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se i carrettieri, cavalli e passanti, se i marinari s’accordano con la voce e uniscono i loro sforzi insieme e in una medesima direzione, superata una prima resistenza il carro, dopo aver barcollato un po’, la barca dopo aver scricchiolato, si mettono in moto, e il carro prosegue per la sua strada e la barca scende nell’acqua fra uno spumeggiare festoso: mentre se s’uccidono i cavalli e si abbruciano barca e carro, la fatica necessaria a cavarli dal luogo di arresto è evitata sì, ma carrettiere e barcaiuoli si trovano privi di lavoro e di mezzi di sussistenza, e soffrono senza rimedio coloro che attendevano il carico per sfamarsi, per vivere, per produrre.

Se tutti gli sforzi si coordinano, consigliando, premendo, scuotendo chi non fa il proprio dovere e cui tocca provvedere, con soddisfazione ed interesse generale ci caveremo dai mali passi ed usciremo fuor dal pelago alla riva: in caso contrario ci si presenta un’insalata alla russa, questa di molto difficile digestione e i cui effetti non sono certo come ti ho dimostrato nè invocabili nè desiderabili e ciò — insisto — non per stupido cieco timore, ma perchè non vi può essere incertezza nella scelta fra le diverse prospettive che sono venuto con te esaminando.


VI.

Il seme è gettato.


Come non devi avere impazienze, le parole rudi ma sincere che ti ho fin qui rivolto non devono scoraggiarti: potrà qualcuno forse pensare guardandosi attorno, che la guerra proclamata una rivoluzione, la più grande rivoluzione della storia, cioè la più potente crisi per l’ascensione umana sia stata invece uno sterile bagno di sangue, una beffarda rovina di ricchezze