Ricordi delle Alpi/Parte Prima/XIII

Cosa bella e mortal passa e non dura

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XIII.

Cosa bella e mortal passa e non dura.

Io ricalcava la via verso Sondrio invaghir di tante e così varie impressioni della [p. 67 modifica] mattinata, e le mie nari voluttuosamente eccitavansi alla freschezza dell’ auretta, per cui sembrava non esercitassero alcun influsso i calori estivi. Era un’ora di calma, di quelle in cui facilmente lo spirito si obblia ed è, quasi suo malgrado, trasportato di fantasia in fantasia, inconscio di quanto gli passa d’intorno, tratto — per associazione — d’idea in idea, di meditazione in meditazione. Li abbiamo tutti questi momenti; come potrei sottrarmivi io? E il passato ha un non so che di fascino per le anime sensibili e piene d’amore, per chi forse troppo s’innamorò della gioia; chè la gioventù passa il suo periodo di farfalla, i vanni alle terga e la mente cupida dell'infinito, sognando, persistentemente sognando l’amore, ch’è bene, principio e fine d’ogni nobile e delicata cosa.

Allora, nello sfondo del quadro — quadro omai si fosco e lontano — apparisti tu, Maria, occhi color viola, capelli biondi,... più ancora di ambra filata, discorrenti liberaramente alquanto ricciutelli a mo’ di cherube; e le labbra tumide e coralline, quale rosa sciolta sul primo mattino dalla stretta importuna del bocciuolo: e vidi, o di veder mi parve l’intiero tuo sembiante, onesto e sereno, soffuso di quell'unica grazia e celestiale verecondia, che Bernardino Luino seppe [p. 68 modifica] sovranamente pingere su’ visi delle sue Madonne: — sogno d’oltretomba e sostanza viva e presente; idea e realtà; desio e vita. Non tutti gli angeli, pensavo, sono rimasti a glorificare Dio ne’ cieli: — oh, perchè, qui giunti, s’impauriscono presto, e presto tornano a dond’erano scesi?...

Il tempo passa per tutti, e tutto muta o trasforma; ma vi sono immagini che volteggiano sempre nella mente anche per volgere di anni, di lustri,... e di secoli, — sono sempre belle, sempre care, sempre vergini, come nuvolette della sera, o quale zeffiro mattutino; e, anzichè infiacchire lo spirito, lo invigoriscono e lo ricreano, aura di bene, brillamento di fede, scintilla immortale d’affetti, anelito e prece, sospiro ed estasi, gioie recondite, fragranze di un’età donde si scorgono i primi orizzonti del creato.

«Amate e soffrite, sperate e contemplate. Ma sventura a chi non abbia amato che corpi, che forme, che apparenze: lo priverà di tutto la morte. — Procurate d’amare anime, le ritroverete. L’amore, spoglio della spiritualità, si spegne nei vapori della materia; e la materia è fango!

«L’anima, alta e serena, inaccessibile alle passioni e alle emozioni volgari, dominando le nubi e le ombre di qaesto mondo, le follie, [p. 69 modifica] le menzogne, gli odi, le vanità, le miserie, spazia i cicli turchini del firmamento; sente vie più le scosse sotterranee e profonde del fato, nello stesso modo che le vette delle montagne sentono i cupi rumori del terremoto.» Felici coloro che si possono levare ad altezze sì privilegiate!

«L’amore partecipa dello stesso spirito, è della medesima natura; com’esso è scintilla divina, incorruttibile, indivisibile, imperitura. Atomo di fuoco in noi, immortale, infinito. Lo si sente bruciare nell’intimo midollo delle ossa, e se ne scorgono i raggi nel punto più lontano del cielo1

È quest’amore che Dio fa brillare a volta a volta nel nostro cuore, perchè l’uomo almen si ricordi, ch’e’ non è solo di fango.

— L’amor di Maria!

  1. V. Hugo, Miserabili.