Quel giorno/La seduzione della violenza

La seduzione della violenza

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La seduzione della violenza
Tutti ti vogliono Il seme è gettato
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V.

La seduzione della violenza.


Non ascoltare quindi la parola del primo che ti inviterà a farti sentire, ma cerca di opporti a tutte le speculazioni politiche per non essere trastullo di nessun partito, deciso solo ad impedire che i vantaggi ottenuti colla guerra a prezzo di dolori e di sangue vengano meno, ma operando perchè s’affermino e si sviluppino: ricordati che i morti modesti ed umili, la grande moltitudine degli scomparsi venuti da chi sa dove, che nessuno ha conosciuto e di cui nessuno [p. 11 modifica]saprà mai il nome, non devono servire ad ambizioni, ad appetiti di persone che non il bene della Patria vogliono, ma la soddisfazione delle loro mire, l’appagamento dei loro non chiari interessi.

Oggi tu hai bisogno di quiete ed hai il diritto di averla, hai il diritto di vivere in condizioni nelle quali tu possa riprendere la tua vita di lavoro e di assicurarti un posto dignitoso nello svolgimento dell’attività politica del paese, evitando violenze e convulsioni che sarebbero la rovina di tutti e innanzi a tutti dei loro stessi ispiratori, perchè rappresenterebbero forze negative come valori sociali in quanto non varrebbero che a rendere più grave e forse irreparabile il disagio che ci ha gravato negli scorsi anni e che oggi minaccia di acuirsi se non corriamo tutti ai ripari, tutti d’accordo, non gli uni contro gli altri, perchè il benessere che una classe in qualunque modo riuscisse a conquistarsi oggi, a detrimento di altre, non sarebbe nè potrebbe essere duraturo in quanto basato sulla ingiustizia ed avrebbe in sè dal nascere la ragione della sua non lontana, fatale, decadenza.

La violenza per la violenza, causa e fine a sè stessa non è stata mai produttiva di nessun risultato utile non ha mai contribuito al progresso, non ha mai determinato in meglio l’aspetto della umanità e si capisce agevolmente perchè distruzione e costruzione sono due termini contrari che si oppongono inconciliabili la vita e la morte.

La violenza che devasta non può essere il tuo credo, la furia che vuole sangue non può costituire il tuo lavoro domani.

Certo che molto, e tu lo senti se hai fatto la guerra e vieni dalla trincea, deve essere mutato e mutato in meglio, ma ciò si può conseguire solo con metodo evitando il ciclone che tutto abbatte, svelle, frantuma, inaridisce, livella in uno squallore inanimato e sterile; ciò del resto si avvera già in questi tempi e più si [p. 12 modifica]avvererà se i cittadini vorranno partecipare attivamente alla vita pubblica sotto la forma di liberi e civili accordi che si possono sempre stipulare quando si vuole arrivare allo scopo e si agisce con lealtà e franchezza. Infatti si sono attuate disposizioni di carattere sociale per l’avvenuta unione di parte industriale e di parte operaia, frutto di discussione e di reciproci accordi pacifici come il sabato inglese e le otto ore di lavoro ed altri ancora sono in corso, mentre le sole sommosse cagionate dalla miseria e della fame, dall’ineguaglianza dei tributi, dalla condizione rovinosa delle finanze, in nessun paese hanno fatto progredire la causa del popolo ma sono costate solo lagrime e dolori.

«Le idee — dice Giuseppe Mazzini — sono i fermenti che governano il mondo e i suoi eventi, mentre gli interessi materiali sono a quelle subordinati e ripetono dal loro trionfo o dalla loro sconfitta la ragione della loro negazione o del loro riconoscimento».

La Russia, del resto, costituisce eloquente conferma di quanto ti sto dicendo, nè certo tu hai l’interesse nè vuoi dare sfogo al bisogno del diverso e del nuovo che freme nel petto di molti ingenui, uccidendo, distruggendo, creando una schiavitù nuova col far lavorare sotto la sferza aguzzina vecchi, donne, giovanetti, rinunciando alla tua donna che verrebbe immatricolata come bestia requisita per essere mantenuta come femmina da riproduzione alla mercè del primo iscritto nella lista degli stalloni governativi.

Ciò che ti racconto, non è frutto della mia fantasia, ma succede sotto il non invidiabile regime bolscevico nella martoriata e infelice Russia.

Bisogna dunque aiutare ed aiutarci in modo che col minor danno ci possiamo levare dalle strette e inevitabili conseguenze della guerra; deve avvenire proprio come quando un sopraccarico pesante carro affonda nelle carreggiate con una ruota, o si vuol fare andare in acqua il barcone che si trova a secco sulla spiaggia: [p. 13 modifica]se i carrettieri, cavalli e passanti, se i marinari s’accordano con la voce e uniscono i loro sforzi insieme e in una medesima direzione, superata una prima resistenza il carro, dopo aver barcollato un po’, la barca dopo aver scricchiolato, si mettono in moto, e il carro prosegue per la sua strada e la barca scende nell’acqua fra uno spumeggiare festoso: mentre se s’uccidono i cavalli e si abbruciano barca e carro, la fatica necessaria a cavarli dal luogo di arresto è evitata sì, ma carrettiere e barcaiuoli si trovano privi di lavoro e di mezzi di sussistenza, e soffrono senza rimedio coloro che attendevano il carico per sfamarsi, per vivere, per produrre.

Se tutti gli sforzi si coordinano, consigliando, premendo, scuotendo chi non fa il proprio dovere e cui tocca provvedere, con soddisfazione ed interesse generale ci caveremo dai mali passi ed usciremo fuor dal pelago alla riva: in caso contrario ci si presenta un’insalata alla russa, questa di molto difficile digestione e i cui effetti non sono certo come ti ho dimostrato nè invocabili nè desiderabili e ciò — insisto — non per stupido cieco timore, ma perchè non vi può essere incertezza nella scelta fra le diverse prospettive che sono venuto con te esaminando.