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90 vittorio alfieri


E, perchè sol la coda hangli tagliato,
Ti prego di badar che alle giumente
Non sia mai nè un istante posto a lato.

Casto è finora, e non ne sa nïente,
Ma natura fa presto ad insegnare;
E il sa chi del collegio ha i fatti in mente.

Frontin tra tutti è il sol che cavalcare
Anco potresti senza alcun periglio;
Onde il farai, se a te pur piace o pare.

Giannino che ha un coraggio di coniglio,
Ci sta con sue gambucce spenzolate:
Ci porrebbe ogni padre il proprio figlio.

Corvo, destrier di somma agilitate,
Dal vïaggio non ha ben tondo il fianco
E a lui fia nimicissima la state:

Non gli venga mai l’acqua innanzi manco;
Ch’ei rïavrassi al mio ritorno (spero)
Non cavalcato passeggiando in branco.

Bajardo, umano agevole sincero,
Bene aggiustati i ferri abbia davanti,
Perchè ai nodelli in dentro il pel sia intero.

Del resto è sano più di tutti quanti;
E saría ben cavallo paladino,
S’io mi fossi un dei cavalieri erranti.

Rondello pecca anch’ei dove Frontino:
Ma, in ber più che in mangiare intemperante,
Abbeverar si vuol coll’orciolino.

Egli è giovine, vispo, saltellante:
Non è da cavalcar da alcun di voi,
Che al ventre vi afferrate con le piante:

E veramente da moderni eroi
Ci state, quasi foste alla predella,
Staffeggiando, premendo, e gridand’: Ohi!

Ma Fido, il buon corsiero, a sè mi appella
E vuol che in dir di lui sia più lunghetto;
Perchè nostra amistade è men novella.

Questo è l’ardente mansüeto e schietto,
Che il dolce peso della donna mia
Portò, pien di baldanza e d’intelletto.

Nè mai cura di lui soverchio fia:
Ciò tanto or più, ch’ei del novel drappello
Par con certa ragion geloso sia.