al vostro dir non reggo...
Pietosi adunque al mio martir tacete...
E in un con me piangete.