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miserie a macca. 35

Ora, Brogio ed io siamo al ponte d’Arquino, e si prende la via diritta; ma ei lega l’asino al primo albero che si trova: è fatto; — ci sediamo amendue, ed ei parla.

V.

Miserie a macca.

— Morto Tonio, la Ghita, vinta da tante brutte traversie, non resse più; e indi a poco le si mise a vacillare la ragione. L’aveste veduta, la mia povera moglie, stare per lunghissime ore seduta sull’ordinaria sua seggiola di legno, sempre intenta ai letticciuolo del nostro Tonio! Di prendere un boccon di cibo, non se ne parli; e, strano! le sue labbra non aprivansi più nemmeno a pregare, ella sì divota e amante della religione e della Madonna! La rocca ed il pennecchio, polverosi, erano scordati là in un canto della cucina; l'unico oggetto che parea ridarle i sensi, erano poche immagini di santi e una della Vergine, alle quali Tonio costumava in certe solennità accendere pochi ceri.

La Ghita, dopo un mese di questo soffrire, non sembrava più quella; avreste detto la fosse lì per ispirare a momenti. Le figlie le prodigavano ogni più affettuosa cura; ma —