Rime (Andreini)/Sonetto LXX
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Isabella Andreini - Rime (1601)
Sonetto LXX
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SONETTO LXX.
D
ive poiche ’l mio Sole ascolta, e brama Il cantar nostro, hoggi più dolci, e scorte
Rime tessete, e con maniere accorte
Hoggi v’alzate à gloriosa fama.
Veggia ne’ versi miei quanto il cor l’ama,
Oda ne’ versi miei l’aspra mia sorte
Nel seguir questa dilettosa morte,
Questa doglia, ch’Amore il Mondo chiama.
Havrem così qualche dolcezza honesta,
Così avverrà, che sappia ’l Mondo in parte
Come in fiamma innocente, ed alsi, ed arsi.
Che dopo noi nulla di noi qui resta,
Se non se ’n quanto ne l’eterne carte
Lasciamo i nomi in bei vestigi sparsi.