Checco mio, pazïenza: i’ t’ho da dire Ma pur, perchè tu sane le mantegna, Frontino è un tal monello, a cui piccine Ciò dico affin ch’ei presto a mal non vada
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E, perchè sol la coda hangli tagliato, Casto è finora, e non ne sa nïente, Frontin tra tutti è il sol che cavalcare Giannino che ha un coraggio di coniglio, Corvo, destrier di somma agilitate, Non gli venga mai l’acqua innanzi manco; Bajardo, umano agevole sincero, Del resto è sano più di tutti quanti; Rondello pecca anch’ei dove Frontino: Egli è giovine, vispo, saltellante: E veramente da moderni eroi Ma Fido, il buon corsiero, a sè mi appella Questo è l’ardente mansüeto e schietto, Nè mai cura di lui soverchio fia:
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Fido mio, già non sei di lor men bello, Ch’oro tu sei quando t’irraggia il sole; Già ben cinque anni accompagnato mi hai Nel Fido, o Checco, hai da impiegare ogn’arte, Col sambuco farai, che fresco e piano Nè creder ciancie mai di quello o questo Sole è un raro animal: quand’io il cavalco, Alessandro Granico Tanta è beltà superba e maestosa, Che a voler tutto dir favola sembra. Curzio Ed ha gran torto; chè desìo verace Spesso in battaglia è il palafren che vinse, Così a Sole convien ch’io freni il corso, Pazïenza è mestier che il cor mi smalte; Ma fuor di stalla mi ha tirato l’ira;
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Torno a Sole; di cui molto mi affanna Non sua bontà; ch’ei con la stessa possa Ma spero che tal macchia abbiangli a tôrre Il mal vien presto, e se ne va poi lento: Ei porrà il guanto, se lo osserva alcuno; Finchè dura il fregare, abbi avvertenza Fin qui il mio chiacchierar par che trabocchi Ora a fretta, con pochi versuccini, Dal mio tèma non vo’ più dilungarmi: Ch’io certo arrecherei mortale affanno Leone, a chi il primato ben si arroga, Sani entrambi: ma Toro avrà più pronte Brillante anch’ei potrà molte acquistarne, Bell’Aria è il suo fratel che ha tanto amica
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Nessun mai credería che costui fosse D’ogni cibo a costui parte strapiena: A Favorito anco è mestier molt’esca: Son Gentile ed Ardente un solo in duo: A Gentile finora io ben perdono, Ai piè d’Ardente assai badar ti prego, Ecco l’ultima coppia, e la più calda; Vorrei tornasse a Docile ben liscia Guarito è omai: ma, quasi mezzo un fungo, Chè a provarci l’unguento mi riserbo: Zolfo, allume, ed orina ma di vacca: Ecco, dell’una e mezza mia decina Se il Bianchi od altro nostro ti accompagna Ma, s’ei rider vi fa, ben l’ho scritt’io.
