Poesie della contessa Paolina Secco-Suardo Grismondi/Addio alle muse

Addio alle muse

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Traduzione d'una epistola in versi francesi di M. Chamfort Catone in Utica

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ADDIO ALLE MUSE


Itene lungi o Muse; a che mi giova
     Il favor vostro, se ognor stanimi al fianco
     Funesta turba di malor crudeli
     Che di me fanno, ahi lassa! orrido strazio?
     5Itene lungi o Muse, i vostri carmi
     Mal ponno risonar su queste labbra
     Solo a sospir da lungo tempo usate,
     Ed a lamenti ond’ho già stanchi i Numi.
     Gli studj vostri di seguir mi vieta
     10Medic’arte severa, ed a’ spiacenti
     Farmachi, e a succhi ingrati han cesso il loco
     I sacri a voi, e già dolce mia cura,
     Aurei dotti volumi; a me d’appresso
     Ne’ di Bice il cantor, nè quel di Laura
     15Non veggio più, ne di Ferrara il cigno,
     Nè il chiaro vate ond’anche eterno vive
     Il pio Goffredo, e per cui vanta anch’essa
     La mia Patria il suo Maro al par di Manto.

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     Gli amici stessi, che soleano un giorno
     20Fare al mio canto lusinghiero invito,
     Avvampan d’ira se la man talvolta
     Stendo a cercar de la mia cetra il suono;
     Ne voglion pur che più co’ versi io chiami
     Quella salute che mostrossi appena
     25A me cortese, e poi su l’ali a volo
     Sprezzando i voti miei ratta disparve.
     E tu che il primo mi additasti il calle
     Di gire in Pindo, e che per l’arduo monte
     Reggesti i passi miei timidi e incerti,
     30Tu Beltramelli1 or sospiroso e mesto
     A tacer mi condanni, e chiedi austero
     Che alle Castalie Suore io dica addio.
     Tu pur, tu lasci la sonante lira
     Polverosa e negletta, e quella voce
     35Con cui solei bear le patrie rive
     Sì dolcemente che correano a stuolo
     Ninfe, e Pastori ad ascoltarla intenti
     Ahi! più non l’odo, o l’odo sol pietosa
     Su lunghi mali miei metter querele.
     40Ah se dunque il Ciel vuol ch’ai trio non veggia
     Intorno a me che angosciosi affanni,
     Se i cari amici anch’essi udir degg’io
     Pianger solo, e lagnarsi; o dolci versi
     Ite per sempre, itene lungi o Muse.


Note

  1. [p. 233 modifica]Giuseppe Beltramelli fu tra gli amici più stretti di Lesbia, che lo ebbe a compagno ne’ suoi viaggi di Francia, e di Toscana. Era egli versato in ogni ramo di bel sapere. Cessò di vivere, quattro anni or sono, caro agli amici, ed alle lettere, essendo professore di storia, e di bella letteratura in questo I. R. Liceo.