Regno di Sardegna - Regio Editto 9 maggio 1794
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Per grazia di Dio Re di Sardegna, di Cipro, e di Gerusalemme; Duca di Savoja, di Monferrato, d’Aosta, di Chiablese, di Genevese, e di Piacenza; Principe di Piemonte, e d’Oneglia; Marchese d’Italia, di Saluzzo, di Susa, d’Ivrea, di Ceva, del Maro, d’Oristano, e di Sesana; Conte di Moriana, di Geneva, di Nizza, di Tenda, d’Asti, d’Alessandria, di Goceano, di Romonte, di Novara, di Tortona, di Vigevano, e di Bobbio; Barone di Vaud, e di Faussignì; Signore di Vercelli, di Pinerolo, di Tarantasia, di Lumellina, e di Valle Sesia; Principe, e Vicario Perpetuo del Sacro Romano Impero in Italia.
Mercè l’ajuto della Divina Provvidenza abbiamo nelle scorse Campagne potuto colle Nostre Truppe, e Milizie arrestare il corso degl’impeti delle Armate nemiche, e se l’esito delle militari operazioni non ha corrisposto appieno alle Nostre premure, Ci è riuscito però di preservare le Provincie situate al di quà da’ monti dalle funeste conseguenze delle tentatene irruzioni.
Li notorj avvenimenti del principio della corrente Campagna per gli attacchi intrapresi, e già in parte eseguitisi, manifestano ora più apertamente l’impegno de’ Francesi d’invadere le altre Provincie de’ Nostri Stati, e Ci pongono perciò nella necessità d’eccitare i fedeli Nostri Sudditi a levarsi in Massa per concorrere insieme colle Nostre Armate ad opporre contro il Nemico quella spezie medesima di forza, con cui esso ci assale.
Richiamiamo in questa occasione ai cari Nostri Popoli, che abbiamo comune con loro l’interesse della difesa, e che a sostenere la Guerra Ci ha forzati l’obbligo, che Ci corre di conservare nella natía sua purezza la Nostra Santa Religione, e di mantenere la tranquillità, e felicità degli amatissimi Nostri Sudditi; e mentre sulle stesse basi desideriamo il più pronto ritorno della Pace, siamo persuasi, che tutte indistintamente le Classi degli abitanti ne’ Nostri Stati concorreranno a gara con Noi al più pronto riempimento d’un mezzo, che le attuali circostanze rendono indispensabile, e che pel fine, cui è diretto, non interessa meno le paterne Sovrane Nostre cure, che la vita, e le proprietà di ciascuno de’ Nostri Sudditi; epperò col presente Editto di Nostra certa scienza, e Regia autorità, avuto il parere del Nostro Consiglio, rinnovando Noi le disposizioni contenute negli Articoli 3, 4, e 5 dell’Editto Nostro delli 10 ottobre 1792, ordiniamo:
1
Tutti gli abitanti de’ Nostri Stati di qualunque grado, e condizione, i quali sieno abili alle armi, dovranno tenersi pronti per marciare contro il Nemico all’avviso, che verrà dato col mezzo di campana a martello.
2
Dovranno tutti a’ termini del suddetto Editto essere provveduti di fucile, o altre armi di qualunque sorta, e così pure di munizioni da guerra, e da bocca per giorni quattro, per recarsi dove sarà ordinato dalli Comandanti, che verranno preposti a’ rispettivi Dipartimenti, e quanto a quelli, che non fossero in istato di provvedersene, dovranno supplirvi le rispettive Amministrazioni.
3
Occorrendo, che la spedizione debba eccedere il termine di giorni quattro, e si riconosca perciò necessaria una maggiore quantità di munizioni da guerra, e da bocca, ne verrà a misura del bisogno somministrata a coloro, che venissero a mancarne, una quantità proporzionata alla spedizione.
4
L’armamento sarà organizzato, e diretto da un numero d’Uffiziali di sperimentata capacità, giusta le istruzioni, che loro verranno date d’ordine Nostro; e nel caso della spedizione non solamente gli Uffiziali di Giustizia, gli Amministratori, ed i Segretarj delle rispettive Amministrazioni dovranno unirsi alla Massa del loro Dipartimento, ma confidiamo altresì, che i Vassalli de’ Luoghi, e le Persone le più facoltose, oltre il personale loro intervento, si faranno una premura di somministrare de’ viveri a favore principalmente di quelli, che più ne abbisognassero.
5
Incarichiamo le Amministrazioni de’ Pubblici di provvedere a carico del Registro alla sussistenza di quelle famiglie, che pendente l’absenza degli accorsi all’Armamento non avessero altro mezzo per supplirvi.
6
Gli Accorenti all’Armamento generale, che si distingueranno con prove di valore, e di zelo pel Nostro, e pubblico servizio, riceveranno ricompense proporzionate alla qualità, e merito delle loro virtuose azioni.
7
Confidiamo, che il valore, ed il coraggio de’ Nostri sudditi saprà superare tutti gli ostacoli, che potranno incontrarsi nell’eseguimento dell’ordinato generale Armamento, e che ad onta de’ disagi, e de’ pericoli spiegheranno essi in questa critica circostanza tutta quell’energia, ed attività, che esige l’importanza della propria salvezza, e del bene dello Stato.
Mandiamo al Senato Nostro di Piemonte d’interinare il presente, ed alla copia stampata nella Stamperia Reale prestarsi la stessa fede che al proprio originale. Che tale è Nostra mente. Dat’in Torino li nove del mese di maggio l’anno del Signore mille settecento novantaquattro, e del Regno Nostro il vigesimosecondo.
Mandiamo al Senato Nostro di Piemonte d’interinare il presente, ed alla copia stampata nella Stamperia Reale prestarsi la stessa fede che al proprio originale. Che tale è Nostra mente. Dat’in Torino li nove del mese di maggio l’anno del Signore mille settecento novantaquattro, e del Regno Nostro il vigesimosecondo.
V. AMEDEO
- V. Corte.
- V. Petitti di Roreto.
- V. Di Serravalle.
- V. Corte.
Graneri.