Ricordi delle Alpi/Parte Prima/IV
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IV.
Mentre Brogio tace.
In questa, eravamo vicini al torrente Antognasco. — Ivi il sito piglia un aspetto più gentilmente pittoresco, perchè la valle si apre ad una tal quale mitezza. Di sotto la via, a sinistra, si stende con molle pendenza un tratto di terreno a prato; di colto ce n’ha alcuni quadretti, che paiono lì incastonati a posta per gentile svarianza di vegetazione. Sul fianco della prateria, sotto la strada, una modesta gora d’acqua chiara, dolce e fresca si avvia frettolosa fra due sponde fiorite e rugiadose a gittarsi sopra la piccola ruota d’un molino; il quale è un tugurio capace appena di contenere la tramoggia, le macine e la cassa per la farina, lasciandovi un piccolo spazio per aggirarvisi al povero mugnajo, che carica sul suo asinello le due sacca del grano macinato. Accenno alla particolarità di così fatti molini, ond’è provvista Val Malenco, perchè a prima vista pare incredibile si possa aggirare in sì ristretti limiti tutto l’ordigno di tale industria: bisogna entrare in questi tuguri a capo chino, vedere come sono collocati i palmenti sul terreno, e più strabiliare pel luogo ov’è posta la ruota a pale. La quale, fissa orizzontalmente, appena è si possa scorgere dall’apertura inferiore della stanzuccia, che non è certo più larga di un metro e mezzo. Cotesta è un’industria elementare fatta con poca spesa, come conviensi a questi poveri contadini. E qui mi viene una riflessione morale, ed è che l’uomo anche il più rozzo e povero di mezzi tende e arriva per natura a sopperire per propria virtù ai bisogni primitivi: verità che ci è fatta toccare con mano dal Robinson Crusoe di Daniele De Foè, e ch’è facile a capirsi anche senza i ragionamenti di Rousseau nel suo famoso Emilio.
Ma lasciamo, che l’acqua del molino si affretti briosa per gittarsi nel Màllero; che i massi di travertino anneriti o ricoperti di muschio essiccato, qua e là sporgenti nella vaga e distesa prateria sottostante all’Antognasco, invitino altri ad assidervisi per ispirarsi al sonoro romore dell’onda: noi continueremo la via col povero Brogio, che tiene dietro al suo asinello, e così udremo la continuazione e la fine delle sue disgrazie.
Ecco: questo è il ponte dell'Antognasco, le cui scaturigini si trovano in Val di Togno; osservâte la caduta di quelle acque dall’alto della roccia: il vecchio affretta il passo con la sua bestia, ed io con lui. Ora, Brogio ed io siamo al ponte d’Arquino, e si prende la via diritta; ma ei lega l’asino al primo albero che si trova: è fatto; — ci sediamo amendue, ed ei parla.