Quando il dormente si sveglierà/XXI. Nei bassifondi

XXI. Nei bassifondi

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Herbert George Wells - Quando il dormente si sveglierà (1899)
Traduzione dall'inglese di Anonimo (1907)
XXI. Nei bassifondi
XX. Nelle vie della Città XXII. La lotta nel Palazzo del Consiglio

[p. 296 modifica]Capitolo XXL Nei bassifondi. vj Dal quartiere,degli affari essi si diressero subito per mezzo delle strade mobili, verso un quartiere assai lontano in cui si trovava il centro delle manifatture. Le piattaform-e attraversarono il Tamigi per due voi te, dopo di cbe passarono sopra un grande acquedotto su ima delle grandi strade che menavano- alla città dalla parte del n-o-rd. Per due volte Graham subì una rapida -e vivissima impressione. Il fiulm-e, vasta superficie brillante e increspata come l’acqua nerastra del mare, scorreva sotto gli archi degli edifizii e spariva da ogni parte, in un’oscurità attenuata da luci fugaci. Una fila di barche nere sie ne andavano Verso il mare, condotte da uomini Vestiti di azzurro. La sfrada che Graham e Asano percorrevano, era un tunnel molto largo e molto alto, lungo il quale agivano delle macchine con gran Velocità -e senza fare alcun rumore. La dóppia via, p-erfettam-ent-e unita, l’altezza e la leggerezza delle grosse ruote pneumatiche, proporzionate al corpo Veicolare, colpirono vivamente Graham. An [p. 297 modifica]Nei, bassifondi 297 che qui l’azzurro distìntivo della Compagnia del Lavoro, abbondava. Una vettura stretta e altissima, con sottih sbarre metalliche longitudinali da cui pendevano le carcasse sanguinanti di centinaia di montoni, fermò la sua attenzione in una malniera particolare. Mg. bruscamente, la linea arcuata del passaggio interruppe e distrusse quella prospettiva. In breve lasciarono quella strada, scesero per mezzo di un ascensore in un corridoio inclinato, e risalirono poi in un altro ascensore. In basso, l’aspetto delle cose cambiò. Ogni parvenza di ornamento architettonico era ^comparsa, le luci diminuivano di numero e di dimensioni, le costruzioni divenivano sempre più massice, in rapporto cogli spazi, via via che giungevano ai quartieri industriali. E dappertutto, nei quartieri polverosi dèi fabbricanti di porcellana, in mezzo al feldspato e al caolino, alle fornaci dei metallurgici, attorno ai laghi incandeScenti di eadamite grezza, dappertutto il costume di tela azzurra indossato da uomini, da donne, da ragazzi. Molte di quelle limglre gallerie polverose erano silenziosi viali di macchine, di fornaci senza fine, spente, piene di cenere, muti testimoni della perturbazione rivoluzionaria; in qualche luogo il lavoro- continuava, ma lentamente, fatto da uomini vestiti pure di tela azzurra. Le sole persone Vestite differentemente èrano gli assistenti e gli agenti della Polizia del Lavoro, e questi indossavano un’uniforme di colore arancione. E dopo le rosse figure delle sale da ballo, il vigore volontario e ostinato dei quartieri degli affari, Graham potè notare le facce sparute, i muscoli infiacchiti e gli occhi stanchi degli operai. Tutti coloro che [p. 298 modifica]298 QUANDO IL DORMENTE SI SVEGLIERÀ egli vedeva al lavoro, erano visibilmente e fisicamente inferiori a qualcuno dei capi sfarzosamente vestiti e alle sotto - maestre che dirigevano i lavori. I robusti artigiani,del XIX secolo erano spariti pier la medesima strada della bestia da soma e di tutti i produttori viventi di forza; delle macchine perfette, ten.evan luogo de’ loro muscoli troppo costosi. La missione del lavoratore, uomo o donna che fosse, si riduceva a sorvegliare, a riparare, ad alimentare la macchina, a compiere funzioni subalterne, dipendenti o domestiche, o ad esercitare un’arte sotto una direzione spmimaria,: cori ima disciphna che non lascia posto ad alcuna iniziativa. Le donne, paragonate a quelle che Graham ricordava, erano brutte e magre in quella categoria. Duecento anni di emancipazione da tutte le violenze morali di ’ima religione puritana, duecento apni di vita cittadina, avevano compiuta la loro opera, eliminando ogni bellezza e ogni vigore femminile fra tutte quelle innumerevoli creatme vestite di tela azzurra. Brillare fisicamente o mentalmentQ sembrare in qualche maniera attraente o eccezionale, era stato ed era sempre un mezzo di. emanciparsi dalla schiavitù, di fuggire verso la città dei piaceri, verso i suoi splendori e le sue delizie, e, alla fine, verso l’eutanasìa e la pace. Il miserabile nutrimento, dispensato-alle loro anime, non permetteva.affatto a quei. poveri esseri di rimanere impassibili contro tali tentazioni. Nelle piccole città durante la prima vita di Graham, la massa lavoratrice, nuovamente agglomerata, era stata una moltitudine diversa, sempre fedele alle tradizioni di onore personale e di alta moralità: ora, essa si distingueva in una classe distinta, con una caratteristica morale [p. 299 modifica]Nei bassifondi 299 e fisica particolare e perfino con un dialetto particolare. Dopo un’intenninabile discesa, essi penetrarono nei Taboratorii, e passando sotto una delle strade mobili, videro sopra alle loro teste, le piattaforme che correvano sulle rotaie e alcune strisce di luce bianca fra le fessure trasversali. Rarissimi lumi brillavano debolmente nelle ’officine che non erano in attività,; le loro vòlte elevate, dalle macchine gigantésche, sembravano a Graham immerse in una semi-oscurità, e, perfino là dove si lavorava, l’illuminazione era molto meno brillante che sulle strade pubbliche. Al di là dei laghi splendenti di eadhamite, giunsero ai laboratori di bigiotteria. Fu con gran difficoltà e facendo uso della propria firma che Graham riuscì ad entrare in quelle gallerie. Esse erano alte e oscure e piuttosto fredde. Nella prima, degli operai fabbricavano ornamenti di filigrana d’oro, e ciascuno lavorava solo davanti ad un banchetto, sotto una piccola lampada velata. La lunga prospettiva di quelle macchie lucenti, di quelle dita agili fortemente illuminate agitantesi.attivamente fra i brillanti fili gialli, e di quelle facce assorte nel lavoro, facce di spettri nell’ombra, produceva il più strano effetto. Il lavoro era ammirabilmente eseguito, ma senza alcun vigore di modellazione o di disegno: in generale si vedevano tracciari arabesdhi imbrogliati o delle varianti racchiudenti un motivo geometrico. Gli operai portavano un’uniforme bianca speciale senza tasche nè maniche; la indossavano appena arrivavano, ma la sera se la toglievano ed erano frugati prima di andar via dal laboratorio, àlalgrado tutte queste precauzioni, — così disse a bassa voce l’agente [p. 300 modifica]300 QUANDO IL DORMENTE SI SVEGLIERÀ della Polizia del Lavoro, — nella compagnia accadevano frequenti. furti. In lontananza si estendeva una spaziosa galleria dove alcune donne tagliavano e montavano dei rubini falsi, e, più lontano ancora, uomini e donne preparavano dei fili di rame destinati alla fabbricazione del tramezzato. Molti di quegb operai, avevano le labbra e le narici di un- bianco livido-, sintomo di una malattia ■provenuta da un certo- smalto color porpora allora molto di moda. Asan-o si scusò con Grahami di dover fargU vedere delle facce così ripugnanti, ed espose i vantaggi di quella strada. — Ma era proprio questo che volevo vediere, — rispose Graham tentando di reprimere l’i-mp-ressiona provata nel vedere un volto di donna singolarmente sciupato-, i cui occhi lo fissarono improvvisamente;. — Es’sa avrebbe potuto risparmiarci un simile orrore! — disse Asano-. Graham espresse tutta la sua indignazione ad un tale spettacolo. " c/ — Ma, ‘ Sire; è imposisibile di portar questi ornamenti Slenza lo smalto color p-orpiora, — protestò Asano. — Al vostro tempo si sopportavano tah crudità: eravate più vicini alla barbarie di duecento anni!. Dipoi se-gUitarono la loro strada lungo- una delle galleri-e inferiori dove si trovavano quei laboratori di tramezzato. Un’enorme e oscura costruzione elevante-si al ‘di fuori deH’acqua colore inchiostro, ricondusse allo spirito di Graham, il pensiero della moltitudine di strade, di oo-rri-dm e di ascensori situati sop-rq la.sua testa fra lui e il cielo. Così arrivarono, a un ponticello che oltrepassava una vòlta, e guardando sopra al parapetto, Grahami [p. 301 modifica]Nei bassifondi 3ot scorse in fondo una ripa, sotto archi ancor più giganteschi di tutti quelli che aveva veduto fino allora. Tre chiatte appena visibili fra una fitta polvere venivano scaricate, una folla di uomini, tormentati ogni momento dalla tos’^, sgombravano i carichi di caolino in polvere, ciascuno coH’aiuto di un piccolo carro. Quella polvere riempiva l’aria di una specie di nebbia soffocante e attenuava la luce giallastra dell’elettri-cità. Le vaghe ombre dei facchini si agitavano, si avvicinavano, si allontanavano via via Itmgo una lunga estensione di muro imbiancato. Ad ogni momento si udivano colpi di tosse. Gli operai lavoravano in silenzio sotto la sorveglianza di due agenti della Polizia del Lavoro; i loro piedi producevano un rumore sordo s-rd pavimento. Ma ad un tratto si udì cantare una voce nelle tenebre. — Silenzio! — gridò uno degli agenti. L’ordine non fu eseguito, e dapprima qualcuno, quindi tutti insieme, quegli uomini impolverati di bianco, ripresero il ritornello, intonarono come una sfida il canto della rivoluzione. I piedi sulle assi risuonavano ora battendo il tempo. L’agente che avteva imposto di tacere, guardò il suo compagno, alzò le spalle e non insistè per farsi obbedire. Così continuarono il loro viaggio attraverso quelle manifatture e quegli antri del lavoro che rivelavano loro spettacoli dolorosi, atroci, orribili. Quella passeggiata lasciò nello spirito di Graham una confusione di ricordi, d’immagini confuse, di sale circondate di archi, di vòlte brulicanti di uomini intravisti fra nuvoli di polvere, di macchine complicate, di telai in cui i fili scorrono e s’intrecciano, di sale sotterranee male ilhmiinate, dormitori del popolo, di prospettive [p. 302 modifica]3o2 quando il dormente si sveglierà illimitate di lumi piccolissimi come capocchie di spillo: udì per molto tempo le pesanti pulsazioni delle macchine in moto; il rumore e lo scoppiettio delle correggie e delle armature. Qui l’odore delle concie delle pelli, il fumo di una fabbrica di birra, là dei vapori ignoti,,e dappertutto dei pilastri e degli archi così massicci che Graham non aveva mai veduto niente, di ’ simile: grossi Titani di mattoni adiposi e lucenti, schiacciati sotto il peso enorme del mondo costituito da quella Città complessa, come quei milioni di esseri anemici erano./schiacciati dalla sua. complessità.! E dappertutto dei volti lividi, delle membra scarne, la deformità e la degradazione. Per tre volte ancora Graham risentì il canto della rivolta durante la sua lunga e spiacevole esplorazione; poi intravide perfino una lotta confusa in un corridoio e seppe che un certo numero di quei servi si erano impadroniti del proprio pane prima di aver terminato il laVoro. Graham saliva nuovamente verso le strade, ipobili, allorché vide alcuni fandulli vestiti di azzuiho- che discendevano a gran corsa un corridoio trasversale: capì subito la ragione del loro panico Vedendo sopraggiungere una compagnia deUa Polizia del Lavoro, armata di randelli, che correva verso qualche ignota sollevazione. Quindi distinse il fracasso di una scaramuccia lontana. Ma per la maggior parte, coloro che erano scesi nei laboratori, la.voravano senza speranza. Tutto ciò che rimaneva di ardore e di entusiasmo in quell’umanità decaduta, quella notte,, era in alto; nelle strade, dove si udiva recla-mare il Maestro, dove si combatteva per lui valorosamente, tumultuosamente. Uscendo dai bassi fon [p. 303 modifica]M rSf’-..Nei bassifondi 3o3 di, si ritrovarono sotto la luce sfolgorante del corridoio di mezzo delle piattaforme. Udirono il chiocciare e il mugolare delle macchine di uno degli uffici appartenenti alla Compagnia delle notizie generalJ, e improvvisamente videro accorrere a gran velocità degli uomini: allora lungo le piattaforme, nelle gallerie, e dappertutto, fu una confusione di grida che invo’Cavano aiuto, p un (gran fracasso. Una ’donna dal Volto torbido, in un muto e pallido terrore, pas’só vicino a loro, quindi un’altra che ansimava emettendo grida acute e strazianti. — Che cos’è accaduto? — s’informò Graham che non poteVa capire il linguaggio di quella gente. Le imedesimie frasi le udì ripetere in inglese ed allora si accorse che ciò che tutti gridavano, ciò che gli uomini si ripetevano urlando gh uni agli altri, ciò che le donne vociferavano con voci penetranti, la notizia che passava come la prima raffica di tm uragano glaciale e improvviso attraverso la città, era questa: — Ostrog fa Venire a Londra la Polizia negra. La Polizia negra giunge daH’Africa del Sud.... La Polizia negra.... La Polizia negra.... Asano impalhdì e i suoi lineamenti tradirono la sua sorpresa: esitò, guardò Graham e gh spiegò ciò che Graham aveva già capito. — Ma come hanno fatto a sapere? — monnorò Asano. Graham udì, non lontano, qualcuno che vociferava; — Sospendete il lavoro! Sospendete il lavoro! Un gobbo dalla carnagione abbronzata, vestito in modo ridicolo di un gaio costume grigio e oro, scese precipitosamente dalle piattafoi-me a passo di corsa, urlando senza posa: [p. 304 modifica]3o4 quando il dormente si sveglierà — È l’-opera tìi Ostrog! Ostrog, la canaiglia! Il Maestro è tradito I La sua voce era fioca e una schiuma cadeva dalla sua bocca schifosa. Egli enumerava ad uno ad uno tutti gli orrori inesplicabili che la Polizia negra aveva commesso a Parigi e seguitò la sua strada vomitando invettive. i — Oistnolg, il miserabile, il bandito! Ostrog l’assassino!!, j Per un momento GrahaJm rimase immobile poiché ancora una volta gli semhr^a ché tutto • ciò fosse un so’gno, quindi rivolse lo sguardo, sui grandi edifizii a picco che, da ogni parte, rimaneVan avvolti in una nebbia azzurra al di sopra dei lumi, e in basso sulle file rumoreggianti delle piattaforme sti cui il popolo correva, si spolmonava e gesticolava: — Il Maestro è tradito 1 II Maestro è tradito! Improvvisamente la situazione si disegnò reale e incalzante nel suo spirito e il suo cuore cominciò a battere violentemente. — Ci siamo, — disse. — Avhei dovuto ptrevederlo. L’ora è giunta, — e riflettendo prontamente, domandò: — Ché cosà debbo fare? — Ritornare al Palazzo del Consiglio, — rispose Asano. — E perchè, facendomi conoBfcehe, non mte ne appellerei? Il popolo è qui. •— Voi perderete il vostro tempo. Essi non crederanno che siate voi. Ma andranno invece ad ammassarsi neUe vicinanze del Palazzo del Consiglio. Là troverete i loro conduttori. La vostra forza è là, con loro. — Ma sie non fosse ché una semphce diceria? [p. 305 modifica]’ Nei bassifondi 3o5 — Ad O’gtii modo Sembra vero, — repbcò Asano. — Andiamo a verificarlo, — fece GrabapiAsano alzò le spalle. — Faremmo- meglio ad andare al Palazzo del Consiglio, — insistè. — Tutti si raduneranno là e le rovine possono esser già insormontabili. Graham lo guardò con aria di dubbio e lo seguì. Essi si arrampicarono sulle piattaforme fino alla più rapida; là giunti. Asano avvicinò e interrogò un operaio che gli risposa neUa lingua volgare. — Che cosa c’è? — domandò Graham. — Egli sa poco, ma racconta che la Polizia negra sarebbe già arrivata qui prima che il popolo ne fosse avvertito, se una persona negli uffici dei Motori a Vento-, non laVesse sparso tale no-tizia. Pare chie questa persona sia una fanciulla.... I— Una fanciulla? E chi mai? •— Ha detto una fanciulla, ma non mi ha detto il nome. Essa è uscita dal Palazzo del Consiglio, annunziando ad altissime grida tale notizia ed ha avvertito gli uomini che lavoravano sulle rovine. In quel momento si udì gridare qualche altra cosa e imlprowisapiente quel vago tumulto si catnbiò in un movimento detenniiiato. Fu come una raffica che passò lungo le strade. — Alle vostre sezioni! Alle vostre sezioni! Tutti sono amiati! Ciascuno al proprio posto 1 Wells. Quando il Dormente si sregUerà. 20