Rime dell'avvocato Gio. Batt. Felice Zappi e di Faustina Maratti sua consorte/Dedica
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a sua eccellenza
IL SIGNOR
D. FELICE SANTANGELO
SOPRAINTENDENTE GENERALE
del
REALE ALBERGO DE’ POVERI,
ospizi e stabilimenti riuniti.
- Signore
Le rime di un poeta gentile appartengono di dritto ad uno de più gentili spiriti che vanti il più bel paese d’Italia, qual’è il nostro. Nè Zappi ottenne in Pindo la sola corona di mirto che niun altro osò toccare dopo Petrarca, ma fu nell’Arcadia col nostro immortale Gio: Vincenzo Gravina uno dei più felici restauratori della bella poesia italiana, dopo le stranezze del secolo che corse tra il nostro gran Torquato ed essi. Così V. E. non solo è cultore delle arti belle e delle lettere, domestico patrimonio della sua famiglia, ma soprantendente di molti luoghi di beneficenza della capitale ne introduce il gusto fra la classe numerosa, che nata alla infelicità ed alla ignoranza, Ella con le sue cure sospinge a quella sorte a cui la sapienza e la pietà del nostro Augusto Sovrano la solleva. Testimonio n’è la tipografia che, diretta nel reale Albergo de’ poveri da mio padre Vincenzo Cioffi, rende utili tante braccia di reclusi, e mercè la protezione dell’E. V. già gareggia con le altre tipografie della capitale. Educato da mio padre in questa nobil arte, tra’ primi saggi della mia tipografia do al pubblico le rime del Zappi; ma assai più corrette e di più compiuta collezione fra quante corrono ora per le mani degli amatori delle Muse. A niuno potrei questa mia edizione offrir meglio che a Lei. La prego a gradirla e proteggerla. La mia gratitudine ne sarà pari al mio profondo rispetto.
- Di V. E
Devotis, Obblig. ed Osseq. servo |