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rime varie 29


Darmi or vi piace, meco lagrimate;
Altro non ne ricevo...
Ovver di lui parlate.
Esca aggiungete ad esca:
Fate ch’ei più m’incresca.
Il duol di ch’io mi pasco in cui sol vivo,
Per voi sia in me più vivo.
Ditemi ch’ei vezzoso,
Di mille grazie adorno,
Pargoleggiando alla sua madre intorno,
Sol beata la fea.
Unica speme al padre or lagrimoso,
Dite com’ei crescea
D’indole generoso.
Dite... Che più? m’avveggo
Che al vostro dir non reggo...
Pietosi adunque al mio martir tacete...
E in un con me piangete.


L.

ANACREONTICA.

In che ti offesi, o placido
Sonno, fratel di morte;
Che le palpébre a premere
Non riedi al buon consorte?
Gli occhi antichi suoi tremuli
Eran già il tuo soggiorno;
E appena appena or veggioti
Volare a lor d’intorno?
Il figlio almo di Venere
Cangi il suo seggio ognora;
Ch’ei ratto ha il volo e fervido,
E tutto fa in brev’ora:
Ma tu, che hai gravi ed umide
Di vapor stigio l’ali,
A ferma stanza eleggiti
Membra caduche e frali.
Tu il Nume sei de’ languidi
Vecchi cadenti sposi;
Tu puoi solo deludere
I dubbi lor gelosi.